Ecco come è fallito il progetto Arabia-Italia i Mondiali 2030.

Marco Bellinazzo Il Sole 24 ore 8 febbraio 2023.
Ecco come è fallito il progetto Arabia-Italia per la Coppa 2030.
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Sauditi e Fifa nel 2020-2021 hanno promosso la candidatura con l’Egitto per i Mondiali. I dubbi del Governo Conte per il caso Regeni. Il ruolo di Infantino e il sostegno di Riad per la riconferma.

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Il Qatar si è preso il calcio mondiale

Pippo Russo Domani 20 dicembre 2022
Il Qatar si è preso il calcio mondiale
E lo ha piegato ai propri desideri
L’immagine che ha chiuso i mondiali restituisce il  senso dell’operazione Qatar 2022. Un’operazione di potenza politica, che nessuno ha provato a mascherare da qualcos’altro.

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A Doha mancava solo il gesto di Emilano Martinez, miglior portiere…

La Repubblica 19 dicembre 2022
Emiliano Martinez, il gesto volgare del portiere dell’Argentina col premio di miglior numero uno del Mondiale
Il protagonista della serie di rigori che ha deciso il torneo al centro di una brutta scena durante la cerimonia di premiazione leggi tutto

L’Argentina vince alla fine di una partita già eterna

Pippo Russo Domani 19 dicembre
L’Argentina vince alla fine di una partita già eterna
La finale mondiale più bella di sempre, un inno al calcio e alla sua natura di gioco più bello del mondo. Soprattutto, una partita che è stata tante partite e che troppo presto era stata giudicata chiusa, con gran sberleffo per tutti coloro che si ostinano a trovare una logica in quella circostanza sommamente illogica che è la partita di calcio.

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I Mondiale del ritaglio, non è qui la scala del Calcio

Paolo Condò La Repubblica 18 dicembre 2022
Argentina-Francia è la finale. Ma la squadra più forte di tutte non è quella che vincerà oggi
Il confronto tra il calcio di club e quello delle nazionali è nettamente sbilanciato a favore dei primi: City e Psg possono permettersi il meglio in ogni ruolo. I ct invece vivono di ritagli

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Il Mondiale del nostro scontento. Così dopo Doha è finito il gioco

Giampiero Timossi il Manifesto 18 dicembre 2022
Il Mondiale del nostro scontento. Così dopo Doha è finito il gioco
Il più brutto della storia del pallone, inutilmente lungo, anche un inferno per gli almeno 6.500 operai morti per costruire gli stadi.

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Infantino: “Il miglior mondiale”. I diritti? “Ai tifosi piace cosi”.

Enrico Currò La Repubblica 17 dicembre 2022
Infantino: “Il miglior mondiale di sempre. I diritti? Viene prima chi vuole godersi il calcio”.
No a messaggio di Zelenski prima della finale


 

Il presidente della Fifa ha lodato il Qatar: “Il mondo intero ha capito che i pregiudizi non avevano ragione di essere”. Poi sul delicato tema dei diritti: “Dobbiamo pensare ai tifosi”. Sui lavoratori morti: “Dramma per tutti, ma sui numeri bisogna essere precisi”. L’annuncio: “Mondiale per club a febbraio 2023 in Marocco”

“Il migliore Mondiale di sempre”. Così il presidente della Fifa Infantino, prima delle due finali ancora da giocare ma con l’approvazione del consiglio della Fifa appena riunito, ha definito il torneo: “Dobbiamo aspettare l’ultimo atto, ma già si può parlare davvero di un grande successo: credo che bisognerà ricordarsi di tutto questo e tenerlo in mente. Sono venute qui in Qatar persone da tutto il mondo, l’atmosfera è stata fantastica. Il mondo intero ha scoperto il mondo arabo e ha capito che i pregiudizi che c’erano non avevano ragione di essere: è probabilmente l’eredità più importanti di questo Mondiale, l’apertura reciproca di due mondi che non si conoscevano. I qatarini hanno aperto le loro porte a tutti e chi è stato qui tornerà al suo Paese e lo potrà raccontare, è una mutua comprensione tra popoli. Siamo convinti della forza e del potere del calcio: più incassi avremo e più potremo destinarli allo sviluppo del calcio in quei Paesi che dipendono da noi”.

