C’è l’offerta Cdp per la rete Tim. Oltre 20 miliardi

Sara Bennewitz La Repubblica 5 marzo 2023
C’è l’offerta Cdp per la rete Tim Oltre 20 miliardi
Oggi un cda straordinario della Cassa depositi e prestiti Prezzo e quota in contanti superiori al piano degli americani

Si lavora anche di domenica per a trovare una quadratura del cerchio su Telecom Italia, che accontenti gli interessi dell’azienda ma anche quelli del governo, che vuole riportare sotto l’egida pubblica la rete di telefonia fissa. Il consiglio straordinario di Cassa Depositi e Prestiti convocato per oggi pomeriggio dovrà approvare l’offerta non vincolante per il 100% della cosiddetta Netco, il veicolo societario che al suo interno racchiude la rete primaria che dalle centrali va agli armadietti, la rete secondaria di Fibercop che dagli armadietti entra nelle case di tutti gli italiani e la rete dei cavi sottomarini di Sparkle.

Stando a fonti finanziarie la valutazione, non vincolante, fatta da Cdp insieme al fondo Macquarie (che è anche socio al 40% di Open Fiber) sarebbe superiore a 20 miliardi di euro, e prevede una componente in contanti di circa 12 miliardi. Pertanto sia il prezzo, sia l’entità dell’offerta in cash, sarebbero superiori alla proposta fatta da Kkr lo scorso febbraio, la cui validità è stata estesa fino al 24 marzo.

Se l’offerta venisse approvata dal cda guidato da Dario Scannapieco, senza nuove modifiche, Cdp dovrebbe iviarla a Telecom Italia, chea sua volta dovrebbe esaminarla con la procedura riservata alle operazioni tra parti correlate, dato che l’istituto controllato da Tesoro possiede il 9,9% dell’ex monopolista delle Tlc.

Il primo scoglio da superare è la valutazione, dato che il primo azionista di Tim, ovvero il colosso francese Vivendi (23,8%), ha più volte ripetuto che è disposto a sacrificare l’asset principale di Telecom salvo un conguaglio di almeno 31 miliardi. Dopo le dimissioni dell’ad Arnaud de Puyfontaine, Vivendi non è peraltro più rappresentato nel cda del gruppo, senza contare che ogni decisione che il consiglio Timdovesse prendere, trattandosi di un asset rilevante per la società (e stando ad alcune interpretazioni legali tale anche da incidere sullo statuto sociale) dovrebbe comunque passare dal via libera dell’assemblea degli azionisti, dove Vivendi esercita di fatto un potere di veto.

In questi giorni si è inoltre conclusa la consultazione dell’Agcom con i vari operatori telefonici per l’approvazione delle nuove tariffe sulla rete, nell’ambito della quale era previsto anche un sensibile aumento del prezzo della rete in rame, giustificato dal fatto che mantenerla diventa sempre più costoso. L’incremento dell’affitto della rete in rame dovrebbe peraltro incentivare una migrazione verso la fibra, ma di certo rivaluta la rete Tim, e quindi anche la partecipazione di Vivendi. Secondo gli analisti se venissero confermate le tariffe proposte da Agcom, il valore della rete Tim (stimato tra 18 e 21 miliardi) salirebbe di circa un miliardo.

 

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