Calenda, una certezza. “Non c’è nessuna alleanza da fare”

Maria Teresa Meli Corriere della Sera 18 marzo 2023
Calenda: «Non c’è nessuna alleanza da fare. Da Schlein tanta confusione»
l leader di Azione: Tinagli, Gori e Bonaccini si sveglino


Carlo Calenda, al Congresso della Cgil si è sfilato dall’alleanza con Pd e Movimento 5 Stelle.
«Ma non c’è nessuna alleanza da fare perché non ci sono elezioni. Le prossime consultazioni sono quelle europee con il proporzionale. Quindi quello dell’alleanza, peraltro tra persone che la pensano diversamente su tutto, è un tema inesistente. Oggi la cosa che va fatta è, se è possibile, coordinare le opposizioni sui temi prioritari. Perciò ho avanzato una proposta precisa sia a Conte che a Schlein: chiedere a Meloni di mettere tutti i soldi disponibili per azzerare le liste d’attesa nella sanità».
Non vuole fare con Pd e M5S una sorta di nuovo Cln?
«Quello che Pd e 5 Stelle non hanno capito è che questo modo di approcciare le cose garantisce alla destra di riuscire a stare al governo per i prossimi 357 anni».

Schlein vuole unire le opposizioni sulla battaglia del salario minimo.
«Schlein nel suo intervento alla Camera ha fatto una confusione incredibile. Ha detto che ci sono tre milioni e mezzo di persone in una condizione di povertà lavorativa e ha proposto il salario minimo per quelli di loro che sono scoperti dal contratto collettivo nazionale. Ma i contratti collettivi nazionali coprono quei tre milioni e mezzo di lavoratori che sono sotto i nove euro l’ora. Però la proposta del Pd non fissa i nove euro l’ora e non si applica a chi ha un contratto collettivo nazionale e dunque a che serve?».

Perciò lei insiste sulla sanità.
«Oggi gli italiani considerano la sanità la cosa più importante ma la politica non ne parla, eppure ci sono 98 milioni di prestazioni del servizio sanitario nazionale arretrate. Occupiamoci di questo invece che dei miliardi che vuole elargire Conte con i bonus o della proposta geniale di Schlein che prevede di lavorare meno a parità di salario e che comporterebbe milioni di disoccupati. Sono tutte proposte ideologiche: non c’è mai uno che si guardi un numero o un dato. La verità è che l’ideologia di sinistra e quella di destra hanno consegnato l’Italia al declino. E in questo senso Schlein e Meloni sono la due facce della stessa medaglia».
Le piace il nuovo corso del Pd?
«Schlein è stata eletta con il supporto di tutti i capicorrente ed è stata presentata come la novità del Partito democratico. Non ha detto una parola su cosa vuole fare su infrastrutture, energia, termovalorizzatori, immigrazione».

Sull’immigrazione è intervenuta più volte.
«E che ha detto oltre a sostenere che Meloni sbaglia tutto? Ha spiegato come vuole gestire l’immigrazione? Il problema è che la sua è la vittoria della sinistra che non spiega mai come vuole fare le cose. La sinistra che dice soltanto che gli altri sono cattivi. Lei riuscirà pure a rubare due punti a Conte, ma non si vincono così le elezioni, perché si pesca sempre nello stesso elettorato».
Il Terzo polo farà veramente un nuovo partito?
«Abbiamo fatto una riunione l’altro giorno e siamo in sintonia su tutto, quindi io adesso inviterò formalmente +Europa e liberali a far parte del processo costituente che deve arrivare a dare vita a ottobre a un partito unico. Spero che anche qualcuno del Pd si dia una svegliata: Tinagli, Gori, ma persino Bonaccini che la pensa diversamente da Schlein su tutto. Oggi il Pd è a metà tra Sinistra e libertà e i Verdi e chi lì dentro non condivide queste idee dovrà fare chiarezza».

Voi dite che la riforma fiscale del governo è la stessa di Draghi: la voterete?
«No perché aggiunge la flat tax, un provvedimento iniquo e assurdo».

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