Antonella Viola La Stampa 2 marzo 2023
La differenza tra colpe e reati
Che a Bergamo, a seguito dell’identificazione dei primi positivi per Covid19, si sarebbe potuto agire meglio e con maggiore tempestività è un fatto che gli scienziati sanno da molto tempo. Che l’assenza di un piano pandemico aggiornato abbia causato gravi ritardi nella risposta all’emergenza pandemica è stato scritto, detto, discusso sui giornali e in televisione per mesi.
L’inchiesta della magistratura su quanto accadde nella Bergamasca nei primi mesi del 2020 non poteva che chiudersi con la necessità di indagare le responsabilità, che al momento, leggendo i nomi delle persone indagate, sembrano essere ancora poco definite e molto trasversali.
La decisione della Procura di Bergamo è quasi un atto dovuto, di fronte a tutte le migliaia di persone che sono decedute in quei tragici mesi. E, con lo stesso rispetto verso chi non c’è più e verso chi piange i propri cari, va evitata ogni strumentalizzazione di questa indagine, che deve poter proseguire nella massima serenità e trasparenza. La magistratura farà il suo corso e deciderà se oltre agli evidenti errori sono stati commessi dei reati, e se ci sono dei responsabili che avrebbero potuto evitare la tragedia di quei giorni. E mentre la magistratura lavora, noi dobbiamo tacere. Non cadremo nella tentazione di fare processi sommari, perché davvero non c’è stato nulla di semplice e scontato nella gestione dell’emergenza Covid19. Nonostante il dolore e la rabbia, questo non dovrà essere dimenticato.