Giacomo Salvini il Fatto Quotidiano 7 marzo 2023
Il futuro leader repubblicano non sarà pro-Kiev
Meloni ha un guaio con gli Usa: la destra americana “filo Putin”
La questione per Palazzo Chigi è ancora “prematura ”. E d’altronde i venti mesi che rimangono prima delle elezioni presidenziali negli Stati Uniti del 2024 permettono a Giorgia Meloni quantomeno di prendere tempo, di minimizzare.
Eppure alle orecchie della premier nelle ultime ore sono arrivati i dispacci da Washington, dove si è appena tenuta la Conservative political action conference (C – pac), la più grande conferenza annuale del Partito Repubblicano americano istituita da Ronald Reagan nel 1974. E i resoconti che le hanno fatto i suoi parlamentari ed europarlamentari (una decina in tutto) sono stati campanelli d’allarme. Perché, ed è questa la preoccupazione di Meloni, i principali candidati dalla Casa Bianca del Gop non solo criticano la linea pro-Kiev di Joe Biden, ma hanno manifestato la loro contrarietà anche all’invio di armi all’Ucraina.
Insomma, sia l’ex presidente Donald Trump sia il governatore della Florida Ron DeSantis (assente a Washington) hanno dichiarato di voler cambiare l’approccio anti-Putin tenuto fino a oggi dall’amministrazione democratica.
IL PRIMO è stato proprio Trump, che dal palco della Cpac ha annunciato la sua ricandidatura nel 2024. Quest’ultimo però, sulla guerra, ha detto che solo lui sarebbe in grado di “evitare la terza guerra mondiale” e far finire il conflitto in Ucraina facendo scendere a più miti consigli il presidente russo Vladimir Putin con cui, ha detto, “andrò d’accordo”.
Anche DeSantis, assente alla Cpac di Washington, ma considerato uno degli astri nascenti nel Partito Repubblicano, il 21 febbraio per la prima volta ha dato un primo assaggio delle sue idee in politica estera: parlando a Fox News, DeSantis ha detto che gli aiuti all ’Ucraina rappresentano una “politica di assegno in bianco” a Kiev senza “un chiaro obiettivo strategico”.
Inoltre ha parlato apertamente di “guerra per procura” con la Cina in cui “non ci conviene entrare”. Quindi Meloni ha un problema: da sempre ha sostenuto i candidati repubblicani – da ultimo Trump –costruendo legami con il Partito Repubblicano, ma nel 2024 potrebbe pagare il prezzo di sostenere un candidato vicino alle posizioni di Mosca. Posizione che smentirebbe la linea filo-atlantista tenuta fino a oggi dal governo italiano sotto l’ombrello della Nato.
Così la delegazione di Fratelli d’Italia alla Cpac composta da una decina di parlamentari ed europarlamentari di peso (tra questi Nicola Procaccini, Carlo Fidanza, Federico Mollicone e Mauro Rotelli) ha preso le distanze dalle posizioni “isolazioniste” di Trump.
A QUESTO proposito, probabilmente a fine aprile, Meloni volerà a Washington per incontrare Biden alla Casa Bianca nella prima visita ufficiale negli Stati Uniti. In quell’occasio – ne la premier italiana ribadirà il sostegno totale a Kiev, nonostante i dubbi anche espliciti degli alleati Silvio Berlusconi e Matteo Salvini che sono stati notati a Washington.
Trump e DeSantis permettendo.