Vince Bonaccini nei Circoli. Il Pd alla prova, rischiosa, dei gazebo

Giovanna Casadio La Repubblica 20 febbraio 2023
Pd, il responso dei circoli Bonaccini avanti su Schlein. Ora i gazebo, si teme il flop
Chiusi i congressi degli iscritti: circa 18 punti di distacco, la deputata rimonta a Roma e Milano Fuori Cuperlo e De Micheli. Domenica le primarie, l’obiettivo difficile di un milione di votanti

 

Saranno Stefano Bonaccini e Elly Schlein, come da pronostici, a sfidarsi nei gazebo domenica prossima per succedere a Enrico Letta alla segreteria del Pd . I dati non sono ufficiali, ma alla chiusura dei congressi negli ultimi circoli di Lombardia e del Lazio ieri sera, i due sono in testa con un netto distacco rispetto a Gianni Cuperlo e Paola De Micheli, gli altri competitor. È consolidato il vantaggio del governatore emiliano- romagnolo su Schlein. Lo scarto però è minore rispetto ai venti punti (54% per Bonaccini e 33,9% per Schlein) rilevati fino a sabato mattina, perché la leader movimentista va forte nelle metropoli: a Roma e a Milano è testa a testa. Secondo il comitato Bonaccini, la differenza a suo favore sarà di 18,5 punti. Fonte Schlein, c’è stata la rimonta nel Lazio dove il 45,3% va al governatore eil 43,9% alla deputata, ma a Roma i numeri (parziali) sono 1.520 Schlein contro 1.375 per Bonaccini. Sul filo.

Il Nazareno darà le cifre definitive oggi. La commissione congresso dovrà tra l’altro affrontare il “casoCaserta” e le tessere gonfiate: la sezione civile del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere infatti ha sospeso il congresso dem dopo un ricorso. Comunque il primo round del congresso del Pd è concluso. Si ferma lacorsa di Cuperlo e De Micheli, terzo e quarta con il 7,9% e il 4,6% di consensi. Nessuno dei due per ora indica chi voterà il 26 alle primarie.

Si apre così la settimana della volata finale: in piazza domenica, dalle 8 alle 20 si potrà votare ai gazebo con documento di identità o tessera elettorale e due euro. Saranno installati 5.289 seggi (sul sito del partito c’è il “trova seggio”), mentre nel 2019 erano 7 mila: duemila in meno.

La scommessa è la partecipazione. Nel 2019 furono oltre un milione e 600 mila i votanti e venne eletto Nicola Zingaretti, già la metà rispetto ai 3 milioni che scelsero nel 2007 Walter Veltroni. Stavolta la soglia psicologica è un milione di persone, ma il rischio è fermarsi ben sotto. Alla domanda “quanti parteciperanno”, Bonaccini risponde: «Ci faremo bastare quelli che verranno». Anche Schlein lancia appelli. E postano una foto insieme, dopo un incontro casuale in aeroporto a Bari: «Noi facciamo la fila per il volo, voi fatela domenica e venite a votarci alle primarie ». C’è il timore concreto di flop.

Oggi ci sarà su Sky il duello tv tra Bonaccini e Schlein, che dovrebbe servire a catalizzare l’attenzione. Negli ultimi giorni tra i due sono volati fendenti, sulla vecchia nomenklatura più che sul Pd che sarà. Schlein vuole un partito con una chiara identità: «Di sinistra, non può che essere ecologista e femminista».

È convinta che una maggiore partecipazione alle primarie possa ribaltare il risultato a suo favore: «Il Pd – dice la deputata a Foggia – deve cambiare tutto, visione, volti e metodo».
Bonaccini, da Taranto, assicura di voler «rigerenare il partito» e sostituire un gruppo dirigente («Più o meno tutti sostengono Elly») che viene da sconfitte lunghe anni. «Ma senza ‘rottamazioni’». E promette la nascita di «una scuola di formazione politica».

Il governatore invoglia Cuperlo e De Micheli e i loro elettori a confluire ora su di lui: «Siamo politicamente compatibili». D’altra parte ribadisce di essere «uno con i piedi per terra», sa che vincere non basta: dopo, occorre scongiurare la faida delle correnti e il pericolo delle scissioni sempre in agguato. Rincara: «Se vinco chiedo una mano a Elly, Gianni e Paola, se lo vorranno. Siamo parte della stessa famiglia. Io ho sofferto quando nei gruppi dirigenti nazionali litigavano». La sfida prima però è partire da un dato incoraggiante ai gazebo: fino al 22 febbraio studenti e lavoratori fuori sede possono registrarsi per votare dove vivono.

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