Giovanna Vitale La Repubblica 21 febbraio 2023
Bonaccini-Schlein, parola ai gazebo l’affluenza può decidere la sfida
Il governatore avanti nel voto tra gli iscritti la sfidante punta sul voto nelle città Fissata a 1 milione e 300mila elettori la quota anti flop
Archiviato il congresso nei circoli con il successo annunciato di Stefano Bonaccini, parte ora la sfida dei gazebo per scegliere il nuovo segretario del Pd. Dove domenica prossima, grazie al voto d’opinione, Elly Schlein punta a sovvertire il verdetto degli iscritti, che hanno regalato una vittoria netta al governatore emiliano: quasi 80mila preferenze (il 52,8%) contro le 52mila della rivale (34,8) e un distacco di ben 18 punti. Una partita nella quale gli altri due competitor — che oggi riuniranno i loro sostenitori per stabilire se e chi appoggiare all’appuntamento decisivo — non sono mai entrati: Gianni Cuperlo si è piazzato terzo con il 7,9%, Paola De Micheli ultima con il 4,2.
A far sperare in un ribaltamento dei pronostici, che tuttavia diversi osservatori considerano poco più di un miracolo, è il risultato nelle grandi città: la deputata bolognese ha infatti prevalso, sebbene talvolta di pochissimo, a Roma, Milano, Genova, Napoli, Venezia, Verona e Catania. Esito tutt’altro che scontato, dal momento che Bonaccini sta nel Pd da una vita, mentre l’altra ha preso la tessera soltanto a dicembre. Molto dipenderà dall’ affluenza ai cinquemila gazebo allestiti su e giù per il Paese: più sarà alta, più — secondo il comitato Schlein — le sue chance aumenteranno.
Analizzando le tornate precedenti, il rapporto tra i votanti nelle sezioni e quelli alle primarie è sempre stato di uno a 9. Poiché stavolta si sono espressi oltre 151mila iscritti — «Un dato di partecipazione straordinario, unico in Italia», esulta Enrico Letta — al Nazareno domenica si aspettano un milione e 300mila persone. L’asticella sotto la quale la consultazione sarebbe considerata un flop. Da qui l’appello di Bonaccini a recarsi ai seggi, confidando in «una grande festa democratica perché noi siamo l’unica forza politica che fa decidere a tantissimi chi deve guidare il partito».
Una soglia — quel milione e rotti di votanti — comunque alla portata del Pd, secondo i sondaggisti. Tutti concordi nel quotare vincente il governatore emiliano. E non solo perché dal 2007 a oggi mai è accaduto che il responso dei circoli fosse smentito ai gazebo. Dall’ultima rilevazione Emg per Agorà emerge infatti che il 64% degli elettori dem reputa Bonaccini il miglior segretario possibile, contro il 36% di Schlein. Mentre, per l’istituto Izi, la distanza sarebbe più ravvicinata ma comunque di sicurezza: il primo prenderebbe il 54,2%, l’altra il 45,8.
Fatto sta che la remuntada è tutt’altro che un’ipotesi remota, specie per il comitato Schlein, pronto a sottolineare come la pasionaria di Occupy Pd anche fra gli iscritti abbia sfondato «nelle prime tre città italiane — Roma, Milano e Napoli — e in molti altri grandi comuni, da Genova a Venezia, La Spezia, Verona, Catania, Siena, Pisa e in oltre 30 province».
Nel capoluogo lombardo la deputata ha preso il 43,6%, Bonaccini il 36,9. Idem nel capoluogo campano, dove aveva l’intera nomenclatura del partito contro: 898 voti lei, 881 lui. Più marcato il successo nella Capitale: 2.194 preferenze contro 1.854, incassate soprattutto in quartieri periferici e semiperiferici come Ostia, Donna Olimpia e Montesacro. Anche se ha vinto pure nel circolo Pd del centro storico, mentre ha perso nella sezione Trionfale-Mazzini, quella di Nicola Zingaretti, uno dei suoi sponsor principali.