De Benedetti, la ex tessera numero uno del PD. 13 anni fa

Aldo Cazzullo su Corriere della Sera 27 gennaio 2009

Colloquio con il leader dei democratici

Il leader del PD: «Dell’ingegnere editore oltre alla passione civile, mi è sempre piaciuta la discrezione»

«De Benedetti e la tessera numero 1 del Pd, solo una boutade»

«Di Carlo De Benedetti, oltre alla passione civile, mi è sempre piaciuta la discrezione. Di un uomo appassionato alla vita pubblica, in Italia si tende a pensare che si ponga come un suggeritore.

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Elkann chiude Micromega

Il Fatto Quotidiano 5 GENNAIO 2021 Angelo Cannatà

Caro Paolo Flores d’Arcais, la chiusura di MicroMega è una grande perdita. Ma ho fiducia in te

Da alcuni giorni il gruppo Gedi non pubblica più MicroMega. La lettera aperta al direttore della rivista, Flores d’Arcais, ragiona su questa decisione e sulla libertà d’informazione in Italia.

Caro Paolo Flores d’Arcais,

non sorprenderti se da questo sito scrivo una lettera aperta sulla chiusura di MicroMega:  è in gioco il pluralismo dell’informazione molto caro al Fatto Quotidiano. Apprendo che il numero in edicola (Almanacco di filosofia sulla Biopolitica)  è l’ultimo edito dal gruppo Gedi: non è una bella notizia, avevo scritto la tesi di laurea su Sartre da qualche anno quando comprai, nel 1986, il primo numero; la utilizzavo al liceo – come molti colleghi – per commentare con gli studenti i saggi di Bobbio,  Habermas,  Rorty, Vattimo,  Savater,  eccetera.

Sul piano generale, la rivista è stata al centro del dibattito filosofico e politico per oltre trent’anni, e oggi John Elkann (che ha già dato una svolta a destra a Repubblica) ha deciso di chiuderla: non ama la rivista engagé il padrone che non ha nemmeno costruito la sua fortuna, l’ha ereditata. E ora calpesta valori, pluralismo, identità, storie.

MicroMega non è solo un’importante rivista di filosofia come altre presenti in Italia (penso ad Aut-Aut fondata da Enzo Paci), è stata fonte e luogo di dibattito di un grande movimento, i Girotondi (qualcuno mostrerà un giorno quanto da quei valori – giustizia, equità, lotta alla corruzione – abbia tratto profitto il M5s).

E’ stata strumento di protesta contro la destra più retriva negli anni del berlusconismo; è stata spazio di riflessione per la crescita democratica del Pci-Pds-Pd (formidabile il dialogo, proprio sul primo numero della rivista, 1/86, tra Bobbio e Ingrao, dove il dirigente comunista spiega “perché è necessario formare il governo costituente”; e il filosofo critica “le categorie marxiste, inconciliabili con la democrazia occidentale”.)

Colpisce, nel brutto gesto di Elkann, la freddezza della “comunicazione/esecuzione”: “Gentili Signori, vi informiamo che dalla data del 1º gennaio 2021, Gedi cesserà la pubblicazione del periodico MicroMega. Cordiali saluti”. Ecco: saluti alla cultura, ai lucidi testi di Eco, alle analisi di Cacciari, all’arte di Tabucchi, alla genialità di Cordero, alle metafore di Camilleri, al dialogo con Ratzinger, agli almanacchi di cinema, scienza, filosofia, a una certa idea di Paese -ma forse è proprio questo che disturba Elkann-, saluti alla riscossa laica, al sostegno a Mani pulite, alle monografie sulla giustizia, a Rodotà, a Zagrebelsky, alla difesa della Costituzione, all’intransigenza etica e giuridica di Scarpinato e Davigo.

Questo è stata MicroMega: per l’Italia colta e democratica, un punto di riferimento; una delle più importanti riviste del panorama culturale italiano che Elkann oggi chiude senza una spiegazione valida, adducendo, immagino, come unico argomento, il calo di vendite, come se ciò non riguardasse tutti i giornali e le riviste del mondo. Ma è proprio questo il punto: mentre si tengono in vita quotidiani che non vendono, coi bilanci in rosso, ma utili a bastonare avversari e blandire amici, si chiude MicroMega che ha il solo torto d’essere libera e non favorire nessuno, nemmeno il suo editore.

E’ questo che paghi, caro Flores d’Arcais, la splendida coerenza, il tuo sederti dalla parte del torto – direbbe Brecht – perché tutti gli altri posti erano occupati. Un tuo lungo saggio, Il disincanto tradito (MicroMega, 2/86) aveva un paragrafo titolato Democrazia, dissenso, poteri occulti. E’ sempre la stessa storia, il dissenso dev’essere bloccato. Le riviste scomode chiuse. E’ “il metodo Elkann”.

Chiedo: piace questo metodo all’intellighenzia progressista sempre pronta a parlare di pluralismo dell’informazione e oggi muta? Piace a Eugenio Scalfari? Il Fondatore, al di là delle divergenze avute con te in passato, avrebbe dovuto difendere la storia della rivista: sarebbe stato un esempio di coerenza. Ma così non è. A Repubblica ormai detta la linea Il Punto di Stefano Folli (e di chi lo ispira). Non va bene.

Jean-Luc Nancy, in MicroMega 5/2001, accenna “al potere economico che con hybris travalica i suoi stessi limiti”. Parlava d’altro, ma io penso all’abuso che il ricco padrone fa oggi su MicroMega. Passerà, e darai vita a idee e dibattiti con un altro editore, caro Flores: da lettore della rivista che sento mia ti confermo fiducia e stima.

Angelo Cannatà

Docente di storia e filosofia, ha pubblicato Eugenio Scalfari e il suo tempo (Mimesis) e curato il Meridiano Mondadori, La passione dell’etica, dedicato al fondatore di Repubblica.

Musei, se il ministro non rispetta la legge e pensa al marketing

di TOMASO MONTANARI La Repubblica, 27 maggio 2017

Tar, musei e rispetto delle leggi

Si può arrivare a comprendere che qualcuno, avendo gli occhi bendati, apprezzi Franceschini, come ha fatto Francesco Merlo. Ma che sul giornale fondato da Eugenio Scalfari si critichi la magistratura che fa rispettare la legge è davvero un segno buio dei tempi.  leggi tutto