Le vittime sul lavoro, nei cantieri per il Mondiale, restano l’argomento più doloroso: “Io credo che ogni vittima sul lavoro sia una vittima per tuttI: è una tragedia non solo per i familiari, ma per tutti noi. Credo anche che per tutte queste ragioni e per il rispetto della verità sia necessario essere molto precisi, quando si tratta questo argomento. La differenza nelle cifre comunicate, 3 vittime contro 400, è troppo stridente. Tre sono le persone cadute nella costruzione degli stadi, 400 negli altri cantieri. I diritti dei lavoratori ci stanno molto a cuore. Stiamo per concretizzare un accordo specifico con l’Organizzazione mondiale del lavoro, il Mondiale ha captato l’attenzione sulla questione”.
Sul tema delle critiche per il mancato rispetto dei diritti umani in Qatar e sulle polemiche sulla fascia No one vietata ai capitani, con la dura presa di posizione di Germania e Danimarca, Infantino è stato invece molto deciso nel respingere le accuse: “I dibattiti sono bene accetti all’interno della Fifa, dove ci sono diverse culture e diversi modi di vedere le cose, perché la Fifa rappresenta 211 Paesi e ne è orgogliosa. Noi siamo un’organizzazione globale e dobbiamo unirci, non dividerci.

Quando parliamo di regolamento, non si tratta di proibire qualcosa, ma di rispettare appunto il regolamento. Che dice una cosa chiara: sul terreno di gioco si gioca a calcio e lì dentro bisogna rispettare le regole del calcio. Ci sono tifosi che vanno allo stadio e un miliardo di persone che guardano il Mondiale sugli schermi: dobbiamo pensare a loro. Ognuno di noi ha i suoi problemi, ma deve potersi godere lo spettacolo senza pensare ad altro: durante quei 90 minuti le persone possono lasciare da parte i loro problemi e pensare solo alla partita . Poi, fuori dal campo, ognuno è libero di esprimere le proprie opinioni”.

No alla richiesta di Zelenski per un messaggio di pace prima della finale
La richiesta del presidente ucraino Volodymyr Zelensky di condividere un messaggio di pace nel mondo prima del calcio d’inizio della finale dei Mondiali domenica è stata respinta dalla Fifa. Lo ha riferito una fonte alla Cnn, spiegando che l’ufficio di Zelensky aveva proposto alla Fifa un collegamento video – non è chiaro se in diretta o registrato – del preisdente ucraino prima della partita tra Argentina e Francia, ed è rimasto sorpreso dalla risposta negativa da parte del governo del calcio mondiale. “Pensavamo che la Fifa volesse usare la sua piattaforma per il bene superiore”, ha detto la fonte, aggiungendo che i colloqui tra l’Ucraina e la Fifa sono ancora in corso.

Il caso Superlega
Infantino si è detto soddisfatto dell’orientamento sul caso Superlega in vista della sentenza della Corte di giustizia europea: “Si riafferma il principio del sistema piramidale calcio del calcio, cioè che ha un fondamento chiaro anche a livello di legislazione europeo”.

Il primato della Fifa
In cima alla piramide, argomenta Infantino, c’è la Fifa: “E se una lega nazionale commercializza i propri diritti di trasmissione, i ricavi vanno ai 20 club di quella lega, più una percentuale agli altri. Se una confederazione continentale commercializza la sua Champions, i ricavi vanno ai 32 club iscritti, più una percentuale in solidarietà. La sola organizzazione del calcio che distribuisce gli introiti in modo uguale al mondo intero è la Fifa e lo fa per lo sviluppo del calcio appunto nel mondo intero: per questo dobbiamo continuare a perseguire lo sviluppo globale del calcio in tutto e questo passa necessariamente attraverso nuove competizioni, naturalmente con la priorità della salvaguardia della salute dei calciatori”.

Il Mondiale per club a 32 squadre
La nuova competizione per definizione è il Mondiale per club a 32 squadre, che il Consiglio ha approvato a partire dal 2025: “Sede e calendario vanno ancora definiti, ma si farà, con i migliori club del mondo. Alcuni anni fa decidemmo questa nuova Coppa per il 2021, ma il Covid l’ha bloccata: decidemmo responsabilmente di non sovraccaricare il calendario. Si giocherà ogni 4 anni e nel 2025 sarà d’estate, nella finestra che una volta era riservata alla Confederations Cup. Questo torneo porterà nuovi introiti, che non abbiamo calcolato nel prossimo bilancio quadriennale, sarà un ulteriore fonte di sostegno per il calcio nei Paesi dove è in via di sviluppo”.

In Marocco il Mondiale per club 2023
C’è già un “premio” al grande Mondiale del Marocco: l’organizzazione del prossimo Mondiale per club, ancora nel format ridotto attuale: “Si svolgerà dall’1 all’11 febbraio 2023. Poi si andrà negli Emirati”.

