Rivolta contro la BBC che censura il dissenso sull’immigrazione

Luigi Ippolito Corriere della Sera 12 marzo 2023
Caso Lineker, rivolta alla «Bbc»: niente sport in solidarietà con l’ex campione sospeso dalla rete
Rivolta dei conduttori in solidarietà con l’ex icona della nazionale. E intanto si riapre la polemica politica sulla tv pubblica britannica

 

È rivolta aperta alla Bbc: l’emittente pubblica britannica è stata costretta a cancellare la maggior parte dei suoi programmi sportivi dopo lo «sciopero» dei conduttori in solidarietà con Gary Lineker, l’ex campione della nazionale di calcio inglese e ora commentatore di punta della Bbc, sospeso dagli schermi per aver paragonato la nuova legge del governo sull’immigrazione, che prevedere la deportazione in Ruanda di chi sbarca illegalmente attraverso la Manica, all’atteggiamento della Germania nazista negli anni Trenta.

Il suo tweet è stato criticato dalla ministra dell’Interno, Suella Braverman, che ha sottolineato come «sminuisce l’indicibile tragedia dell’Olocausto», ma anche da esponenti delle comunità ebraiche. Tuttavia il nodo della questione non è tanto il contenuto del tweet in sé, ma il fatto che la Bbc fa della propria imparzialità un totem inviolabile : l’emittente pubblica ha fatto sapere di aver avuto «ampie discussioni con Gary e il suo team negli ultimi giorni. Consideriamo che la sua recente attività sui social media sia una violazione delle nostre linee guida. Non abbiamo mai detto che Gary non può avere le sue vedute sulle questioni che gli stanno a cuore, ma abbiamo detto che dovrebbe tenersi lontano dal prendere posizione su controversie politiche».

La Bbc aveva chiesto all’ex calciatore di fare marcia indietro, ma lui si è rifiutato e ha fatto capire che avrebbe continuato a dire quello che voleva: a questo punto la decisione di sospenderlo era inevitabile. Lineker è il conduttore più pagato della tv pubblica britannica, con un contratto equivalente a un milione e mezzo di euro l’anno (finanziato dai contribuenti). I dipendenti della Bbc sono tenuti ad attenersi a un rigoroso codice di condotta di neutralità politica: diversi giornalisti di punta hanno fatto notare che se loro avessero pubblicato un tweet del genere, sarebbero stati licenziati in tronco. Lineker sostiene di essere un collaboratore esterno e dunque di non essere vincolato al codice di condotta, ma per il pubblico lui resta uno dei volti più identificabili della Bbc.

La polemica ha investito il mondo politico, con i laburisti che hanno denunciato la «codarda decisione» di oscurare Lineker e hanno parlato di «attacco alla libertà di parola». Ma i conservatori ribattono che «Gary ha messo in chiaro che intende continuare a twittare le sue opinioni e ovviamente ha diritto ad averle: ma lui è la persona più pagata che lavora alla Bbc ed è strettamente associato con la rete. Le due cose non sono compatibili».

A complicare la controversia c’è il fatto che l’attuale presidente dell’emittente, Richard Sharp, è stato nominato da Boris Johnson subito dopo aver facilitato l’ottenimento di un prestito di 800 mila sterline da parte dell’allora primo ministro: un chiaro conflitto di interessi, di fronte al quale però Sharp non ritiene di doversi fare da parte. E dunque c’è chi parla di due pesi e due misure.

La Bbc è da tempo sotto attacco: ma lo è soprattutto da parte della destra conservatrice, che la considera un covo di liberal metropolitani ostili alla Brexit, tanto che si è parlato più volte di prosciugarne le fonti di finanziamento. Dall’altro lato, la sua copertura è stata criticata da sinistra come troppo indulgente verso il governo: ma forse quando si diventa bersaglio di campi avversi, vuol dire che è un buon segno di imparzialità.

 

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