Riccardo Luna La Stampa 2 marzo 2023
Stop a diesel e benzina, gli errori dell’Italia
Era previsto, in fondo. Stiamo di nuovo mettendo i sacchetti di sabbia sui davanzali per non far entrare il futuro. Il governo italiano si oppone alla decisione europea di fermare la vendita di auto a benzina e diesel non oggi, non fra un anno, non fra due: fra dodici anni.
Nel 2035. Non siamo pronti, non saremo pronti, lo sappiamo già. Dicono che dobbiamo evitare inutili sacrifici ai cittadini: quali, esattamente? Nessuno sarà obbligato a comprare un’auto elettrica nel 2035; sarà ovviamente possibile continuare a guidare la propria automobile; sarà solo vietato comprare auto nuove a benzina e diesel le quali in questo modo gradualmente, nel giro di una decina di anni, quindi a ridosso del 2050, spariranno dalla circolazione.
Dicono che dal 2035 si potranno usare i carburanti sintetici che sono ad emissioni inquinanti zero: ma dimenticano di aggiungere che è la stessa industria dei combustibili ad ammettere nel 2035 potranno soddisfare appena il 3 per cento della domanda dei carburanti in Europa (e omettono di aggiungere che un litro di e-fuel costa 20 euro, questa sì una scelta da ricchi).. Dicono anche che dobbiamo difendere un settore industriale cruciale per l’Italia. Ma lo sapete cosa dicono le case automobilistiche? Dicono che sono “pronte a raccogliere la sfida del 2035” e invitano a “superare questo clima di scetticismo ingiustificato e contrario al progresso tecnologico”. Lo dicono i produttori di automobili. Si, ma sono quelli stranieri. E l’Italia? E Stellantis? Bene, la Fiat 500 è il modello elettrico più venduto in Italia, la Fiat è leader anche nel segmento dei veicoli commerciali e Stellantis ha appena confermato che punta a diventare “leader indiscusso dell’elettrificazione nell’Italia e nel mondo entro il 2030”. Cinque anni prima dello stop europeo.
Insomma per chi la sta facendo questa battaglia il governo? Per i produttori di bielle e pistoni? Per le officine? Per i concessionari? Tutti vanno aiutati e nessuno va lasciato indietro, ma invece di gestire la transizione, aiutare chi lavora o ha una impresa ha riconvertirsi visto che c’è tutto il tempo (negli Stati Uniti i lavoratori licenziati dalle compagnie petrolifere spesso trovano lavoro nelle aziende che producono energie rinnovabili), scegliamo di restare nel passato. Dicono che lo fanno per noi, ma non è vero. Lo fanno per poter dire che difendono l’Italia dal solito nemico immaginario, lo fanno perché è più facile governare se i cittadini hanno paura.