Rampelli a caccia degli spacciatori di bambini

Federico Capurso La Stampa 20 marzo 2023
La maggioranza attacca i figli arcobaleno. Un piano per estendere il reato di maternità surrogata a chi va all’estero
Rampelli (FdI): le coppie gay li spacciano per loro bimbi. Opposizioni in rivolta

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Declino Ronzulli, chi comanda in Forza Italia

Antonio Fraschilla La Repubblica 20 marzo 2023
Il giro di valzer che cambia Forza Italia: Fascina guida la virata meloniana
La premier avrebbe agito d’intesa con Pier Silvio e Marina, figli di Berlusconi, per la linea governista. Ronzulli e i suoi fedelissimi ora in secondo piano. In ascesa Tajani e alcuni volti nuovi

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Cosa è scandaloso del “placcaggio Nardella” in piazza a Firenze

Riccardo Luna La Stampa 20 marzo 2023
Se l’aula finanzia ancora petrolio e gas
Dietro il gesto (sbagliato) dell’attivista, la commissione Bilancio del Senato che ha dichiarato inammissibili alcuni emendamenti a un decreto legge relativo al Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza, che avrebbero tagliato sussidi ai fossili

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Le bugie in Iraq del 2003. Menzogna e propaganda sono anche democratiche

Domenico Quirico La Stampa 20 marzo 2023
Iraq, 20 anni senza un perché
L’invasione americana e inglese del 20 marzo 2003 si basava su prove false e ora sappiamo che menzogna e propaganda sono anche democratiche

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Alla Scala la famiglia reale: «Sono bimbi veri, non è uno spot»

Eleonora Martini il Manifesto 19 marzo 2023
Alla Scala la famiglia reale: «Sono bimbi veri, non è uno spot»
Migliaia di persone a Milano protestano contro il divieto imposto ai sindaci di registrare i certificati dei nati da genitori omosessuali

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«Si continuerà ad andare all’estero per avere dei figli»

Carlo Lania il Manifesto 19 marzo 2023
«Si continuerà ad andare all’estero per avere dei figli»
Intervista a Tommaso Giartosio e Gianfranco Goretti.  Attaccano le Famiglie Arcobaleno perché siamo un bersaglio facile. Ma il 90% dei casi di Gpa è composto da coppie eterosessuali

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La stepchild adoption, la Gpa, il matrimonio egualitario. Le nuove parole dei diritti arcobaleno

Maria Novella De Luca La Repubblica 19 marzo 2023
In nome dei bambini la lotta dei genitori gay tra norme e divieti
Un labirinto di regole mortifica le coppie omosessuali e nega ai figli la possibilità di avere due genitori, nonostante la pronuncia della Corte Costituzionale. Mentre il Parlamento ancora non si decide a varare una legge che equipari tutti i nati

La trascrizione

Disattesi gli attestati degli altri Paesi
Diversa dalla registrazione all’anagrafe del figlio di una coppia omogenitoriale è la trascrizione del certificato di nascita. Vuol dire che l’Italia riconosce, trascrivendolo, l’atto di un paese estero per il quale il bambino o la bambina hanno legalmente due madri o due padri. In quasi tutta Europa infatti la genitorialità omosessuale è riconosciuta e dunque anche se l’Italia non la prevede, i comuni non possono esimersi dal ratificare quanto affermato sul certificato di nascita straniero. La realtà però è diversa: in molti casi perché i certificati fossero trascritti le coppie hanno dovuto affrontare più di un processo. E mentre le coppie di madri in alcuni casi ci riescono, per i padri ormai le trascrizioni sono impossibili dopo la sentenza del 2019 della Corte di Cassazione.


Il certificato europeo

Il no strumentale all’estensione della tutela
L’Italia ha appena votato contro il certificato europeo di filiazione.
Dovrebbe essere, nelle intenzioni della Ue, un certificato che impone a ogni stato membro di riconoscere in tutta l’Unione lo status di figlio a ogni bambino comunque sia stato concepito. Esempio.
Se un minore ha due mamme riconosciute in Spagna (dove l’omogenitorialità è legge) queste due mamme devono essere registrate anche in Italia, nonostante il nostro Paese non lo preveda. Stesso discorso per un bambino nato attraverso Gpa, in una coppia omosessuale o eterosessuale.
Si tratta solo di riconoscimento di certificati esteri, non dell’obbligo di cambiare il nostro diritto di famiglia.
Agitando lo spettro dell’introduzione mascherata della maternità surrogata in Italia, la maggioranza ha votato contro l’Europa, bocciando in realtà soltanto uno strumento a tutela dei bambini.


