I dieci minuti di colloquio fra Lavrov e Blinken, al G20: cosa si sono detti

Giuseppe Sarcina Corriere della Sera 3 marzo 2023
I dieci minuti di colloquio fra Lavrov e Blinken, al G20: cosa si sono detti
Primo incontro tra i ministri degli Esteri dall’inizio della guerra in Ucraina: «Fermate l’aggressione». Il capo della diplomazia russa elogia Berlusconi

La Cina spalleggia ancora una volta la Russia e non firma la richiesta del G20 che chiede a Mosca di fermare l’aggressione all’Ucraina. Delusione generale, quindi, per le mosse di Pechino. Tuttavia dal vertice dei ministri degli Esteri, a Nuova Delhi, arriva un segnale interessante. Il capo della diplomazia russa, Sergei Lavrov, a sorpresa, ha accettato la proposta di un colloquio avanzata dal Segretario di Stato Antony Blinken . Contatto breve: solo dieci minuti, ma comunque significativo perché i due non si erano più parlati dal 24 febbraio 2022, il giorno dell’attacco russo all’Ucraina.

Che cosa si sono detti? Abbiamo solo il resoconto diffuso dallo stesso Blinken. Il Segretario di Stato ha prima avvertito l’interlocutore: «Continueremo a sostenere la resistenza ucraina per tutto il tempo che sarà necessario». Poi, però, ha fatto un tentativo per riaprire il dialogo: «Ho chiesto a Lavrov di porre fine a questa guerra e a impegnarsi in un confronto diplomatico per arrivare a una pace stabile e duratura». È un segnale importante, perché spezza il canone adottato negli ultimi mesi da Washington: non c’è alcuna possibilità di negoziato all’orizzonte; non vale neanche la pena parlare con Mosca. Nella capitale dell’India, invece, Blinken ha fatto sapere di aver richiesto l’incontro con Lavrov «per mantenere aperti i canali di comunicazione».

L’Amministrazione Biden è convinta di poter mantenere compatto il fronte occidentale sul sostegno all’Ucraina e di potere ancora contare su un largo consenso nel Congresso. Tuttavia non vengono sottovalutati i segnali di insofferenza che arrivano dall’ala trumpiana dei conservatori e dalla sinistra radicale. Tanto che, secondo le indiscrezioni, Volodymyr Zelensky avrebbe intenzione di telefonare allo Speaker della Camera, il repubblicano Kevin McCarthy, per capire come stanno le cose.

Blinken, comunque, ha allargato il campo, sollecitando Lavrov a rientrare nel New Start , il Trattato sulla limitazione delle testate nucleari e, infine, sottoponendo «una proposta seria» per ottenere la liberazione di Paul Whelan, l’ex marine condannato per spionaggio dai tribunali russi. La portavoce del ministro russo, Maria Zakharova, ha commentato: «Lavrov ha risposto a modo suo». Vale a dire, ma è solo un’interpretazione: la nostra posizione non cambia.
Poco prima dello scambio con Blinken, il ministro russo aveva visto il titolare degli Esteri cinese, Qin Gang. Ne è venuto fuori un documento aggressivo nei confronti dell’Occidente, accusato di usare «ricatti e minacce» per imporre i propri valori.

Il ministro russo, nella conferenza stampa finale, ha avuto un pensiero anche per Silvio Berlusconi: «È un uomo ragionevole che non cerca di dipingere tutto in bianco e nero, non cerca di intensificare tensioni nel mondo sotto lo slogan della lotta della democrazia contro l’autocrazia».

Il breve faccia a faccia tra Blinken e Lavrov ha dato spessore al G20, guidato dall’India. Negli ultimi mesi il presidente Narendra Modi ha mostrato un approccio oscillante. Il 16 novembre 2022, nel vertice del G20 a Bali, in Indonesia, aveva approvato il comunicato finale con una frase di sostegno all’Ucraina. Il 23 febbraio scorso, nell’Assemblea Onu, l’India si è astenuta ancora una volta sulla condanna dell’invasione putiniana. Ieri, invece, la presidenza indiana ha preparato un testo condiviso da tutti, tranne che da russi e cinesi. Anche gli europei hanno provato a riattivare possibili mediazioni con Mosca. Sembra ripreso, quindi, un certo traffico diplomatico. Sempre ieri il presidente della Bielorussia, Alexander Lukashenko, stretto alleato di Putin, è stato ricevuto dal leader cinese Xi Jinping,a Pechino. I due hanno diffuso una breve nota: «Cina e Bielorussia esprimono un estremo interesse per la possibile instaurazione della pace in Ucraina»

 

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