Cgil, pentola a pressione in attesa di Giorgia

Lorenzo De Cicco La Repubblica 16 marzo 2023
L’accoglienza gelida della Cgil alla premier.  Sale la protesta: “Giorgia, pensati sgradita”
Il sindacato è una pentola a pressione per l’arrivo della prima presidente di destra all’assise di Rimini.  Nel silenzio dei big la minoranza tentata da un’uscita plateale


Compagni, fischiamo o non fischiamo? Il corpaccione della Cgil s’interroga, a 24 ore dalla calata di Giorgia Meloni al Palacongressi di Rimini. Primo presidente del Consiglio ospitato da 27 anni. Primo premier di destra in assoluto. Il sindacato è una pentola a pressione. Maurizio Landini, che Meloni l’ha invitata e forse non si aspettava che accettasse, ieri era una sfinge.

A domande insistenti sulla possibile accoglienza della platea, non si è lasciato scappare una sillaba. Anche i grandi ex un po’ svicolano. Sergio Cofferati: «Meloni? Non parlo». «No comment», risponde Susanna Camusso, ora senatrice del Pd.

Certo non ha rasserenato il clima Matteo Salvini, che appena finito il discorso di Landini maramaldeggiava a distanza: «Se la Cgil dice di no, vuol dire che la riforma fiscale è fatta bene».

Per ora l’unico segnale di ammutinamento ufficiale arriva da Eliana Como, dirigente nazionale della Cgil. Ma era la leader della mozione di minoranza. Minoranza sparutissima, fanno notare i landiniani: conta appena 24 delegati su 986. Il 2,4%. Como, parlando in radio aUn Giorno da Pecora, ha promesso un’uscita plateale dalla sala, con i suoi 24. «Sono molto seccata per l’invito a Meloni, non avevamo nessun obbligo.

Lei ha una storia e un’identità esplicitamente fascista». E dunque, preannuncia, «non staremo lì fermi in silenzio a sentire. Protesteremo, lasciando la sala e inviteremo anche gli altri a non ascoltare». Indosserà pure una maglietta, modello Chiara Ferragni a Sanremo. Non ci sarà scritto “Pensati libera”, ma “Meloni pensati sgradita”. Magari saranno davvero pochi, alla fine, ma assicura Como «saremo visibili».

In realtà anche nelle file della mozione di maggioranza qualche malumore anti-Meloni serpeggia. Anzi, forse serpeggia è poco. Ecco Augusta Passera, segretaria dello Spi, i pensionati, a Bergamo: «Non parliamo d’altro su WhatsApp da un paio di giorni. Qualcuno vuole protestare, io ho proposto il mutismo, il gelo».

Le daranno retta? «Ricordo quandovenne Formigoni tanti anni fa, una pioggia di fischi, che mi mise a disagio. Se ospiti qualcuno devi essere corretto». «C’è gente che Meloni la fischia solo a sentirla nominare », racconta Barbara Di Tomassi, segretaria della Camera del lavoro di Roma e Rieti. «Ma spero che ci risparmino questa figuraccia ».

Natale Di Cola, segretario generale nel Lazio, pronostica «un’accoglienza legittimamente fredda. Ma senza fischi, siamo un’organizzazione seria». Che sa far rispettare la linea. Nel sottobosco cigiellino c’è anche chi si rallegra: «Renzi qui non è mai venuto, pur invitato – dice Umberto Mele, delegato per una ditta farmaceutica nell’hinterland napoletano – Meloni invece è stata coraggiosa ». Tra gli opposti umori, Landini fa da paciere: «Abbiamo invitato Meloni e gli altri leader non per galateo, ma perché è il momento delle risposte ai bisogni delle persone» .

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