Si chiude Venezia 79a, pochi i premiati

Chiara Ugolini La Repubblica 11 settembre 2022
Venezia 79, Leone d’oro a ‘All the beauty and the bloodshed’ di Laura Poitras. Guadagnino Leone d’argento
Il documentario sulla fotografa e attivista Nan Goldin vince il maggior premio. Due riconoscimenti a ‘Bones & All’, premiato Jafar Panahi, in carcere in Iran. Standing ovation in Sala grande per il regista iraniano

 

Il Leone d’oro della settantanovesima edizione della Mostra del cinema di Venezia va a All the Beauty and the Bloodshed di Laura Poitras, già premio Oscar per Citizenfour su Edward Snowden, unico documentario sui 23 titoli in corsa. Che si aggiudica il Leone d’oro a nove anni dalla prima volta in assoluto per la Mostra che fu con Sacro Gra di Gianfranco Rosi. All the Beauty and the Bloodshed (che sarà distribuito in Italia da I Wonder Pictures) è dedicato alla fotografa e attivista di fama internazionale Nan Goldin, raccontata attraverso diapositive, dialoghi intimi, fotografie rivoluzionarie e rari filmati, della sua battaglia per ottenere il riconoscimento della responsabilità della famiglia Sackler per le morti di overdose da farmaco, arricchitasi dalla vendita di oppioidi e che ha riciclato la propria immagine pubblica vendendosi come mecenati d’arte. “Vorrei che tutti facessimo tutto ciò che è in nostro potere perché vengano rilasciati i registi imprigionati in tutto il mondo” ha detto Poitras ritirando il riconoscimento.

Luca Guadagnino Leone d’argento per ‘Bones & All’
Luca Guadagnino e il suo Bones & All ha vinto il Leone d’argento per la migliore regia. “È un grande onore questo premio, un ringraziamento molto sentito alla Biennale – ha detto commosso il regista dal palco – Non sarei qui stasera se non fosse per Alberto Barbera da quando decise di invitare quel folle mio film vent’anni fa The protagonists. Fare film è la mia vita, lo faccio fin da quanto avevo 8 anni con i miei Super8 e grandi compagni di viaggio che sono qui stasera. Il cinema non conosce geografia e non conosce confini per questo dedico il premio a Jafar Panahi e Mohammad Rasoulof arrestati dal governo iraniano. Viva loro, viva la sovversione e viva il cinema!”. C’erano cinque titoli italiani in corsa per il Leone e solo Guadagnino ha portato a casa un premio, anzi due compresa la sua giovane protagonista.

‘Bones and all’, l’amore cannibale di Luca Guadagnino in concorso alla Mostra di Venezia

Bones & All ha segnato il ritorno del regista italiano alla Mostra quattro anni dopo Suspiria e ha riformato la coppia del regista con Timothée Chalamet, rivelato con Chiamami col tuo nome cinque anni fa. Nel film cannibale racconta un romanzo di formazione dalla venature horror, adattamento del romanzo di Camille DeAngelis Bones & All (Fino all’osso). È la storia del primo amore tra Maren (Taylor Russell), una ragazza che sta imparando a sopravvivere ai margini della società, e Lee (Chalamet), un solitario dall’animo combattivo; è il viaggio on the road di due giovani che, alla continua ricerca di identità e bellezza, tentano di trovare il proprio posto in un mondo pieno di pericoli e che non riesce a tollerare la loro natura.

A Panahi (in carcere) il premio speciale della Giuria
E proprio a Jafar Panahi è andato il premio speciale della Giuria, attribuito a Gli orsi non esistono, ritirato dai loro attori. “Panahi non può essere qui con noi e siamo onorati di accettare questo premio per lui – ha detto l’attrice protagonista – vorremmo ringraziare il presidente del festival e il direttore per aver sostenuto il film e la presidentessa Julianne Moore per averlo premiato. Tutti noi ci battiamo per il potere del cinema e siamo qui per Jafar Panahi”. Al premio è seguita una standing ovation in sala. Oltre che riconoscimento al suo ottimo film che intreccia realtà e finzione in una storia che segue le vicende di un regista avverso al regime che cerca di fare un film da remoto collegandosi da un paesino sul confine con la Turchia, il Leone d’argento ha naturalmente un valore fortemente politico dal momento che il regista di Il palloncino bianco e Il cerchio (Leone d’oro nel 2000) a luglio è stato arrestato e condannato a sei anni di reclusione per aver perorato la causa del suo collega ugualmente incarcerato Mahammad Rasoulf.

