Aldo Grasso Corriere della Sera 26 febbraio 2023
Se il pacifismo passa dalla bolletta del gas
Pacifisti o pacifinti? Venerdì sera, a un anno dall’invasione russa dell’Ucraina, Michele Santoro ha chiamato a raccolta al teatro Piccolo Eliseo di Roma la galassia ecopacifista italiana per una sua nuova app: «Servizio pubblico».
Ha ricordato il suo amico e sodale Maurizio Costanzo e poi ha mostrato immagini per documentare come anche gli ucraini vogliano la pace.
Tutti vorremmo la pace, ma non a spese dell’Ucraina. Ormai crescono i «sensibili alle ragioni di Putin», come dice Paolo Mieli: chiedono agli ucraini di smettere di difendersi e di scendere a patti con l’invasore (ovvero cedere territori alla Russia).
Mai una parola sulle fosse comuni di Bucha, sul martirio di Mariupol, sulle atrocità contro la popolazione civile: la Russia ha aggredito ma anche chi doveva custodire l’aggredito ha le sue colpe.
È come se avessimo dimenticato che la libertà ha un prezzo, morale e materiale. Basta l’aumento delle bollette del gas o della luce perché le preoccupazioni economiche prendano il sopravvento su quelle umanitarie.
Così l’ideologia pacifista trova terreno fertile in chi pensa che la libertà coincida solo con la sicurezza, con la quiete, con un accesso garantito alla vita di prima.
Certi tristi giorni, dietro la maschera delle buone intenzioni, s’intravvedono le fosse comuni dell’Occidente e della libertà.