La prima di Elly tra politica, messaggi interni ed effetti mediatici

 

Wanda Marra il Fatto Quotidiano 13 marzo 2023
 
La prima di Schlein: sanità, salario minimo e bordate ai cacicchi
 
Obiettivi, da Vincenzo De Luca a Oliviero, da  De Caro a Casillo, fino alla coppia Adamo-Bruno Bossio. In platea i vecchi big spaesati

 

Ci sono le lacrime di emozione tra le delegate all’Assemblea del Pd, davanti a una segretaria che sfida Giorgia Meloni, ricordandole che “il tetto di cristallo non si rompe da solo ”, in un crescendo dell’orgoglio femminista con cui Elly Schlein conclude la riunione. E c’è il disagio della vecchia classe dirigente dem, dai capi corrente ai cacicchi che lei prende di petto, nell’intervento di apertura, dopo essere stata proclamata segretaria: “Non ci serve una resa dei conti, dobbiamo mettere a valore le nostre differenze”, scandisce.

E poi affonda: “Anche dentro di noi abbiamo dei mali da estirpare: non vogliamo più vedere stranezze nei tesseramenti, non vogliamo più vedere capibastone e cacicchi vari. Ne va della credibilità del Pd, e su questo non sono disposta a cedere di un millimetro”.  Non è solo generico il riferimento di Schlein: in Campania, oltre a Vincenzo De Luca, il Presidente, pensa a Gennaro Oliviero, Presidente del Consiglio regionale, ras dei voti del casertano, al beneventano Umberto Del BassoDe Caro, a Maurizio Petracca, l’avellinese consigliere regionale, a Mario Casillo, Mr. 40 mila preferenze; in Puglia ai consiglieri regionali pugliesi Filippo Caracciolo di Barletta e Donato Metallo del Salento; in Calabria, alla coppia Nicola AdamoEnza Bruno Bossio.

Intanto, alla Nuvola di Roma, l’entusiasmo e lo spaesamento vanno insieme. E questa sorta di “Occupy Pd ” istituzionalizzata c’è anche chi cerca di prenderla con ironia.  Come Graziano Delrio (mozione Bonaccini) che saluta Andrea Orlando (mozione Schlein): “Tu che sei un capo corrente e un ex ministro, non dovresti andarti a nascondere?”.

PARLA di lavoro (dalla battaglia da fare insieme a tutte le opposizioni sul salario minimo, al Reddito di cittadinanza alla lotta al precariato), di sanità e di diritti per i nuovi italiani e per la comunità Lgbt, dichiara guerra alla Bossi Fini e si scaglia contro l’a u t o n omia differenziata di Calderoli, ribadisce la necessità di “un’ecologia integrale”, Elly Schlein. Vola alto, sceglie come orizzonte e come cornice l’Europa.  Ma sa perfettamente che il primo nemico dei segretari del Pd è sempre stato lo stesso Pd: “Bi  sogna avere cura della relazione umana ancor prima di quella politica.

Abbiamo bisogno di porre definitivamente fine alle conflittualità interne che ci sottraggono energie preziose”, avverte.  Le prime due settimane dopo la vittoria alle primarie sono state in gran parte dedicate a puntellarsi attraverso la costruzione di una relazione preferenziale con Stefano Bonaccini, che ieri appare fin troppo esibita: per lui è l’ultimo abbraccio prima di salire sul palco da segretaria, l’ultimo cenno complice.  E lui pronuncia un vero e proprio intervento da Presidente dem, non un puro saluto rituale, a tratti applaudito quasi più della segretaria.

Per Elly, dividere il campo della minoranza, portare dentro il più possibile di quell’area è vitale. Se il Presidente dell’Emilia Romagna si prepara a mettersi a servizio della Ditta, i capi corrente per la direzione discutono fino all’ultimo momento.  Soprattutto agli ex renziani di Base Riformista, l’unità piace poco, considerano Elly troppo generica, Bonaccini come capo corrente non convince. A proposito di conflitti interni, sparsi nella sala ci sono Dario Franceschini e Nicola Zingaretti, Lorenzo Guerini e Graziano Delrio, seduti vicini.

I più perplessi sono gli ultimi due. Elly la aspettano al varco. Annuiscono quando cita Sergio Mattarella, loro che a lui sono di certo più vicini della segretaria, che con il Capo dello Stato ha un rapporto tutto da costruire.  Ma quando ribadisce la difesa dell ’Ucraina applaudono anche loro.  Intanto, Michele Emiliano plaude all’elezione di Luciana Capone, presidente del Consiglio pugliese, a vice presidente dem.

Opera di Francesco Boccia (“Io sono il cacciatore di cacicchi”, ride), uomo forte del Pd di Elly, che ha tenuto anche il Governatore della Puglia –schierato con Bonaccini – in una posizione unitaria antelitteram. La vera incognita resta De Luca, il cui figlio Piero, comunque entra in direzione.  Insieme a “cacicchi”, come la Bruno Bossio. E a sorprese come David Ermini, ex vice presidente del Csm. Ma anche con le Sardine Jasmine Cristallo e Mattia Santori, ai “rientran  ti” esponenti di Articolo 1. E a Goffredo Bettini.

 EQUILIBRI non facili: per la segreteria e i capigruppo bisognerà aspettare ancora un po’.  Ieri, il tesoriere eletto è un or landiano (Michele Fina) e l’al  tra vice presidente, Chiara Gribaudo, che forse si è esposta un po’ troppo, visto che si aspettava un ruolo in segreteria.  Comunque sia, l’allargamento del Pd è già in atto: Elly cita Zingaretti per Piazza grande e Letta per le Agorà.  E poi Prodi, l’ulivista per definizione, ma non Veltroni, il fondatore nonché il teorico della vocazione maggioritaria.

Finisce con i selfie gli abbracci. Domani è un altro giorno.

 

 

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.