Se gli elettori di Salvini Meloni e Conte sono contrari all’invio delle armi

Cesare Zapperi Corriere della Sera 25 febbraio 2023
Armi all’Ucraina, la maggioranza degli italiani è contraria. Il sondaggio.
Un italiano su due non si schiera ma solo il 7% è con Mosca. Prevale il no all’invio delle armi. I più contrari agli armamenti si trovano tra gli elettori di Lega, Movimento 5 Stelle e Fratelli d’Italia. Favorevoli i sostenitori di Pd e Forza Italia

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Il sondaggio: Fratelli d’Italia rallenta la corsa, M5S sopra il 18%, Pd fermo

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 25 gennaio 2023
Il sondaggio: Fratelli d’Italia rallenta la corsa, M5S sopra il 18%, Pd fermo
Il partito di Giorgia Meloni al 30,5%, crescono Lega e Forza Italia. Il gradimento della presidente del Consiglio scende ai livelli di inizio mandato. Tutti i dati del sondaggio

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Inflazione e guerra spaventano. Così il clima sociale è peggiorato in un anno

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 3 gennaio 2023
Il sondaggio, inflazione e guerra spaventano 8 italiani su 10. Così il clima sociale è peggiorato in un anno
Il 2021 aveva portato crescita del Pil ed entusiasmo per i successi sportivi: ora il carovita e la crisi energetica lasciano incertezze per il futuro. leggi tutto

Il sondaggio di Pagnoncelli da Fratelli d’Italia al 31,4% e Lega al 7,3%

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 26 novembre 2022
Il sondaggio: Fratelli d’Italia sale al 31,4%, Lega al 7,3%. M5S supera il Pd, il Terzo polo raggiunge Forza Italia
Il partito di Salvini al 7,3%. Cresce il gradimento per la premier Meloni: il 49% degli intervistati esprime un parere positivo

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Il sondaggio Ipsos: Fratelli d’Italia sfiora il 30% ed erode ancora FI e Lega

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 29 ottobre 2022
Il sondaggio Ipsos: Fratelli d’Italia sfiora il 30%. Pd al 18,8%, calano FI e Lega
Al terzo posto il M5S (16%). Calano Lega e Forza Italia. Per Giorgia Meloni gradimento al 54. Secondo gli intervistati con il nuovo esecutivo più controllo sui migranti ma diritti civili meno tutelati

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Meloni e Letta polarizzano il dopo Draghi, ma le alleanze saranno decisive

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 30 luglio 2022
Elezioni: Pd e Fratelli d’Italia appaiati al 23%.
Coalizioni, il centrodestra domina

 

Calenda al 3,6, i 5 Stelle precipitano all’11,3, cala anche la Lega. Aumenta il gradimento di Draghi, i consensi tra gli elettori di destra

Le dimissioni del presidente del Consiglio Mario Draghi e la fine anticipata della legislatura hanno rappresentato un fulmine a ciel sereno per molti italiani, gran parte dei quali non segue le vicende politiche, o lo fa distrattamente, soprattutto durante il periodo estivo, quando si è alle prese con i programmi delle vacanze e solitamente si pensa ad altro. La crisi di governo ha avuto riflessi positivi sull’indice di gradimento dell’esecutivo e del premier che hanno fatto registrare un aumento di 3 punti rispetto al mese scorso, passando rispettivamente da 55 a 58 e da 59 a 62, valori molto elevati a poco meno di un anno e mezzo dall’insediamento. Va sottolineato che le valutazioni positive riguardanti Draghi prevalgono tra tutti gli elettorati, sia pure con valori molto diversi: dal 92 dei dem, al 53 dei pentastellati, passando dal 77 degli elettori di Forza Italia, al 61 di quelli della Lega; anche tra le file di Fratelli d’Italia, il principale partito di opposizione, si registra un indice positivo (54) mentre tra gli astensionisti le opinioni si dividono e l’indice di gradimento si attesta a 50. Dunque, si tratta di una sorta di tributo al premier dimissionario del quale si è apprezzato l’operato in un periodo estremamente complesso della vita del Paese.

