Mosca apre al Papa. Xi mediatore vedrà Putin e scalza Biden

Alessia Grossi il Fatto Quotidiano 14 marzo 2023
 
Mosca apre al Papa. Xi mediatore vedrà Putin e scalza Biden
Le mosse. Kirill invoca l’unità religiosa. Il presidente cinese Xi Jinping vuole andare a Mosca a parlare con il suo omologo russo, Vladimir Putin, e vuole farlo il prima possibile, al più tardi la settimana prossima. 
 

Con questa notizia, la possibile mediazione del Dragone nel conflitto si fa più concreta, dopo il piano di pace in 10 punti presentato dal leader cinese che in realtà di concreto non aveva molto. Jinping vorrebbe parlare in videoconferenza anche al presidente ucraino, Volodymyr Zelensky, subito dopo: il programma di viaggio è inteso in parte a capitalizzare lo slancio derivante dall’a ccordo tra Arabia Saudita e Iran, firmato a Pechino, che ha messo fine a sette anni di distanza tra i due Paesi, secondo il Wall Street Journal, il quotidiano che ha dato il mese scorso per primo la notizia, rilanciata ieri da Reuters.

Un barlume di speranza per la fine della guerra, dunque, ma anche un segnale “destabilizzante” per l’assetto internazionale, secondo Londra, se si pensa che se anche l’accordo tra Russia e Ucraina si dovesse fare sotto l’egida del Dragone, l’influenza di Pechino non solo in Medio Oriente, aumenterebbe, scalzando di fatto quello degli Stati Uniti. Anche se la Casa Bianca con il consigliere per la sicurezza Jake Sullivan fa sapere di aver incoraggiato il leader cinese a contattare Zelensky.

DAGLI INTERESSATI non arrivano però conferme né smentite: il ministero degli Esteri cinese e quello russo non commentano e il portavoce del Cremlino Dmitry Peskov dichiara di non avere nulla da dire “per ora” sull ’argomento.

Quando le due parti decideranno di fare un annuncio “vi faremo sapere”, ha aggiunto, ribadendo che al momento Mosca non vede i presupposti per una soluzione pacifica inUcraina e quindi rimane convinta di poter perseguire i suoi obiettivi “solo per via militare”. D’altro canto, il ministro della Difesa russo Serghei Shoigu, in un messaggio inviato al generale Zhang Yuxu per la sua conferma a vicepresidente del Consiglio militare centrale cinese, ha sottolineato che le relazioni bilaterali hanno raggiunto “un livello senza precedenti”. Va detto che ieri il leader ceceno Ramzan Kadyrov, fedele di Putin e sostenitore dell’ “operazione speciale”, ha incontrato il presidente russo per discutere della guerra, segno che forse qualcosa si sta muovendo anche vicino a Putin. Il Cremlino ha aperto a una possibile visita del Papa a Mosca, evocata sabato dal Pontefice.

“Dobbiamo aspettare una dichiarazione del Vaticano”, ha detto Peskov spiegando che ci sono “contatti regolari con il Vaticano tramite i nostri diplomatici, non ho altre informazioni in merito”. Un segnale negativo è arrivato ieri da Ginevra, dove, ai colloqui con rappresentanti Onu, la Russia si è detta disposta a prolungare solo di 60 giorni l’ac – cordo per l’esportazione del grano dai porti ucraini, in scadenza il 18 marzo. Kiev, oltre a Mosca, ha dato segnali nelle settimane scorse di volere studiare il piano cinese.

Parole di pace vengono anche dal Patriarca Kirill in un messaggio inviato a Papa Francesco per i dieci anni del suo pontificato.  “In questi tempi difficili, un dialogo tra leader religiosi può dare buoni frutti e contribuire ad unificare gli sforzi della gente di buona volontà per guarire le ferite della creazione di Dio”, ha scritto il capo della Chiesa ortodossa russa.

Sul versante internazionale la notizia è che il Tribunale penale intende aprire due casi per crimini di guerra legati all ’invasione dell’Ucraina e chiederà mandati di arresto per diverse persone, secondo quanto scrive il New York Times.

Intanto sul campo la battaglia infuria a Bakhmut, dove le forze russe sono date a tre chilometri dalla ferrovia che porta rifornimenti agli ucraini, secondo imercenariWagner, “mandati al sacrificio” nella roccaforte della resistenza irrecuperabile per la Russia, secondo l’Institute for Study of War.

L’Isw spiega che il capo, Prigozhin, ha sopravvalutato la fiducia di Putin e ora a corto di forze, secondo il sindaco di Melitopol, starebbe reclutando uomini in cambio di 2 mila euro al mese. Ieri le forze russe hanno sparato razzi su una scuola di Avdiivka, uccidendo un residente.

La Moldavia, tirata in ballo in una possibile crisi governativa, “non affronta un pericolo militare imminente – ha detto il ministro della Difesa, Anatolie Nosatîi – ma piuttosto una guerra ibrida fatta di tensione, disinformazione e destabilizzazione”.

 

 

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