Miglior attrice è Cate Blanchett con ‘Tàr’
Quindici anni fa Cate Blanchett vinse la Coppa Volpi per Io non sono qui di Todd Haynes in cui incarnava uno dei volti di Bob Dylan, ora una nuova Coppa grazie a Tár di Todd Field che racconta il percorso di una rinomata direttrice d’orchestra e compositrice nel mondo internazionale della musica classica, prima donna a ottenere la conduzione della Berlin Orchestra, e omosessuale che viene accusata di molestie. L’attrice australiana ha ringraziato “il Presidente e la giuria, un onore questo premio. La cosa meravigliosa di questo festival è il fatto che invita il pubblico nelle sale ho visto film che mi hanno colpito e performance che mi sono piaciute. Essere qui con la Coppa Volpi è possibile grazie al lavoro che ho fatto con una squadra, con Nina Hoss, l’orchestra di Dresda, non sarei qui con questo premio che riempirò di vino rosso senza la sceneggiatura e regia. Questo premio appartiene a Todd Field che è stato assente per 16 anni dal grande schermo, sono contenta che sia tornato, un grande regista che sa dove mettere la macchina da presa in ogni secondo. Questo film ha cambiato la mia vita, ringrazio la mia famiglia che ha sopportato la mia assenza ma anche la famiglia di Todd e vorrei ringraziare chi fa musica in tutto il mondo, la musica ci ha aiutato a vivere negli ultimi due anni”.

Due premi all’esordiente Alice Diop e il suo ‘Saint Omer’
Saint Omer della regista francese di origine senegalese Alice Diop, già vincitrice del Premio César come miglior cortometraggio per Vers la tendresse, si è aggiudicato due premi importanti: il Leone del futuro per l’opera prima, ma anche il Leone d’argento Gran Premio della giuria. Diop dopo aver lavorato nel documentario ha esordito con un lungometraggio di finzione che mette in scena una storia vera che ha sconvolto la Francia nel 2016. Presso il Tribunale di Saint-Omer la giovane scrittrice Rama assiste al processo a Laurence Coly, accusata di aver ucciso la figlia di quindici mesi, abbandonata all’arrivo dell’alta marea su una spiaggia nel nord della Francia. Mentre il processo va avanti, le parole dell’accusata e le deposizioni dei testimoni sconvolgeranno le certezze di Rama, e metteranno in discussione anche la nostra capacità di giudizio.

Miglior attore è Colin Farrell, premiata anche la sceneggiatura de Gli spiriti dell’isola
Il premio Coppa Volpi per il miglior attore è stato assegnato a Colin Farrell per il film Gli Spiriti dell’Isola (in sala il 2 febbraio). Collegato da remoto (dalla cucina della sua produttrice) l’attore irlandese bloccato sul set a Los Angeles ha detto: “Buonasera, grazie mille per questo premio sono emozionato e vorrei ringraziare la squadra per questo lavoro eccezionale. Purtroppo non posso essere lì perché sto lavorando, per cui non mi lamento. È un premio inaspettato e un momento speciale. Abbiamo girato il film come un ritrovo tra amici e famigliari e il nostro desiderio di essere amati e di amare sono i valori che volevamo condividere con voi, è la seconda volta che lavoriamo insieme, sono molto grato a Martin McDonagh”. Ha ritirato il premio il regista del film Martin McDonagh che ha vinto anche il premio per la miglior sceneggiatura. Quarantasei anni, irlandese Farrell, ha avuto una carriera altalenante a causa delle sue dipendenze – alcol, coca e spinelli – ma negli ultimi anni ha avuto un riscatto con ruoli importanti come Animali fantastici, The Batman dove era il pinguino e ora il film di McDonagh.

Il premio all’esordiente all’attrice di Guadagnino, Taylor Russell
Il Marcello Mastroianni, dedicato a un giovane talento, va a Taylor Russell la ventottenne canadese che ha debuttato dieci anni fa ma che ha raggiunto popolarità negli ultimi tempi grazie alla serie Netflix Lost in space ma Guadagnino l’aveva scoperta grazie al film Waves – Le onde della vita. “Sono molto nervosa – ha detto l’attrice – sono davvero felice di essere qui, moltissimi attori meravigliosi sono in sala e io sono qui con Luca, il mio regista. Mi sento così onorata di questo premio. Non sarei qui se Luca non mi avesse visto in un momento in cui non credevo nessuno mi avrebbe visto, voglio ringraziare gli altri attori del film a partire da Timothée Chalamet. Questo è uno dei giorni più belli della mia vita”.

In Orizzonti due premi al film con Vera Gemma
Il premio di miglior attrice della sezione Orizzonti è andato a Vera Gemma per il film Vera di Tizza Covi e Rainer Frimmel. “Grazie alla giuria e ai miei due splendidi registi – ha detto l’attrice dal palco tra le lacrime – a tutti quelli che hanno un sogno dico ‘Non abbandonatelo. Dedico questo premio ai due uomini più importanti della mia vita: a mio figlio Maximus e al mio bellissimo papà Giuliano Gemma”. Il film, che racconta la storia di una donna che vive all’ombra di un padre famoso ma quando in un incidente automobilistico ferisce un bimbo di otto anni inizia con lui e il padre un’intensa relazione, ha vinto anche il riconoscimento per la miglior regia.

Il messaggio di Panahi dalla prigione
L’attore protagonista del film Gli orsi non esistono di Jafar Panahi, che insieme alla protagonista ha ritirato il premio per il regista incarcerato, ha raccontato in sala stampa che oggi ha ricevuto un messaggio dal regista dalla prigione in cui il regista iraniano diceva: ‘Non metterti nei guai per me’. “Io ora non so come comportarmi e cosa dire – ha detto Reza Haydari – Quello che però è certo è che c’è un messaggio nel film, il film parla da sé e dice che un regista sia che sia dentro una prigione o fuori riuscirà sempre a fare la sua arte”.

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