La notizia è … parlerò con Renzi

Maria Teresa Meli Corriere della Sera 8 agosto 2022
Calenda: «Letta ha scelto l’ammucchiata contro le destre. In questo modo perderanno»
Il leader di Azione: «L’alleanza era un’Unione di Prodi bonsai. Il Pd non ha il coraggio di rappresentare i socialdemocratici»

 
Carlo Calenda, lei ieri ha avvisato Dario Franceschini della sua decisione, perché non ha chiamato Enrico Letta?

«Enrico lo avevo già informato il giorno prima. Sapeva, perché glielo avevo detto, che non sarei stato nell’alleanza se si fosse siglato con Fratoianni, Bonelli e Di Maio un patto che di fatto rendeva la coalizione un’ammucchiata».

Letta sostiene che ha rotto perché Calenda può allearsi solo con Calenda.

«Per la verità ho fatto di tutto per essere alleato con Letta, compreso proporgli di dividere i collegi 90% a loro e 10% a noi».

Lei ritiene che Letta le abbia preferito Nicola Fratoianni e Angelo Bonelli?

«Io penso che lui si sia trovato di fronte a un bivio che il Partito democratico ha affrontato tante volte nella sua storia. Quello tra una scelta riformista o un’alleanza in cui mettere tutto e il contrario di tutto. Alla fine ha scelto questa seconda strada. E questo è stato l’errore di Letta».
Intende dire che il segretario del Partito democratico non voleva lasciare il fianco sinistro scoperto?

«Il Partito democratico, dall’arrivo dei 5 Stelle in poi, ha sempre l’ansia di avere tutto dentro. Il Pd non ha il coraggio di rappresentare i socialdemocratici: deve avere dentro i populisti di sinistra. Una cosa per me inspiegabile. E così facendo in questa legislatura si sono suicidati».

Però i dem hanno detto no al Movimento 5 Stelle.

«Hanno semplicemente sostituito il M5S con Fratoianni. Il che non ha senso perché Fratoianni e i 5 Stelle la pensano nello stesso modo su tutto, solo che uno ha il 2% e gli altri il 10. Non si capisce quale sia la logica. Allora tanto valeva tenersi il 10».

Ma il Pd sostiene che solo così si può battere la destra.
«Il Pd poteva scegliere tra fare l’ammucchiata “contro” e fare un progetto politico serio, alla fine ha scelto l’ammucchiata contro. E l’ammucchiata contro perderà. Non solo: non darà mai un’alternativa agli italiani. Cercare di mettere insieme tutti gli ex 5 Stelle possibili e immaginabili, noi, Fratoianni, Bonelli, è un’operazione che non puoi spiegare agli italiani. Non puoi spiegare che per difendere la Costituzione fai un patto con gente con cui sai che non governerai mai. Nessuno può comprenderlo».
Al Pd l’accusano di essere venuto meno alla parola data, di aver stracciato un accordo già sottoscritto.
«All’inizio di questo percorso quello che avevo detto a Enrico era che io ero contrarissimo all’idea che entrassero tutti questi e che comunque se li voleva doveva essere in grado di controllarli e governarli. Invece, dal primo minuto questi hanno cominciato a dire: l’agenda Draghi non esiste, i termovalorizzatori non li vogliamo, i rigassificatori nemmeno, Calenda va rieducato . Così come andavamo alle elezioni? Avrei dovuto passare le mie giornate a difendermi dagli attacchi della sinistra che Letta ha voluto nella coalizione anche se loro hanno sfiduciato Draghi 54 volte in più dei 5 Stelle? Come spiegavo agli elettori l’atlantismo con Fratoianni che ha votato contro l’allargamento della Nato? Questa alleanza sarebbe stata l’Unione di Prodi in formato Bonsai. Una coalizione del genere non avrebbe portato gli italiani al voto. Avremmo avuto tanti astenuti e saremmo stati sconfitti pesantemente dalle destre».

Veramente il capo della segreteria di Letta Marco Meloni dice che è lei, con il suo strappo, a consegnare il Paese alle destre.

«La scelta di regalare il Paese alle destre l’ha fatta Enrico Letta quando si è seduto con Fratoianni e Bonelli, prima, e con Di Maio, poi, per costruire una coalizione che nessuno nell’orbe terracqueo può votare convintamente. E io penso che Letta si farà molto male».

Perciò ha deciso lo strappo traumatico…

«Io ho fondato Azione quando il Pd si è alleato con il M5S, ora lascio il Pd mentre si riallea con 5 stelle che adesso si chiamano Sinistra italiana ma sono esattamente la stessa cosa. Io non potevo venire meno alla coerenza, alla serietà e, me lo lasci dire, anche a un po’ di idealismo. Nessuno riavvicinerà la politica ai giovani e agli astensionisti dicendo semplicemente che dall’altra parte ci sono i fascisti. Questa è una pia illusione. Gli italiani hanno sentito troppe volte queste affermazioni e hanno visto che quelli che prima si scontravano subito dopo si accordavano. Il Paese è davvero stanco di questo andazzo. Le ammucchiate non funzioneranno né a destra né a sinistra».

Ha avvisato Emma Bonino per tempo della sua intenzione di rompere con il Pd?

«Con Emma abbiamo avuto lunghe discussioni su questo. Ne abbiamo parlato e riparlato, anche con Della Vedova. C’è stato un momento in cui io ho trovato un po’ di confusione da quella parte, perché Bonino faceva interviste molto nette dicendo no a Fratoianni e Bonelli, spiegando di non volere in coalizione chi ha votato la sfiducia a Draghi e poi però non so cosa sia successo: ha maturato una decisione diversa. Io ho pieno rispetto per Emma, per le sue scelte, per quelle di Della Vedova, sono amici, abbiamo condiviso un pezzo di strada insieme, purtroppo a un certo punto non siamo più riusciti ad andare avanti».
Calenda, dopo questo strappo con il Partito democratico qual è la sua prossima mossa?

«Adesso il mio obiettivo principale è far partire la raccolta delle firme e contemporaneamente cercare di avere chiarezza sulla questione del logo, perché la legge prevede che se hai un eletto al Parlamento europeo non devi presentare le firme, tuttavia siccome è la prima volta che viene fatta una norma di questo tipo l’interpretazione è talmente ballerina che non si capisce niente. In ogni caso noi iniziamo oggi la raccolta delle firme»».

Se si alleasse con Matteo Renzi non avrebbe bisogno di raccogliere le firme…

«No, se io andassi con Renzi non ne avrei bisogno».

È possibile che vi presentiate insieme in un’alleanza?

«Sicuramente ci incontreremo e parleremo»

A parte i vostri litigi, non dovrebbe essere difficile allearvi, lei è comunque politicamente più vicino a Renzi che a Fratoianni…

«Assolutamente si, su questo non c’è alcun dubbio».

 

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