Meloni blocca la stretta sull’accoglienza, problemi nel governo

Tommaso Ciriaco La Repubblica 6 marzo 2023
Immigrazione, nel governo è resa dei conti Meloni blocca la stretta sull’accoglienza
La premier convoca Piantedosi e congela le nuove norme mutuate dai decreti Salvini A Cutro il Consiglio dei ministri porterà pene più dure agli scafisti e, forse, regole riscritte sui salvataggi in mare

 

Una resa dei conti. Anzi: una sorta di commissariamento di fatto del dossier migratorio. Dopo giorni di silenzi imbarazzati, Giorgia Meloni prende in mano la situazione, consapevole di aver perso il controllo della tragedia di Cutro. «Troppi errori — è stato lo sfogo consegnato ai suoi nelle ultime ore — troppe leggerezze».

Per questo, ha convocato per le prossime ore a Palazzo Chigi Matteo Piantedosi, il ministro dell’Interno su cui si sono addensate voci di sostituzione.

A lui — che la presidente del Consiglio considera colpevole di un approccio «burocratico» a un caso che pretendeva toni e parole adeguate al dramma — chiederà innanzitutto una ricostruzione dettagliata del naufragio. E lo farà avendo al suo fianco Alfredo Mantovano, il sottosegretario alla Presidenza a cui ha affidato la gestione della nuova fase. Valuteranno inseme le eventuali falle logiche dell’impianto. E soltanto dopo aver ascoltato da Piantedosi ogni dettaglio, daranno il via libera all’intervento in Aula del ministro, previsto domani alla Camera.

Ma c’è di più, e di più pesante: Meloni chiederà al ministro dell’Interno di rimettere nel cassetto il pacchetto di norme mutuate dai decreti Salvini, quelle che prevedono una stretta sull’accoglienza dei migranti. Sarebbe semplicemente «folle» — oltreché dannoso in termini di opinione pubblica — immaginare di presentarsi con queste novità sul luogo della strage.

Semmai, nel Consiglio dei ministri che si terrà in Calabria entro venerdì, il governo approverà una stretta sulle pene per i trafficanti di esseri umani. E potrebbe addirittura ritoccare — ma questa opzione è ancora in bilico e oggetto di confronto — le regole sul salvataggio in mare.

Palazzo Chigi potrebbe metterci mano, spiegando la scelta con la volontà di fare chiarezza ed eliminare ogni possibile zona grigia.

Non che Meloni abbia cambiato idea sul pugno duro in materia d’immigrazione, sia chiaro. È stata lei a tentennare lungamente attorno a una possibile visita in Calabria, decidendo infine di soprassedere: un errore, secondo i suoi consiglieri. I dirigenti più fidati l’hanno anche messa in guardia dal rischio che la tragedia di Cutro — e la fredda distanza con cui l’esecutivo ha trattato la vicenda — possa a tal punto aver scosso l’opinione pubblica da danneggiare il consenso del governo. Ma è successo anche altro, nelle ultime ore.

Alcune fonti riferiscono di contatti riservati di massimo livello di Meloni e del sottosegretario alla Presidenza Alfredo Mantovano con il Vaticano. Il canale sarebbe quello della Segreteria di Stato. È un fatto, comunque, che ilPapa ha invocato ieri un contrasto fermo dei trafficanti di esseri umani, ricevendo l’immediata adesione di Meloni sui social. Il punto dovrebbe essere assorbito con nuove regole sugli scafisti nel consiglio dei ministri di Crotone.

Non si esaurisce qui l’intervento della leader di FdI. A Piantedosi comunicherà la decisione di bloccare il pacchetto scritto da Salvini e sposato dal Viminale. I due ministri avevano programmato di reagire alla sciagura in mare portando a Cutro anche un inasprimento delle regole sull’accoglienza e un irrigidimento delle procedure per i rimpatri. Sono capitoli da trattare in seguito, e comunque cercando di rimodularli.

C’è poi un altro dettaglio da non trascurare. L’invito di Meloni a Piantedosi a Palazzo Chigi era esteso anche a Salvini. Il leghista, a sera, ha però rilanciato l’agenda di oggi — tutta al Nord — giurando: «Non ci sono altri appuntamenti, tantomeno su Roma ». È un segnale: il vicepremier continua a tenersi alla larga dal caso Cutro, delegando la gestione — e la copertura politica — al ministro dell’Interno. La partita è insomma in rapida evoluzione. Sempre che Piantedosi, infastidito dalla difesa tiepida della premier, decida di accettare quello che assomiglia molto da vicino a un commissariamento.

 

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