Soldi alla pornostar, Trump teme l’arresto. “Ribellatevi”

Paolo Mastrolilli La Repubblica 19 marzo 2023
Soldi alla pornostar, Trump teme l’arresto. Torna il grido di Capitol Hill: “Ribellatevi”
L’ex presidente sui social: “Succederà martedì, riprendiamoci la nostra nazione”

Ci risiamo. Trump fomenta i suoi sostenitori sul modello del 6 gennaio 2020, sollecitandoli a protestare contro il suo arresto che dovrebbe avvenire martedì, per i soldi dati alla pornostar Stormy Daniels allo scopo di comprarne il silenzio sulla loro relazione.

I suoi avvocati non confermano di aver ricevuto comunicazioni ufficiali riguardo l’incriminazione, che comunque starebbe arrivando, ma la mossa dell’ex presidente dimostra la strategia che intende adottare contro tutte le inchieste a suo carico, denunciandole come una grande caccia alle streghe politica.

Resta da vedere quanti ascolteranno la sua chiamata a scendere in piazza, e soprattutto se gli elettori verranno incoraggiati a votare per lui nel 2024 da questa linea, oppure lo abbandoneranno perché stanchi dei continui scandali e dall’instabilità che il suo eventuale ritorno alla Casa Bianca garantirà all’America.

Alle 7,26 di ieri mattina Trump ha messo questo messaggio su Truth Social, a caratteri tutti maiuscoli: «Il candidato repubblicano di gran lunga favorito, ex presidente degliStati Uniti, verrà arrestato martedì della settimana prossima. Protestate, riprendiamoci la nostra nazione ». Un legale dell’ex capo della Casa Bianca, sentito da Repubblica , ha negato di aver ricevuto comunicazioni ufficiali da parte dei procuratori, ma ha spiegato che il suo cliente si riferiva ad informazioni apparse sui media, per sottolineare la sua innocenza e il carattere politico dell’inchiesta.

Il caso riguarda il pagamento per 130.000 dollari a Stormy Daniels, fatto nel 2016 dal suo avvocato Michael Cohen. Lo scopo era comprare il suo silenzio su una relazione avuta mentre Melania partoriva il figlio Barron, che però Donald ha sempre negato. Cohen ha ammesso di aver fatto il pagamento e di essere stato rimborsato con fondi della compagnia di Trump, giustificati come spese legali. Quindi è stato condannato ed è finito in prigione. Il procuratore di New York Bragg avrebbe intenzione di incriminare l’ex presidente per aver mentito nel riportare queste spese nei conti della sua azienda, collegando l’atto anche ad un altro reato. A questo scopo ha convocato un Grand Jury per presentare le prove, ma domani è previsto l’interrogatorio di un altro testimone, e quindi è improbabile che il voto dei giurati per autorizzare l’arresto possa arrivare già martedì.

Trump però ha deciso di anticipare la decisione, forse per ostacolarla con la minaccia di proteste, ma sicuramente per sfruttarla a scopi politici, tanto che ha mandato anche una mail ai sostenitori chiedendo di inviare finanziamenti elettorali. I suoi avvocati hanno detto che se fosse emesso il mandato di arresto, lui si consegnerebbe volontariamente, e il Secret Service si sta già preparando a questa eventualità. Il gioco politico di Donald però è screditare l’inchiesta prima ancora che finisca.

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