Alberto Simoni La Stampa 23 febbraio 2023
Ucraina, all’Onu si vota la risoluzione per la pace ma i Paesi sono divisi: ecco gli schieramenti e chi è pronto a sfilarsi
Alla vigilia dell’anniversario dell’invasione russa la diplomazia internazionale si sposta al Palazzo di Vetro di New York. Tajani: «E’ tempo di raddoppiare gli sforzi»
La diplomazia internazionale si sposta al Palazzo di Vetro di New York dove oggi è previsto il voto su una risoluzione che «promuove il dialogo e una pace duratura in Ucraina in linea con la Carta Onu». Sono le parole dell’ambasciatrice statunitense Linda Thomas-Greenfield all’Assemblea generale che mercoledì ha iniziato a dibattere il testo della risoluzione che sarà votata oggi. Sponsorizzata da 75 Paesi, fra cui l’Italia, la mozione è più articolata di quella votata lo scorso marzo che condannava l’invasione russa. Questa propone l’ipotesi per “una pace giusta e duratura” e l’Assemblea generale sarà chiamata a prendere posizione.
«La bozza di risoluzione proposta qui in Assemblea Generale non aiuterà la soluzione del conflitto», ha replicato l’ambasciatore russo all’Onu Vassily Nebenzia, che ha poi chiesto di «supportare gli emendamenti introdotti dalla Bielorussia o votare no al testo attuale che è unilaterale» e non bilanciato.
Il voto a Palazzo di Vetro, che anticipa il dibattito a livello di ministri degli Esteri di venerdì al Consiglio di Sicurezza, arriva nelle ore che ricordano l’anniversario dell’invasione russa.
L’ambasciatrice americana nel suo intervento davanti ai delegati dei Paesi membri ha accusato nuovamente Mosca di “crimini contro l’umanità”, ribadendo la linea già esposta la settimana scorsa alla Conferenza sulla sicurezza di Monaco dalla vicepresidente Kamala Harris. Mentre il ministro degli Esteri ucraino Kuleba ha rilanciato parlando di “genocidio” da parte dei russi.
Il voto dell’Assemblea generale non è vincolante ma ha un valore simbolico molto forte. Consentirà infatti di tirare le somme e vedere quali Paesi, un anno dopo l’attacco russo, sono schierati ancora con Mosca.
La complessità della risoluzione rende difficile ripetere i numeri dello scorso marzo quando 141 Paesi condannarono l’invasione. Fonti dell’Amministrazione Usa hanno immaginato il pallottoliere fermarsi a 130 Paesi, un numero giudicato “considerevole”. Gli occhi sono puntati su alcuni Paesi africani che intrattengono rapporti storici con Mosca, come il Sud Africa, e India e Brasile, dando per scontato l’astensionismo cinese. La Casa Bianca ritiene che il Brasile potrebbe astenersi, mentre un voto contrario dell’India creerebbe qualche disagio visto che New Delhi ospiterà il prossimo G20 (settembre) e negli ultimi mesi aveva preso le distanze da Mosca, pur mantenendo intatto il trade commerciale e l’acquisto di energia.
A New York arriverà il segretario di Stato Usa Antony Blinken.
Ieri sera è invece intervenuto il ministro degli Esteri Antonio Tajani che ha chiesto nuovi sforzi diplomatici per raggiungere una soluzione di pace. «Adesso – ha detto – è tempo di raddoppiare gli sforzi per raggiungere questo obiettivo».
Un appello anticipato da Antonio Guterres, segretario generale delle Nazioni Unite che in apertura di seduta ha detto che “anche se oggi le prospettive possono sembrare fosche, dobbiamo lavorare tutti sapendo che una pace genuina e duratura deve basarsi sulla Carta delle Nazioni Unite e sul diritto internazionale”.