Antonio Fraschilla La Repubblica 1 marzo 2023
Piantedosi non si scusa e prepara un’altra stretta. Ma ora FdI si smarca
Il ministro nella bufera, si difende: “Dalla nave nessun Sos”. Presto un decreto migranti modello Salvini. Chiamato in causa il leader leghista per la delega sulla Guardia costiera. La Destra: “Fare chiarezza”
Ci sarà un nuovo decreto sugli sbarchi in Italia. Un pacchetto di norme al quale sta lavorando il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e che sarà portato in Consiglio dei ministri nelle prossime settimane. Il sospetto, nemmeno tanto velato non solo dell’opposizione ma anche di pezzi della maggioranza, è che l’obiettivo sia ripristinare i cosiddetti decreti Salvini sui porti chiusi e le limitazioni per le richieste di asilo e accoglienza.
Con annesso rischio di campagna elettorale permanente del leader della Lega sull’immigrazione, in un momento in cui invece FdI vorrebbe abbassare i toni. Non a caso dal partito di Meloni trapela una certa irritazione sul ministro indicato dalla Lega e si chiede chiarezza sui soccorsi mancati a Crotone, incluse eventuali responsabilità della Guardia costiera che dipende dal ministero di Matteo Salvini.
Piantedosi, al centro delle polemiche per le sue frasi all’indomani della strage di migranti sulle coste della Calabria («La colpa è delle famiglie che li fanno imbarcare», ha detto), riferisce in commissione Affari costituzionali al Senato sulle linee programmatiche del Viminale.
L’opposizione lo incalza e in primis il ministro cerca di smorzare i toni delle sue frasi: «Anche io mi commuovo, ma i nostri valori di solidarietà non possono fermarsi alla banchina di sbarco. Anzi, io voglio andare a prendere i migranti in Libia in sicurezza e lo faremo insieme all’Ue», dice.
Il prefetto annuncia quindi un nuovo pacchetto di norme da portare in Consiglio dei ministri: «È mia intenzione definire, d’intesa con i colleghi interessati, interventi normati che affrontino le particolari criticità sui rimpatri, il sistema di accoglienza, la protezione internazionale e i procedimenti per l’ingresso regolare degli stranieri. Siamo molto insoddisfatti dalla collaborazione sui rimpatri: degli 8 mila programmati ne sono stati fatti appena 370».
La linea sembra essere quella di un irrigidimento delle procedure sia di sbarco sia di richiesta di accoglienza. Qualche settimana fa, del resto, la Lega aveva già provato a presentare un pacchetto di emendamenti al decreto Ong per ripristinare i vecchi decreti Salvini, prevedendo la cancellazione della protezione speciale e l’eliminazione dei richiedenti asilo dal sistema di accoglienza. E, chiaramente, anche una sorta di chiusura dei porti alle Ong come fatto durante il governo Conte I.
Ma sul ministro dell’Interno grava ora la tragedia di Crotone. Richieste di chiarimenti su quanto accaduto in quella tragica notte arrivano non solo dall’opposizione, ma anche da FdI. Un segnale di tensione anche nella maggioranza su questo argomento. Pd, Movimento 5 stelle e Terzo Polo chiedono al governo una ricostruzione accurata dei fatti.
Ma a sorpresa seduto accanto al ministro invoca chiarimenti anche il presidente della commissione, Alberto Balboni di FdI, che si unisce quindi a chi reputa necessario capire anche quanto fatto dalla Guardia costiera, che dipende dal ministro delle Infrastrutture Salvini ed è difesa in maniera compatta da tutta la Lega. «Quella di massima chiarezza non è una richiesta che FdI lascerà alle opposizioni — dichiara Balboni — siamo i primi a chiederla perché non si può lasciare una nave piena di bambini in balia delle onde».
Per tutta risposta Piantedosi sui mancati soccorsi per i fatti di Crotone si trincera prima dietro un no comment: «Sul tragico naufragio a Crotone, e su eventuali lacune nei soccorsi, c’è un’indagine in corso, nella quale bisogna avere fiducia e alla quale nessuno si sottrae: tutto è agli atti dell’autorità giudiziaria e io riferirò tutto quello che sarà possibile e mi impegno sin da adesso a darvi aggiornamenti anche periodici».
Poi difende con forza la macchina dei soccorsi: «Ho una grande considerazione del lavoro che fanno i nostri soccorritori e non ho motivo per ritenere che ci possano essere stati degli errori». In serata, intervistato da Bruno Vespa a Cinque minuti, aggiunge: «L’imbarcazione non ha mai chiesto aiuto». Scagionando quindi la Guardia costiera, ma non allontanando la fibrillazione nella maggioranza e soprattutto tra Lega e FdI.