Alessandra Ghisleri La Stampa 26 febbraio 2023
Meloni, ecco il primo allarme: per un elettore su due la maggioranza è spaccata
In calo la fiducia nella premier, ma aumenta il consenso sull’operato del governo. Nelle intenzioni di voto FdI sfiora il 30%. Risale il Pd, arretra il Movimento 5 Stelle
Il rapporto tra Giorgia Meloni e il suo elettorato è ben poco platonico, ma ancora stretto. A certificarlo è l’ultima rilevazione di Euromedia Research per Porta a Porta, che segna la fiducia nel presidente del Consiglio al 41.3% e quella del suo governo al 39%.
Tuttavia interrogando gli italiani sulla coesione della maggioranza ci si accorge che se il 38.7% la reputa unita anche con un dialogo aperto, il 46.4% la legge invece divisa, con tensioni e malumori al suo interno. È interessante osservare come la percezione un po’ meno fluida e con diversi nervosismi all’interno della coalizione la interpretino, insieme ai partiti delle opposizioni, il 40.7% degli elettori di Forza Italia e il 31.7% di quelli della Lega, nonostante siano coabitanti a pieno titolo in tutte – o quasi – le maggioranze dove governano, comprese le ultime elezioni regionali vinte in Lombardia e in Lazio.
Ciò che emerge diventa singolare perché questa unione che definisce il centro destra si conosce, in tutte le sue variazioni, ormai da più di 25 anni. Sono cambiati i leader e i pesi dei partiti, tuttavia i suoi elettori si sentono sempre parte di questo motore che a volte scoppietta e scricchiola, ma sembra ritrovare sempre il suo asse.
Il viaggio a Kiev
Le diverse esternazioni di Silvio Berlusconi non vengono giudicate lesive o con l’intento di disturbare il lavoro e l’immagine di Giorgia Meloni dal 72.9% degli elettori di Forza Italia; tuttavia un elettore su tre di Fratelli d’Italia ne è convinto. È pur vero che la maggioranza degli elettori azzurri (47.5%) e di quelli di Matteo Salvini (41.7%) non ha gradito la scelta di Giorgia Meloni di recarsi a Kiev per incontrare il presidente ucraino Volodymyr Zelensky.
Gli equilibri interni
Insomma esiste una sostanziale unità con una visione diversa – come è giusto che sia – di come affrontare le differenti situazioni. Del resto, ogni partito che compone un’alleanza ha un rapporto fiduciario con i suoi elettori e, ovviamente, non desidera che sia violato per non tradire le aspettative di chi, ancora, ha riposto la fiducia nei suoi programmi. E quindi assume ancora maggiore importanza il distinguersi in politiche che solletichino gli appetiti degli elettori. Fratelli d’Italia è riuscita a crescere nell’ombra delle opposizioni e ora deve vedersela con alleati che, essendo stati ai vertici, oggi faticano a trovare un posto sotto l’ala. Matteo Salvini in questo suo ruolo istituzionale e più silenzioso, sembra aver trovato una chiave di accesso per rinsaldare il suo patto con gli elettori (la Lega è attualmente al 9%, aumento di mezzo punto percentuale in un mese), mentre Silvio Berlusconi sembra avvertire come uno schiaffo questa inversione di ruoli (Forza Italia è al 7.7%, +0.1% negli ultimi trenta giorni). Ma questo è solo un dettaglio e il leader azzurro non può pensare che Giorgia Meloni gli restituisca quello che neppure lui restituirebbe.