La sfida su Sky Bonaccini-Schlein. Le pagelle

Stefano Cappellini La Repubblica 21 febbraio 2023
Bonaccini il riformista e Schlein la pacifista: aspiranti leader del Pd alla sfida finale in tv

Il governatore netto sul sostegno a Kiev, insiste sull’unità del partito. Un po’ rigido davanti alla telecamera, a suo vantaggio il profilo da migliore sfidante di Meloni. La deputata dem attacca le correnti e svicola sul tema delle alleanze. Non è la favorita ma la voglia di rottura degli elettori dem potrebbe ribaltare il risultato dei circoli


Botta e risposta tra Elly Schlein e Stefano Bonaccini sui diritti. Durante Sky Tg24 – Il Confronto, Bonaccini si rivolge alla sua competitor per dire che “se difendiamo i diritti dobbiamo difendere anche i diritti sociali, non solo quelli civili”. Pronta la risposta di Schlein: “Diritti sociali e civili sono inscindibili: chi viene discriminato lo è sul lavoro, a scuola, nella società”. Di seguito, i punti salienti del faccia a faccia televisivo tra i due sfidanti.

1) La parola chiave

Bonaccini
Unità
Alla domanda sul perché gli elettori dovrebbero fidarsi di lui, Bonaccini risponde così: “Ho già dimostrato di saper vincere tenendo unito il partito”. Un modo per sottolineare che il successo della rivale potrebbe causare sconquassi nel Pd, ma anche un’allusione maliziosa alle difficoltà che Schlein potrebbe incontrare nel mettere insieme una coalizione larga. Mette l’accento anche sulla distanza con chi l’ha preceduto: “Avevamo 16 Regioni su 20, ora siamo a 4. I gruppi dirigenti che si sono alternati a livello nazionale hanno perso, dobbiamo ripartire dai territori”.

Schlein

Collettivo

“Mettiamo al centro un progettocollettivo”. Elly Schlein, candidata alla leadership del Pd, ha cercato da subito di valorizzare il sostegno diffuso a suo favore, per restituire l’idea che la sua segreteria non sarebbe più espressione di equilibri interni alla correnti. Ha svicolato sul tema delle alleanze (come Bonaccini, del resto): “Bisogna mettere al centro un progetto condiviso con una forte mobilitazione su temi come il salario minimo o il congedo parentale. Se vincerò il mio primo impegno sarà incalzare le altre opposizioni”.

2) Il punto forte
Bonaccini
Il sostegno a Kiev e il modo di fare opposizione
Molto netta e chiara la posizione sulla guerra, che non confonde la ricerca di soluzioni diplomatiche con i dubbi sul sostegno a Kiev (“Se si ferma la Russia finisce la guerra, se si ferma l’Ucraina finisce l’Ucraina”, dice). Efficace anche sulle polemiche a proposito del modo di fare opposizione al governo: “A Meloni non dico che è incapace dopo che ci ha battuto, sfiorerei il ridicolo. Do un giudizio durissimo sui primi 100 giorni di governo ma voglio vincere perché i cittadini ci giudicano più efficaci, non perché parlo male di qualcuno”. Scintille sui diritti: “Bisogna tenere insieme quelli civili e quelli sociali”.

Schlein
La mozione degli affetti
“La destra è andata al governo, fa la destra e vince anche le elezioni regionali. Io credo che noi dobbiamo fare la sinistra”. Chiaro che la sua forza è nell’idea di un Pd che non teme di prendere posizioni nette su lavoro, clima e diritti civili, per ricompattare un elettorato che negli ultimi anni ha subito una diaspora, anche se pre ragioni forse un po’ più complesse della mancanza di sinistra nei temi e nei programmi. E quando Bonaccini insiste sulla necessità di tenere insieme diritti civili e sociali, lo accusa neanche troppo velatamente di essere in liena con altri predecessori, cioè di dirlo solo a parole.

3) Il punto debole

Bonaccini

Un po’ rigido davanti alla telecamera (e la gaffe su Biden)
Si vede che il governatore non è ancora del tutto a suo agio nel format del duello tv: appare talvolta teso mentre ascolta la rivale e sorride meno. Si scioglie un po’ nel giochino su chi portare a bordo del camper del Pd e ne indica uno imprevisto: “Porto Walter Veltroni, per i 7 milioni di voti persi per strada rispetto a quelli presi dal suo Pd”. Sul no all’autonomia differenziata è meno dritto di Schlein. Molto chiara la posizione sulla guerra, che non confonde la ricerca di soluzioni diplomatiche con dubbi sul sostegno a Kiev. Gaffe quando parla con favore di un fantomatico viaggio di Biden a Mosca.

Schlein
La tendenza allo slogan

Sulla lotta alla precarietà del lavoro invoca soluzioni drastiche e radicali ma Bonaccini ha gioco facile nello spiegare che senza un approccio concreto, che tenga delle problematiche del mercato del lavoro, il rischio è di non incidere né sulla stabilità dei contratti né sui salari. Il governatore chiede che un’ora di lavoro precario sia pagata di più di un’ora di lavoro stabile, la sua ex vice in Regione dissente. In generale, Schlein sembra sempre più efficace quando illustra le sue proposte rispetto a quando è chiamata a rispondere a un’obiezione o a una seconda domanda sul tema.

4) Il pronostico

Bonaccini
A suo vantaggio il profilo da migliore sfidante di Meloni
Il governatore dell’Emilia Romagna parte con un vantaggio che non è solo quello espresso dagli iscritti. Alla domanda che molti elettori dem si porranno al momento di esprimere una preferenza nei gazebo, cioè chi tra i due candidati abbia più chance di battere Giorgia Meloni alle Politiche, il suo nome è probabilmente ancora avanti a quello di Schlein: per curriculum, esperienza e posizionamento. Ma resta da capire se nella scelta dei votanti prevarrà più questo criterio o il desiderio di una cesura netta con il passato, terreno sul quale la sfidante ha sicuramente più armi di lui.

Schlein
La voglia di rottura gioca a suo favore
Schlein può vincere? Sì, non è la favorita ma per la prima volta nella storia delle primarie il candidato battuto nei circoli potrebbe ribaltare il verdetto degli iscritti. Molto dipenderà dall’affluenza e dalla capacità di Schlein di tenere da Roma in giù e in provincia. Nelle grandi città, o dove è più forte il voto di opinione, ha già preso più voti del rivale e il divario potrebbe persino aumentare. Se diventerà segretaria dovrà riflettere su questo dato: è vero che Schlein fa riavvicinare pezzi di elettorato che si erano distaccati dal Pd, ma sembra riuscirci meglio là dove il Pd è già più solido elettoralmente.

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