Rampelli a caccia degli spacciatori di bambini

Federico Capurso La Stampa 20 marzo 2023
La maggioranza attacca i figli arcobaleno. Un piano per estendere il reato di maternità surrogata a chi va all’estero
Rampelli (FdI): le coppie gay li spacciano per loro bimbi. Opposizioni in rivolta

 

La festa del papà si trasforma per il governo nell’occasione perfetta in cui lanciare un attacco contro la battaglia delle coppie dello stesso sesso che chiedono più diritti, anche per i loro figli, e solo l’altro giorno riempivano le piazze di Milano. La premier Giorgia Meloni si tiene a distanza dalle polemiche – si limita a una foto della sua famiglia pubblicata sui social, ringraziando i papà e il suo compagno -, ma intorno a lei ministri e parlamentari di destra alzano il tiro, condendo i messaggi di auguri con il tentativo di affermare la famiglia tradizionale come unica famiglia possibile. Usata come argine a ogni richiesta di estendere diritti che vengono invece goduti nel resto d’Europa, fatta eccezione per i Paesi di Visegrad.

A inaugurare le ostilità è il vicepresidente della Camera, Fabio Rampelli, volto storico di Fratelli d’Italia, che per manifestare la sua contrarietà all’adozione da parte delle coppie omogenitoriali arriva a sostenere che «le coppie gay spacciano i loro bambini per figli». Parole violente che vengono stigmatizzate persino dalla ministra per la Famiglia Eugenia Roccella: «Spacciare evoca altre cose, magari il termine non è corretto, ma la verità – sottolinea Roccella – è quella affermata da Rampelli: la nostra legge dice che per essere adottati ci vogliono un padre e una madre». Per le opposizioni invece non c’è nulla da salvare. Si dice «indignata» la deputata del M5S Chiara Appendino per le «parole discriminatorie e offensive di Rampelli. Chieda scusa».

Si sollevano più voci di protesta dal Pd, per le parole «inaccettabili» del vicepresidente della Camera, come le definisce la capogruppo in Senato Simona Malpezzi. Un discorso in cui la vicepresidente del Parlamento europeo, Pina Picierno, vede «solo cattiveria. Nessun rispetto per gli altri, per chi la pensa diversamente da lui, per chi vive una realtà che esiste, per quanto a Rampelli possa non piacere». Segno che si estende anche al Terzo Polo, dove il leader Carlo Calenda irride su Twitter il vicepresidente della Camera: «La lista degli statisti di Fratelli d’Italia – scrive – si allunga ogni giorno di più».

Non pago, Rampelli torna sul tema dei diritti e lo fa per fare i suoi auguri per la festa del papà. Rivolti però solo ai padri eterosessuali e agli omosessuali che «si comportano come padri perché – precisa – tengono per sé il loro desiderio di avere un figlio e non compiono scelte egoistiche». Scelte – sostiene Rampelli, con un vocabolario sempre durissimo – che andrebbero «a danno delle donne di cui acquistano l’ovocita e affittano l’utero per nove mesi, e dei bambini destinati a crescere in una vita tormentata, semplicemente perché desidererebbero avere una mamma, come natura prevede».

Il dirigente di Fratelli d’Italia mantiene un registro che difficilmente renderebbe possibile un confronto sul tema, ma il suo è un pensiero largamente condiviso a destra. Lo difendono dal suo partito. E il leader della Lega Matteo Salvini, parlando a un gazebo a Genova, ci tiene a ricordare che «uno può essere eterosessuale, omosessuale, bisessuale, transessuale, pansessuale. Viva l’amore sempre e comunque. Ma il bimbo viene al mondo e viene adottato se ci sono una mamma e un papà. È così, non lo dice la religione».

Dunque, nessuna apertura – come era preventivabile – alla proposta di legge del Pd, che aprirebbe anche alla pratica della maternità surrogata: «Ci sono cattivi papà, cattive mamme, separazioni e divorzi, però l’utero in affitto è qualcosa di obbrobrioso – dice Salvini -. Dovrebbe essere un reato internazionale perseguito penalmente». L’idea di estendere il reato anche a chi si affida alla maternità surrogata all’estero, per poi tornare in Italia, è più di un’ipotesi.

Il governo sta lavorando a un pacchetto di misure di segno diametralmente opposto a quelle del Pd. Un lavoro che toccherebbe anche il tema adozioni. L’impianto dell’attuale normativa, per la maggioranza, va bene così: «Il bimbo viene adottato se ci sono una mamma e un papà», la sintetizza sempre Salvini. Ma si vorrebbero «velocizzare le adozioni per le coppie che aspettano da anni e non hanno 40 mila euro da spendere – spiega il leader della Lega -. La burocrazia è troppo lunga e le spese sono troppo onerose». Porte chiuse anche alle adozioni ai single, che invece vorrebbero i Dem: «La precedenza va data a mamme e papà».

Una trincea dietro la quale, però, non si pone Forza Italia, che ha sempre avuto al suo interno sensibilità più eterogenee su questi temi. E non è un caso che, al di là di Maurizio Gasparri, nessun parlamentare forzista intervenga nel tentativo di alzare muri o porre paletti. «Su alcune questioni – spiegano dal partito – siamo più vicini alle idee dei nostri alleati, su altre meno, ma di certo non daremo una mano alle opposizioni».

 

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