L’Arizona va ai dem, parità in Senato. Occhi puntati sul Nevada

Marina Catucci il Manifesto 13 novembre 2022
L’Arizona va ai dem, parità in Senato. Occhi puntati sul Nevada
Mark Kelly è stato rieletto contro il trumpista Blake Masters. Il 6 dicembre ballottaggio in Georgia


Durante la notte fra venerdì e sabato è arrivata la notizia, abbastanza prevedibile, che il senatore democratico dell’Arizona, Mark Kelly, è stato rieletto, aumentando così le possibilità per i democratici di mantenete il controllo del Senato. Kelly ha sconfitto il rivale, Blake Masters, con il 51,8% dei voti. Masters era stato appoggiato da Trump e finanziato dal miliardario Peter Thiel, co-fondatore di PayPal, Palantir Technologies e Founders Fund, e primo investitore esterno di Facebook, ma nonostante tutti gli sforzi economici e di immagine, la previsione di una sua sconfitta è stata confermata.

L’aspirante senatore Gop non è stato l’unico candidato repubblicano a venire sconfitto in Arizona, dove ha perso la corsa per il posto di segretario di Stato anche Mark Finchem, negazionista del risultato delle presidenziali del 2020, sostenitore delle bugie sulle frodi elettorali e membro delle milizie Oath Keepers. La vittoria è andata invece ad Adrian Fontes, ex cancelliere di una delle contee chiave dell’Arizona, quella di Maricopa. Il ruolo di segretario di stato è cruciale per la certificazione del voto nello Stato, e la vittoria di Fontes avrà molto peso nelle elezioni presidenziali del 2024.
Le notizie che arrivano dall’Arizona non sono piaciute per niente a Donald Trump, che sul suo Truth Social ha suonato: «Funzionari idioti e probabilmente corrotti hanno perso il controllo del voto in Arizona. Una nuova elezione deve essere convocata immediatamente».

Il tycoon ha decisamente cambiato tono rispetto ai giorni prima delle elezioni di midterm, quando e sembrava sul punto di annunciare ufficialmente la sua campagna presidenziale del 2024. «Ho corso due volte, ho vinto due volte – aveva detto Trump durante un comizio in Iowa, ripetendo la bugia delle elezioni rubate nel 2020 – e ho fatto molto meglio la seconda volta rispetto alla prima. Al fine di rendere il nostro un paese di successo, sicuro e glorioso, molto, molto, molto probabilmente lo rifarò».

Ma tutto questo accadeva la scorsa settimana, quando gli esperti prevedevano che un’ «ondata repubblicana» avrebbe investito il Congresso, diventando un trampolino di lancio perfetto per la sua nuova corsa per la Casa bianca. Le cose per Trump e il Gop potrebbero andare ancora peggio, e gli occhi ora sono puntati sull’esito del voto in Nevada e in Georgia. Nel caso della Georgia bisognerà aspettare almeno fino al ballottaggio del 6 dicembre per sapere se il seggio del senato locale andrà ai dem o al Gop. Dal Nevada, invece, si aspettano notizie in ogni momento, ed è in corso un testa a testa serratissimo. Mentre scriviamo tra i due candidati ci sono 821 voti di distanza, ma quelli ancora da contare arrivano per posta prevalentemente da Clark, la contea di Las Vegas molto popolosa e prevalentemente democratica, e si presume che privilegeranno la senatrice dem uscente Catherine Cortez Masto, che potrebbe recuperare lo svantaggio nei confronti del governatore del Nevada, il repubblicano Joe Lombardo, consegnando il Senato ai democratici.

 

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