Il caso Genova dove pd e 5 stelle vincono le elezioni

 

Luigi Pastore La Repubblica 4 ottobre 2022
 
Genova, il Pd riconquista la città: Toti grande sconfitto alle Politiche, il feudo storico torna a colorarsi di rosso
 
Tutto intorno, in Liguria e fuori dai confini regionali, è uno tsunami da destra. Nel Comune capoluogo, invece, dem oltre il 26%, FdI tra il 19 e il 20.

 

Da registrare anche il voto nei quartieri: il Ponente industriale, quello attraversato dal ponte ricostruito, ha scelto il centrosinistra. Ecco cosa è successo

Il giorno dopo le elezioni, le uniche discrete notizie per il centrosinistra in Liguria arrivavano da Genova. Tutto intorno uno tsunami da destra con il Pd travolto e tramortito e i processi già iniziati (erano pronti da settimane). Nel capoluogo il giovane segretario del Pd Simone D’Angelo ha cominciato a inviare nelle chat i dati relativi al Comune di Genova: Pd oltre il 26%, rossoverdi al 6%, Fratelli d’Italia tra il 19 e il 20. E in definitiva pareggio tra centrodestra e centrosinistra.

Seconda notizia, il voto nei quartieri, che poi forse è la prima notizia. Da Sampierdarena a Voltri, nel ponente industriale della città, quello attraversato dal ponte ricostruito a tempo record dal sindaco commissario Marco Bucci, la cartina della città è quasi tutta rossa o al limite gialla di Cinque Stelle. Il blu Meloni campeggia nei quartieri residenziali (in cui ottiene buoni risultati anche il Terzo Polo), ad Albaro, dove abita l’ex presidente della Liguria Sandro Biasotti, prima berlusconiano e poi totiano, sconfitto però nel suo collegio uninominale dal sindaco di Bogliasco Luca Pastorino, fuoriuscito dal Pd, ma schierato dal Pd medesimo.

Cosa succede nella capitale rossa che tra le prime aveva voltato le spalle alla sinistra, conquistata da Giovanni Toti (altro grande sconfitto a questo giro con la sua lista ferma al 2% dopo successi a ripetizione)? Mara Michelini, storica leader dei comitati di quartiere nel Ponente ostaggio da decenni di servitù industriali, è scesa nuovamente in campo dopo anni in cui è rimasta fredda rispetto alla politica. “Mi sono iscritta al Pd e all’Anpi – racconta – perché ho sentito il dovere civico di farlo, di tornare a schierarmi e a prendere una posizione. Non è bastato a livello nazionale, ma è bastato al centrosinistra per tornare a essere protagonista dove lo è sempre stato. Da qui bisogna ripartire”.Solo tre mesi prima a Genova Marco Bucci, manager sostenuto dal centrodestra e “creato” come politico da Giovanni Toti cinque anni fa, era stato rieletto sindaco con una maggioranza plebiscitaria e i quartieri industriali e popolari avevano consegnato larga parte dei Municipi alla sua maggioranza, togliendo al centrosinistra anche il feudo storico della Valbisagno.

Nel frattempo un 21% in più di genovesi (che si erano astenuti alle Amministrative) sono andati a votare e in molti a sinistra: “Giorgia? Fino a qualche mese fa, per noi era la cantante. Poi, a poco a poco, abbiamo capito che stava diventando più importante un’altra Giorgia, e abbiamo percepito una certa emergenza democratica. Speriamo di sbagliarci: in ogni caso, noi non l’avremo votata, non sarà stata colpa nostra”, spiegano Lorenzo, Gloria e Valeria, tre ragazzi che studiano al primo anno di Università e che si danno spesso appuntamento alla biblioteca “Rosanna Benzi” di Voltri.

Di questo sentiment ha beneficiato in parte il Pd, che a differenza di altrove, ha addirittura allungato di cinque punti percentuali: “La gente ci ha votato perché ha percepito un cambio di rotta nel partito a livello locale dal Congresso del 2021, quando abbiamo rinnovato e ringiovanito la classe dirigente e siamo andati in giro per la città”, commenta D’Angelo, che è stato critico sin da subito sulla scelta del segretario nazionale Enrico Letta di separarsi dai Cinque Stelle. Qui Pd e M5S si erano uniti per le Comunali e il neo senatore pentastellato Luca Pirondini avvisa: “Dobbiamo riprendere, anzi continuare a lavorare insieme”.

Il partito di Beppe Grillo nella città del fondatore è passato dal 4% al 15% in tre mesi, facendo il pieno anche qui nelle zone popolari e industriali, nelle quali continua a covare anche un risentimento sottile verso il Pd, considerato troppo poco radicale e di sinistra sui temi ambientali e del lavoro, a partire dall’insediamento a Sampierdarena dei Depositi chimici, contro il quale è in corso una battaglia fortissima da parte del presidente del Municipio, il grillino Colnaghi. Al Cep, quartiere di case popolari sulla Collina di Pra’, il M5S ha fatto il botto. Carlo Besana, presidente onorario del Circolo Pianacci e tra le anime più stimate e riconosciute della zona, osserva. “Si sono risvegliati gli animi, per non dare il voto alle destre. Gli indecisi hanno votato per larghissima parte a sinistra. Ma mentre sulla costa è tornato il colore rosso, qui al Cep è il giallo a essere prevalente”. Ovvero il Movimento 5 Stelle: “Perché qui moltissime famiglie percepiscono il reddito di cittadinanza”, spiega Besana, e Flavio Gaggero, dentista di Pegli da sempre vicino a Beppe Grillo, aggiunge: “A me lo ha chiesto direttamente la Caritas, di parlare con Grillo e con Conte affinché mantenessero il reddito di cittadinanza nel loro programma. Il Pd? Dovrebbe occuparsi più del sociale, per tornare a essere veramente di sinistra”.

 

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