La registrazione

Uno dei genitori diventa un fantasma
Quando nasce un bambino in una coppia eterosessuale viene registrato all’anagrafe come figlio di entrambi i genitori, padre e madre. Nel caso di una coppia di due donne la legge italiana riconosce come madre soltanto la donna che ha partorito. Nel caso di due uomini, diventati padri all’estero con la maternità surrogata, il genitore è soltanto colui il cui cognome compare nel certificato di nascita. Il risultato è che nel nostro paese uno dei due genitori diventa un fantasma. Non può prendersi cura del figlio, né tutelarlo. Per ogni azione ha bisogno della delega del genitore riconosciuto. Per questo, all’indomani delle unioni civili, decine di comuni, tra cui Milano e Torino, in nome dei diritti dei bambini, hanno deciso di riconoscerli alla nascita con due madri e due padri. Fino allo stop deciso dal Viminale che rischia di lasciare “orfani” di un genitore migliaia di minori.


La stepchild adoption

L’adozione a metà che discrimina i parenti
Negate registrazione e trascrizione, qual è dunque l’unica strada che resta a una coppia omogenitoriale per riconoscere i propri figli? La via è quella della stepchild adoption, letteralmente adozione del figlio del partner. Caso previsto dalla legge 184 sulle adozioni del 1993, in quelle situazioni che esulano dalle caratteristiche generali della legge. Il genitore non biologico si può rivolgere al tribunale per i minori chiedendo di adottare il figlio del o della partner, di cui è di fatto genitore fin dalla nascita. Un percorso difficile, lungo e non scontato: il giudice può dare parere negativo o positivo. La stepchild adoption non è poi un’adozione piena: il bambino diventa infatti figlio della madre intenzionale ma non acquisisce legami con i suoi parenti. Una sentenza della Consulta del 2022 ha definito discriminatoria questa norma.


La Gpa

Due pesi e due misure sulla gestazione per altri
Al centro dell’attacco della Destra al riconoscimento dei figli delle coppie omosessuali, c’è la Gpa. Ossia gestazione di supporto. La tecnica con la quale due uomini possono diventare padri attraverso l’impianto di un embrione, formato dall’ovocita di una donatrice fecondato dal seme di uno dei due uomini, nell’utero di una donna che porterà avanti la gravidanza. Ci sono paesi dove è legale e normata, come Usa e Canada e in alcuni paesi europei come la Grecia e Cipro che non accettano però coppie omosessuali. Bisogna ricordare che la maternità surrogata viene utilizzata nel 98% dei casi da coppie eterosessuali che non possono avere figli.
La tecnica è la stessa. Le mete privilegiate delle coppie italiane eterosessuali sono Ucraina e Grecia. A differenza delle coppie gay però le coppie eterosessuali della Gpa riescono quasi sempre a far riconoscere i propri figli all’anagrafe.


Il matrimonio egualitario

Le leggi mai approvate per abolire le differenze
Contro la discriminazione dei bambini e per il diritto a essere genitori, le coppie omosessuali chiedono una legge che riconosca alla nascita i loro figli e il matrimonio egualitario. È stata la richiesta forte della piazza di Milano. Un matrimonio che a differenza delle unioni civili non sancisca soltanto il legame sentimentale tra due adulti, ma crei diritti e tutele anche per i figli. Così come avviene nelle coppie eterosessuali. In Parlamento giacciono diverse proposte di legge, ma nessuna calendarizzata né discussa. Il matrimonio egualitario è già riconosciuto in 19 stati europei.
Senza queste tutele i figli delle coppie omosessuali per la legge italiana risultano con un solo genitore. Se questo viene a mancare si ritroverebbero, di fatto, orfani, pur avendo invece un’altra madre o un altro padre.

 

Crimini di guerra usati per continuare la guerra

Marco Travaglio  il Fatto Quotidiano 19 marzo 2023
 
I ferri e i bronzi  
Se esistesse una Corte penale internazionale per le facce di bronzo, si aggiudicherebbero subito un processo con condanna incorporata Biden, Zelensky e il procuratore della Corte penale internazionale dell’Aja, l’inglese Karim Khan.

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