Via il tetto sui prezzi, la Ue sa imporre solo quello sui consumi

 

Claudio Tito La Repubblica 13 settembre 2022
 
“Giù i consumi di elettricità”, la Ue vuole tagli obbligatori
 
Le proposte della Commissione fissano per i Paesi membri un obiettivo di riduzione vincolante nelle 4 ore di punta. Ma gli Stati potrebbero opporsi, facendo slittare i tempi. Niente tetto sul metano, saltano anche gli aiuti alle utility

 

Il pericolo maggiore è che la montagna partorisca un topolino. Perché il “pacchetto” che oggi la Commissione dovrebbe approvare a Strasburgo per poi illustrarlo domani durante il discorso di Ursula von der Leyen all’Europarlamento, rischia di presentarsi svuotato. Con un taglio ai consumi contestato e senza l’invocato tetto al prezzo del gas.

Nella bozza messa a punto ieri, infatti, l'”esecutivo europeo” ha confermato l’inserimento della riduzione obbligatoria dei consumi di energia elettrica. Si tratta di 3-4 ore di contrazione del flusso di elettricità durante gli orari di punta. Una misura considerata necessaria per sopperire alla carenza di gas nel caso prosegua la chiusura dei rubinetti russi verso l’Europa. Ogni Paese, poi, dovrà decidere come organizzare questo risparmio e soprattutto come motivare i cittadini a organizzarsi.

Il nodo, quindi si stringe proprio su questo aspetto. Alcuni Stati (compresa l’Italia) hanno iniziato a far sapere che questo provvedimento potrebbe avere problemi dal punto di vista dell’attuazione pratica. Ad esempio, non tutti sono dottati dei contatori elettronici di nuova generazione in grado di modulare il flusso di energia elettrica. Ma soprattutto in diversi hanno iniziato a manifestare più di una perplessità “politica”.

E infatti sta crescendo la possibilità che per il via libera definitivo ci sia bisogno di un altro Consiglio europeo. Inizialmente la Commissione confidava sulla cosiddetta procedura scritta. Ossia i governi avallano le proposte “via email”. Una soluzione molto rapida. Ma in questo caso potrebbe esserci la necessità di un vertice vero e proprio.

Non solo. Dall’articolato della Commissione è scomparso del tutto il tetto al prezzo del gas che pure era stato richiesto dall’ultimo consiglio dei ministri dell’Energia. Il motivo? L’intesa originaria riguardava il solo “price cap” al metano russo. Ma nel week end si è preso atto del fatto che le forniture di Mosca non ci sono più. Quindi si stava disponendo un limite di prezzo a un prodotto che non viene più venduto.

A questo punto è tornata l’idea di estendere il “cap” a tutto il gas trasportato con gasdotti. Per arrivare a questa proposta, la Commissione ha bisogno di tempo. Di certo sono in corso contatti tra alcuni dei governi più decisi in questa direzione (l’Italia, la Grecia, il Belgio). Ma oggi il “tetto” non ci sarà. Se ne riparlerà nelle prossime settimane.

E scompaiono anche gli aiuti alle “utilities”, le compagnie che agiscono nel settore energia. In questo caso il motivo è tecnico: bisogna verificare la compatibilità con la normativa relativa agli aiuti di Stato.

Alla fine, dunque, il pacchetto si limiterà alla cosiddetta “windfall tax”, la tassa sugli extra-profitti. In sostanza si porrà un limite ai ricavi delle società producono energia da rinnovabili, dal nucleare e dal carbone. Cioè da fonti diverse dal gas, i cui margini di profitto sono diventati giganteschi proprio grazie alla regola che il prezzo dell’energia elettrica viene fissato in base al costo di produzione più alto. Il limite si applicherà ai ricavi per megawattora e l’orientamento dei giorni scorsi era di fissarlo attorno ai 200 euro.

Le eccedenze dei ricavi dovranno essere utilizzate come sostegno a cittadini e imprese “esposti a prezzi elevati dell’energia elettrica”. E poi dovrebbe essere confermato un prelievo di solidarietà sul modello italiano per le compagnie che stanno raccogliendo utili fuori norma grazie al rincaro del gas e di quasi tutti i combustibili.

La Commissione, insomma, si trova a dover fare i conti con una Unione europea che non riesce a trovare un minimo comune denominatore, efficace per affrontare questa crisi.

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