Chi guadagna e chi perde consenso dalla crisi di governo e dalla chiusura anticipata della legislatura? Tra i partiti aumentano Fratelli d’Italia (+3,3%) e Partito democratico (+2,4%), mentre arretrano Lega (-1,5%), Movimento 5 Stelle e Forza Italia (entrambe -0,8%) tra le forze politiche principali, e tra quelle minori il movimento di Luigi Di Maio, Insieme per il futuro (-1%), e Italexit (-0,9%). La graduatoria vede in testa il partito di Giorgia Meloni (23,3%) e il Pd (23,2%), distanziati di un solo decimale e ai massimi livelli registrati da sempre il primo e dall’inizio della legislatura il secondo; a seguire Lega (13,5%), Movimento 5 Stelle (11,3%) e Forza Italia (9%). Tra gli altri, superano la soglia di sbarramento la federazione Azione/+Europa (3,6%), l’alleanza tra Sinistra italiana e Verdi (3,4%) e Italexit (3,1%). Con l’annuncio della data delle elezioni si è ridotta di quasi due punti la quota degli astensionisti e indecisi, oggi al 40,6%. Il venir meno della possibile alleanza tra Partito democratico e Movimento 5 Stelle a seguito del ruolo assunto dai pentastellati nel determinare la fine del governo Draghi, assegna un netto vantaggio alla coalizione di centrodestra su quella di centrosinistra (45,8% a 33%).

Le rilevazioni condotte all’indomani della decisione del presidente della Repubblica Sergio Mattarella di concludere anticipatamente la legislatura e andare alle elezioni hanno evidenziato che la maggioranza relativa degli italiani (42%) attribuisce le maggiori responsabilità della crisi al Movimento 5 Stelle, mentre il 18% è del parere che la crisi sia scaturita dalla volontà di Lega e Forza Italia di sfilarsi dalla maggioranza per andare ad elezioni e il 25% (con punte nettamente più elevate tra gli elettori della Lega, di Forza Italia e del Movimento 5 Stelle) attribuisce le responsabilità maggiori a Draghi che si è mostrato poco incline a cercare un compromesso, accettando le richieste dei partiti dissidenti. Non stupisce, quindi, che Conte sia il leader più penalizzato in termini di gradimento: arretra al sesto posto della graduatoria che aveva a lungo guidato e il suo indice scende di 6 punti (da 31 a 25). In forte calo anche Di Maio (-5 punti), che nel mese precedente aveva beneficiato della decisione di lasciare il Movimento 5 Stelle ottenendo consenso da parte degli elettori più distanti dalla forza di cui fu il capo politico. Gli altri leader, con poche eccezioni, fanno segnare variazioni di un solo punto.

In conclusione, il sondaggio odierno fotografa un netto vantaggio del centrodestra, ma le opinioni e gli orientamenti di voto degli italiani si dovranno consolidare, anche in relazione alla configurazione degli schieramenti in campo e alle loro proposte politiche. Le questioni aperte sono molte, basti pensare agli elettori di centrodestra che apprezzano Draghi e si dolgono della caduta del governo da lui guidato (ad esempio, gli imprenditori e gli artigiani delle regioni settentrionali): come si comporteranno? Confermeranno il voto al partito a cui si sentono più vicini oppure si asterranno, oppure ancora sceglieranno un partito dello schieramento avversario che intende dare continuità all’azione del governo Draghi? E nello schieramento avversario esiste una forza in grado di «traghettare» questo elettorato? E le personalità di Forza Italia che hanno preso la sofferta decisione di lasciare il loro partito troveranno un nuovo soggetto nel quale approdare e potranno contare su un adeguato seguito elettorale? E, ancora, che fisionomia avrà lo schieramento avversario del centrodestra? A giudicare dalle schermaglie di questi giorni tra dichiarazioni di inclusione e di esclusione di questo o quel leader o forza politica, condite da toni accesi che appaiono poco in sintonia con quanto ci si aspetterebbe nella fase costitutiva di una coalizione, si ha l’impressione che non siano ancora ben chiari la sua composizione e il suo posizionamento, mentre la scadenza per la presentazione delle liste si avvicina. E che traiettoria avrà il Movimento 5 Stelle che si presenterà fuori dalle coalizioni? Promuoverà una coalizione più orientata a sinistra come quella costituita da Jean-Luc Mélenchon in Francia? Insomma, le questioni aperte sono molte e il mese di agosto tradizionalmente non scalda i cuori dei cittadini per la politica, quindi la campagna elettorale vera durerà poco più di tre settimane. Ma non dobbiamo dimenticare che nel 2018 un elettore su quattro decise per chi votare nei 7 giorni antecedenti la data delle elezioni. Ci aspettano una campagna elettorale e un voto «last minute».

Abuso Referendario: gli stessi errori negli ultimi 25 anni

Nando Pagnoncelli Corriere della Sera 2022
Referendum, le tre ragioni di un fallimento:
quesiti poco comprensibili, «usura» dello strumento e scarsa mobilitazione

 

Molti elettori avevano dichiarato nei sondaggi pre voto di non essere in grado di comprendere l’impatto dell’abrogazione delle norme oggetto della consultazione

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