Meloni cerca la scena madre con Biden. Attesa invana

Tommaso Ciriaco La Repubblica 21 febbraio 2023
La lunga notte di Meloni verso Kiev: l’attesa vana di Biden, l’ultima sigaretta prima di partire
Carrozza numero uno, su un binario in mezzo al nulla al confine tra Polonia e Ucraina. Giorgia Meloni si stringe nel cappotto. Fuma. Tossisce, e fuma ancora. Sopra il primo gradino, il simbolo delle gloriose ferrovie ucraine che da trecentosessantadue giorni resistono all’invasore.

 

La tabella di marcia è già saltata, è notte fonda. L’arrivo a Kiev è previsto per la tarda mattinata. In mezzo, dieci ore di rotaie e fiocchi di neve. La stazione di Przemysl fa a pugni con il nulla. Tutto è già visto, come in un film: i leader si alternano al potere e vanno ad omaggiare la battaglia di Volodymyr Zelensky, il capotreno polacco, l’agente stanco della dogana ucraina, gli oscuranti sui vetri dei vagoni per ragioni di sicurezza, il freddo, il buio. Tanto buio.

Anche il giallo e blu delle lamiere della locomotiva viene risucchiato dalla notte. Il treno oscilla, si parte verso la capitale. Il ritardo complicherà l’agenda di Meloni, questa mattina. Ma l’obiettivo è raggiungere il buco nero del dolore ucraino a Bucha, forse anche a Irpin. Poi la leader parlerà alla stampa assieme a Volodymyr Zelensky. Armi, aiuti, ricostruzione. E tanta, tanta voglia di spiegare che no, Berlusconi e Salvini dicono cose su Putin che lei proprio non condivide.

Non è il treno di Mario Draghi, che viaggiò con l’Europa, anzi: che portò l’Europa a Kiev. Non c’è Emmanuel Macron e neanche Olaf Scholz. Non c’è unità, o meglio: non c’è l’Italia, è rimasta fuori dal portone dell’Eliseo, mentre dentro cenavano Francia, Germania e l’attore diventato eroe della resistenza al Cremlino. Semmai c’è Joe Biden, che aleggia.

Per tutto il giorno copre la visita della premier, visita Kiev, torna in Polonia. Meloni lo insegue, prova un contatto, lo aspetta per un’ora sotto la scaletta dell’Airbus del Trentunesimo stormo, vorrebbe una foto per suggellare l’investimento politico che può riassumersi così: Polonia e Stati Uniti, Visegrad e Washington, Est e Ovest, l’importante è stare alla larga da “dalla burocrazia di Bruxelles”. Ottiene alla fine una telefonata e una promessa d’invito alla Casa Bianca.

Il treno è fermo, adesso. Sono quasi le due. Controllo passaporti, poi si riparte. Verso Zelensky, il Palazzo presidenziale. In attesa di capire quando e quanto la Russia reagirà alla visita di Biden. Per pesare la reazione dello Zar nell’anniversario dell’anno dell’invasione, che cade tra due giorni. Meteo: a Kiev è prevista neve.

 

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