Il bilancio
l Mondiale in corso ha moltiplicato i ricavi per la Fifa: “Possiamo confermare che per questo ciclo 7,5 miliardi di euro di introiti, con un incremento di 1 miliardo rispetto al Mondiale di Russia, tutto questo malgrado la pandemia. Per il prossimo ciclo il budget è di 11 miliardi, di cui 10 reinvestiti direttamente nel calcio. Il consiglio ha inoltre approvato il piano di sviluppo dei talenti, da 2,5 miliardi, coordinato da Arsène Wenger”.

Il Mondiale 2026
“Il formato sarà a 48 squadre, ma va ancora stabilito se ci saranno 16 gironi da 3 squadre o 12 da 4: i gironi a 4 squadre, qui in Qatar, sono stati appassionanti fino all’ultima giornata. Sarà un successo anche in Usa-Messico-Canada: più partite e più incassi, nei grandi stadi americani di solito impiegati per il football e riconvertiti a quello che loro chiamano soccer, il nostro calcio. Si può già dire fin d’ora che sarà un boom”.

Più squadre all’Africa
Infantino ha prefigurato il passaggio ad almeno 9 Nazionali africane (oggi sono 5) qualificate: “Il Marocco giocato bene, con grande organizzazione, non è una casualità il suo approdo alla semifinale. Ci sono stati investimenti e un grande lavoro dietro questo risultato: è la dimostrazione che si può giocare un grande calcio in tutti i continenti. Mi congratulo anche con tutti gli altri Paesi africani presenti qui, le loro Nazionali hanno giocato molto bene e fino all’ultima partita tutti sono rimasti in corsa. Nel prossimo Mondiale raddoppierà il numero delle africane e quindi la possibilità che vadano ancora più avanti nel torneo”.

Il terzo mandato
Il presidente della Fifa, che il 16 marzo al congresso di Kigali in Ruanda verrà rieletto certamente in quanto candidato unico, ha chiarito che il consiglio ha deliberato ciò che già si sapeva: tecnicamente quello attuale è il primo mandato quadriennale di Infantino, subentrato in corsa nel 2016: “Il 16 marzo a Kigali comincerà il mio secondo mandato. Il limite è di tre”. La sua intenzione, dunque, è di arrivare fino al 2031.

I maxi-recuperi
Non resterà isolato il maxi-recupero, alla fine di ogni tempo di gioco, diventato prassi nella maggior parte della gare di questo Mondiale: “L’’Ifab ci aveva trasmesso quest’esigenza e la media è stata di 10-11 minuti di tempo addizionale complessivo, per cui in ogni partita il tempo effettivo si è innalzato a quasi un’ora, per la soddisfazione del pubblico e degli addetti ai lavori”.

Il livello atletico
Un altro rilievo tecnico di Infantino riguarda le prestazioni atletiche dei calciatori, favorite dalla stagione: “Questo aspetto delle partite è piaciuto a tutti. Si sono viste prestazioni di alto livello fino alla fine, è stato un Mondiale più giusto. E anche simulazioni e ammonizioni sono state di meno: bisogna dire grazie anche ai calciatori e agli allenatori”.

Il calendario
Mondiale per club a parte, l’idea è di mantenerlo più o meno uguale a quello attuale: “Due soste per le Nazionali a settembre e ottobre, il resto rimane uguale. Ma sarà sempre più importante il confronto tra i continenti, visto che per la prima volta tutti sono stati rappresentati nella fase a eliminazione diretta. A marzo, negli anni pari, organizzeremo tornei a 4 squadre di diversi continenti perché tutti, attraverso il confronto sul campo, acquisiscano sempre più competitività”.

L’assegnazione del Mondiale 2030
Sarà una sfida cruciale, dato l’alto numero delle candidature di ogni continente: “Si deciderà nel 2024 l’assegnazione del Mondiale maschile e nel 2025 l’assegnazione di quello femminile, nel rispetto dei 6 anni di distanza”.

Meno commissioni agli agenti
Approvato il nuovo regolamento degli agenti Fifa: “Per una maggiore professionalità nel sistema ci sarà un nuovo metodo per le licenze professionali. Gli obiettivi sono eliminare i conflitti d’interesse e di mettere un tetto alle commissioni”.

Le note a margine
Infantino si è compiaciuto dello spettacolo: “Si sono viste partite quasi sempre molto equilibrate e gol molto belli, la qualità è stata decisamente alta. Nessuna squadra è riuscita a vincere tutte le sue partite, una squadra araba è arrivata lontano per la prima volta e tutti i continenti, lo ripeto, era nella fase eliminatoria: questo dimostra che il calcio sta davvero abbattendo tutte le barriere anche dal punto di sportivo. Per la prima volta, infine, una donna ha arbitrato una finale del Mondiale e Stéphanie Frappart è stata molto brava”.