Valditara, le opinioni non fanno paura. Le violenze sì

Marco Iasevoli Avvenire  24 febbraio 2023
 Valditara, le opinioni non fanno paura. Le violenze sì
Parole sopra le righe. Nelle ultime settimane più di un ministro e vari esponenti di vertice dei partiti di maggioranza hanno avuto reazioni sopra le righe rispetto a fatti e temi di attualità che impattano sull’azione di governo.

Segni di nervosismo che però vanno tenuti sotto controllo, anche alla luce di una situazione sociale che richiede una particolare responsabilità a chi ha tra le mani il timone del Paese.

L’ultimo “fallo di reazione” è stato del titolare dell’Istruzione e del Merito Giuseppe Valditara contro la lettera scritta dalla preside del “da Vinci” di Firenze Annalisa Savino, colpevole, a detta del ministro leghista, di agitare strumentalmente il «pericolo fascista» dopo le violenze registratesi sabato scorso davanti al liceo Michelangiolo, quando un gruppo di attivisti di Azione studentesca ha picchiato due studenti di sinistra.

Il punto è che il ministro può anche legittimamente, nell’ambito di un confronto pubblico aperto, democratico e tollerante, criticare il passaggio della lettera della preside in cui si fa riferimento alle politiche sulle frontiere dell’attuale maggioranza. Ma non può, in base al semplice principio del buon senso, minacciare provvedimenti e misure punitive attraverso tribune mediatiche. Nemmeno è immaginabile che esponenti del governo varino unilateralmente e in televisione singolari reati d’opinione. Né si può immaginare che un governo sia solerte nel condannare parole che ritiene ostili mentre non si affretta a condannare atti di violenza di ragazzi verso altri ragazzi per questioni politico-ideologiche. C’è in questa differenza di velocità una sproporzione che va sanata.

Nel caso di specie, inoltre, è utile che non si creino ambiguità circa l’idea che il ministro e il governo hanno sulla prima parte della lettera della preside Savino, in cui si ricorda come i semi del fascismo e dell’autoritarismo crescano nell’indifferenza. Il “senso di vigilanza” di ogni singolo cittadino rispetto a ciò che accade è una cosa sola con la tenuta stessa della democrazia, e su questo dovremmo essere tutti d’accordo. Se invece si lascia che la polemica politica di parte mandi in soffitta anche quel poco o tanto di patrimonio comune che si è riusciti a costruire, si rischia di dare inopportuni alibi a quelle sparute e fanatiche minoranze, purtroppo con presa anche nel mondo dei giovanissimi, che rievocano una storia che il Paese ha sconfitto dopo enormi sofferenze.

Un uguale senso di responsabilità e di buon senso, in un momento storico del genere, spetta alle opposizioni di sinistra e centrosinistra che potrebbero cedere alla tentazione di restare ambigue, e con parole poco chiare, al solo scopo di trarne un eventuale profitto politico, su azioni e gesti che minacciano le istituzioni.

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