Un circolo di nuoto contro le donne. A Roma. In tribunale finisce Malagòin casa Malagò.

Maria Elena Vincenzi La Repubblica 4 marzo 2023
Aniene, fallisce la “rivoluzione rosa” E i soci attaccano il presidente
A un anno dall’apertura alle donne, non c’è nemmeno una socia. E intanto in tribunale volano gli stracci

È passato quasi un anno dall’assemblea con la quale il circolo canottieri Aniene ha aperto alle donne. E mentre ancora uno zoccolo duro di soci si oppone a quella decisione tanto da averla trascinata davanti a un giudice, non c’è stata una sola signora che in questi 11 mesi si sia presentata alla reception per chiedere informazioni sull’iscrizione.

Anche perché la rivoluzione democratica e rosa, alla quale il circolo è stato un po’ costretto, è stata assai poco pubblicizzata. E gli interessi del gentil sesso sembrano essere di scarso interesse su quella sponda del fiume: in programma non c’è alcuna attività di quelle che in genere le donne prediligono. Per di più, anche ora che sono state ammesse, ci sono aree che continuano a essere off- limits alle gonnelline da tennis. E sarà questo il motivo per il quale nessuna donna di Roma ha pensato di andarsi ad iscrivere al circolo più chic della capitale. Approccio molto femminile: tu non mi vuoi? Io non ci vengo.

Il disinteresse e l’assenza di domande, però, non sono bastati a placare la rabbia di un socio che ha presentato ricorso contro la delibera dell’assemblea che ha annullato « la locuzione “ di sesso maschile” » dal comma 1 dello statuto. Aprendo, di fatto, alle donne. Quella votazione, secondo lui, è illegittima perché, spiega in un ricorso presentato al tribunale di Roma, il voto fu fatto per alzata di mano.

In modo sommario perché, questo il sospetto sotto traccia, quella scelta era l’unica possibile. Perché i media, questo giornale in particolare, avevano criticato l’esclusione delle donne da un circolo presieduto da un uomo, Giovanni Malagò, che guida il Coni e siede nel direttivo del Cio.Perché alcune parlamentari avevano presentato un’interrogazione sul tema. E perché il Comune di Roma aveva annunciato l’intenzione di revocare la concessione ai club chiusi alle donne.

Il risultato è stata la decisione di Malagò dare il benvenuto alle signore. Ma essendo un circolo, ovviamente, la novità doveva essere votata. Ed ecco così che si arriva alla contestata riunione del 4 aprile scorso. I soci sono sparpagliati, si spiega nel ricorso, tra la sala antistante, il salone principale, le terrazze e le scale. Quando il presidente dispone di procedere per alzata di mano, si genera il caos. Contare è quasi impossibile: non si riescono a vedere tutti gli aventi diritto.

Tanto che la votazione si ripete più volte e vengono pronunciate frasi tipo: « andate a vedere fuori, per cortesia » , « rialzate le mani » , « ricontate » , « andiamo fuori e contiamo, una mano sola » . E dopo il conteggio incriminato, la frase del presidente sarebbe stata: « Allora 237 persone hanno votato a favore, conseguentemente, qualunque sia il numero dei contrari, la maggioranza è a favore dell’approvazione». Il socio che sta cercando di far annullare quella delibera sostiene che sia illeggitima.

Che la decisione sia stata presa in modo vago e impreciso. Alla vaccinara, si potrebbe pensare, se non si stesse parlando dell’Aniene. Come testimoni di quegli attimi di concitazione in cui, per alzata di mano, è stata riscritta la storia del club più storico e blasonato della città, cita una serie di “colleghi” tra i quali anche Cesare San Mauro, avvocato e professore de La Sapienza sotto processo per maltrattamenti alla figlia minore e lesioni alla ex moglie.

La prossima udienza è fissata per il 17 aprile. Resta il fatto che di donne all’Aniene ancora non se ne è vista nemmeno l’ombra.

 

 

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