L’ America bianca e germanica è ad un bivio

Limes 7/01/2021 di Dario Fabbri
Che cosa racconta dell’America l’assalto al Congresso

Difficile sia stato un tentato golpe. Di certo, lo scempio del Campidoglio palesa il malessere degli Stati Uniti. Turbamento che può provocare conseguenze di natura opposta.

Quanto capitato il giorno dell’Epifania con l’assalto al Campidoglio offre molteplici spunti di analisi, tanto in dimensione interna quanto esterna.

Difficile definire come golpe gli eventi di ieri, giacché mediamente non sono soggetti di tale fattura a compiere sofisticate azioni eversive. Più probabilmente si è trattato di una manifestazione violenta sfociata nell’occupazione del parlamento per penuria e lassismo delle forze di polizia.

Certamente, l’invasione palesa il malessere interno alla superpotenza, già ampiamente raccontato da Limes, giunto nell’istituzione più potente del paese. Frange più o meno squinternate dell’America negletta, meridionale e medioccidentale, antagonistica all’establishment, si sono scagliate contro il palazzo. Con sei senatori repubblicani, tutti provenienti dal Sud e dal Midwest, che pure dopo gli eventi hanno votato in aula contro la validazione dell’elezione di Biden, almeno in Arizona. Confermando la ritrosia di Dixieland nell’accettare l’omologazione culturale pensata dalle coste. E la contrarietà del Midwest  germanico a sopportare la scomparsa del proprio benessere.

Faglie troppo ripide per sanarsi nel breve periodo, né Biden avrà gli strumenti per risolverle.

Così, l’atteggiamento eccessivamente morbido della polizia conferma il riconosciuto diritto per i bianchi anglosassoni di esternare in forma violenta le proprie pulsioni, lusso negato alle minoranze. E segnala l’aderenza di alcuni agenti al fronte anti-establishment, soprattutto per ragioni di classe. Mentre Trump concludeva l’opa ostile e personale sul Partito repubblicano, ponendo se stesso definitivamente al centro del conservatorismo, senza pudore nello scatenare i suoi sostenitori.

Costretto a rimanere in politica per ragioni di incolumità personale, probabilmente nei prossimi anni il newyorkese svolgerà le funzioni di presidente ombra, criticando ogni provvedimento di Biden, utilizzando quanto successo ieri per corroborare la propria capacità di ricatto. Per scongiurare eventuali azioni degli apparati nei suoi confronti.

In dimensione estrovertita, lo scempio del Congresso irradia un’immagine assai negativa degli Stati Uniti, raccontandoli ai limiti dello sbando. Scadimento che potrebbe indurre i nemici a profittarne, rendendo complicato per Washington utilizzare il proprio sistema istituzionale come vettore di propaganda. Nonostante la palingenesi che Biden promette di sancire. Da ultimo, tanto turbamento può provocare due conseguenze di natura opposta: condurre la superpotenza all’impasse, in un clima da tutti contro tutti, oppure indurla a trasferire la rabbia nel mondo, fino a cacciarsi in una nuova guerra.

Difficile che la congiuntura resti identica. E questo è il dato più rilevante dell’Epifania americana.

 

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