Assalto ai giornali anche a Bari, la passione “informazione” dei costruttori

Giovanni Valentini Il Fatto Quotidiano 11 Marzo 2023
 
Assalto ai giornali, tra speculazioni e scempi urbanistici
 
A Bari lo storico edificio della “Gazzetta ” rischia di essere diviso in casette
“I giornali appartengono tutti a gente ricca. E i ricchi
fanno tutti parte dello stesso club”
(da Il lungo addio di Raymond Chandler, Adelphi)

 

Nel panorama desolato della stampa nazionale, il caso della Gazzetta del Mezzogiorno, quotidiano di Bari con 135 anni di storia alle spalle, assume il valore emblematico di un paradigma edil-editoriale che rischia di suscitare uno scandalo architettonico e urbanistico.

La vicenda conferma una volta di più, per chi finge ancora di non saperlo, che gli “editori impuri” non comprano i giornali per fare informazione, bensì per fare affari su altri tavoli: edilizia, sanità, concessioni statali, autorizzazioni regionali o comunali.

E lo fanno anche a costo di sfidare le leggi urbanistiche, come appunto nel caso della Gazzetta, assistititi magari da uno stuolo di avvocati con il cuore a sinistra e il portafoglio a destra.

Dichiarato nel giugno 2020 il fallimento dell’azienda dall’editore Mario Ciancio di Sanfilippo, indagato adesso per bancarotta fraudolenta insieme al figlio Domenico e ai loro manager di fiducia, la Gazzetta è andata all ’asta e s’è trovata al centro di un’alterna contesa giudiziaria: da una parte, i fratelli Ladisa (ristorazione collettiva) che in un primo momento se ne erano assicurati il controllo; dall’altra, la cordata composta da Antonio Albanese (rifiuti) e da Vito Miccolis (trasporti) che ne rivendicavano l’aggiudica – zione, con l’appoggio di alcuni rappresentanti sindacali.

Tant’è che il quotidiano, diffuso in Puglia e Basilicata, è rimasto assente dalle edicole per sette mesi. La vertenza è stata ulteriormente complicata dalla circostanza che la gestione pre-fallimentare competeva a una società (Edisud) mentre la proprietà della testata e del palazzo, sede del giornale in viale Scipione l’Africano, a un’altra società (Mediterranea).

Nel lungo braccio di ferro che ne è seguito, alla fine i pretendenti hanno raggiunto un accordo sulla spartizione delle spoglie, siglando un “patto del mattone” per dividersi l’ambito edificio: secondo il loro progetto, l’immobile dovrebbe essere demolito e trasformato in un centro residenziale, con 76 appartamenti di civile abitazione e garage sotterranei dov’è tuttora installata la vecchia rotativa.

L’armistizio conferma il sospetto che fin dall’inizio “l’oscuro oggetto del desiderio”, e il vero affare in palio, fosse il palazzo più che il giornale. Ora, però, l’Ordine degli architetti della provincia di Bari è insorto contro questa operazione che riguarda un immobile di pregio, realizzato su progetto dell’architetto Onofrio Mangini, sotto la direzione dei lavori dell’ingegner Mauro Sylos Labini. E per bocca del presidente, Mimmo Mastronardi, la categoria lancia l’allarme: “Fermate la distruzione dell’architettura moderna barese”.

L’Ordine invoca il rispetto della legge regionale 14 del 2008 sulle “Misure a sostegno della qualità delle opere di architettura e di trasformazione del territorio”. Ma la protesta coinvolge anche la responsabilità del sindaco di Bari, Antonio Decaro, presidente dell’Anci (l ’Associazione nazionale dei Comuni italiani) e aspirante alla presidenza della Regione.

La Gazzetta del Mezzogiorno, dopo aver perso per la prima volta nella sua storia il primato diffusionale sotto la gestione Albanese-Miccolis a vantaggio del Quoti diano di Puglia (gruppo Caltagirone), rischia così di subire un altro scempio edilizio.

Già nel 1982 l’antico palazzo dell’ex piazza Roma, con quattro cariatidi alla base, una cupola e un globo luminoso in cima, fu abbattuto dalla furia iconoclasta dei proprietari dell’epoca, Stefano Romanazzi e Giuseppe Gorjux, infliggendo uno sfregio architettonico alla città. Quarant’anni dopo, la storia minaccia di ripetersi.

A riprova che l’assalto al Palazzo dell’informazione può rendere più in termini di speculazione edilizia che di impresa editoriale.

 

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