Tra Torino e Pechino Express. Come si mangia e beve a Torino?

La Stampa 9 marzo 2023
“Si beve e si mangia male, Torino è una città di merda”. E i ristoratori ora boicottano i vini di Franco Morando
 
Le accuse dell’imprenditore durante un dialogo con l’avvocata finita nella bufera a Pechino Express. Confesercenti e Fiepet: «Parole inaccettabili». E alle associazioni di categoria arrivano le proteste dei ristoratori: “Non compreremo mai più i vini della sua tenuta Montalbera”


E’ un’edizione che mette Torino sotto i riflettori quella di Torino Express di quest’anno. Dopo l’avvocata torinese Alessandra Demichelis, finita nella bufera per aver dichiarato che i poveri dovrebbero bruciare all’inferno, ora i ristoratori torinesi sono in rivolta contro l’imprenditore del vino Franco Morando che – durante un video con la stessa avvocata – ha dichiarato: «Torino è una città di merda, non ci vivrò mai. Lo dico contro i miei interessi, se volete mangiare e bere male venite a Torino. È imbarazzante. Fate 70 km in più, siete a Milano e vivrete meglio».

“I poveri devono bruciare tutti all’inferno”. Torino, il video che imbarazza l’avvocata influencer di Pechino Express

È stato profeta, Franco Morando. Se voleva ledere i suoi interessi parlando ci è riuscito perfettamente. «Nei miei tre locali toglierò immediatamente dalla carta dei vini i prodotti della casa vinicola Montalbera» ha dichiarato Fulvio Griffa, presidente di Fiepet-Confesercenti, l’associazione di pubblici esercizi. Griffa non è solo. In queste ore a Confesercenti stanno arrivando moltissime reazione da parte di bar e ristoratori torinesi indignati dalle parole dell’imprenditore.

Mai più comprerò il suo vino e chiederò ai miei colleghi di fare altrettanto. Una persona così non merita nessun tipo di considerazione, tanto più di essere ospitato nel mio locale

«Il mondo della ristorazione è in rivolta – dice Giancarlo Banchieri, presidente di Confesercenti – e come associazione riteniamo opportuno dare voce alla categoria. Una categoria che con fatica esce da anni difficili e che con sacrificio sta riportando la città alla sua vivacità e alla sua vocazione naturale, quella enogastronomica. Non possiamo accettare questa denigrazione verso professionisti preparati, attenti e appassionati, capaci di promovere il buon nome di Torino, sia a livello nazionale che internazionale».

Noi lavoriamo tutti i giorni per rendere Torino accogliente. E l’enogastronomia è il nostro biglietto da visita. Nessuno può permettersi di descrivere così Torino e noi ristoratori

Franco Morando, 43 anni, laurea in giurisprudenza, è nipote di Enrico Riccardo, torinese, uno dei pionieri del pet food in Italia. È l’erede di terza generazione di una delle famiglie più facoltose e in vista del Piemonte. Oltre agli alimenti per animali, il nonno, il padre Walter e lo zio Giovanni, hanno investito nel vino, dando alla luce Montalbera, una tenuta fra il Monferrato e le Langhe, dove si produce soprattutto il Ruchè, un vino rosso.

 

Le parole di Morando sono emerse nel corso del video con l’avvocatessa torinese già finita nella bufera. In quel momento si parlava di Torino e Morando così attaccava il ristorante Il Cammbio e il suo bar Cavour: «C’erano solo escort e poveri». Poi l’allargamento delle offese a tutta la ristorazione torinese.

In serata lo stesso imprenditore ha voluto chiedere scusa: «A seguito della mediatizzazione di un video in cui sono presente, ritengo doveroso precisare che le affermazioni fatte, seppur assolutamente fuori luogo, sono state dette in un contesto scherzoso tra amici al termine di una cena. Questo non giustifica un comportamento ma lo inquadra in un contesto preciso».

L’imprenditore vinicolo ha inoltre aggiunto: «Sono affermazioni che non penso e che non corrispondono alla mia persona, per questo motivo me ne dispiaccio e mi sento di chiedere scusa a tutti coloro che si sono sentiti offesi o, in qualche modo, colpiti da tali esternazioni. Non penso assolutamente che la ristorazione a Torino sia scarsa, anzi penso che negli ultimi anni il livello si sia ulteriormente alzato e da piemontese che sono vivo questo territorio che amo, sia come cittadino che come imprenditore».

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.