Se la Schlein disperde la spinta della novità

Stefano Folli La Repubblica 28 dicembre 2022
Il Pd al bivio del “nuovismo”
Richiamarsi al salto generazionale, o sopravvalutare il tema dell’anti-Meloni, ossia l’urgenza di spingere una donna al vertice, rischia di preparare il terreno a una rapida disillusione

 

 

Nel dibattito confuso e abbastanza deludente che ha scandito fin qui il cammino congressuale del Pd, una voce saggia si rivela subito quella di Gianni Cuperlo, il più recente candidato alla segreteria. Come dargli torto quando rivendica il suo diritto ad ambire alla guida del partito e si dice “amareggiato” per l’accusa di voler indebolire Elly Schlein frazionando la sinistra?

In realtà il Partito democratico è o dovrebbe essere nella fase in cui più numerosi sono i candidati e meglio è, così da offrire l’impressione di un organismo non ancora in stato soporifero. Certo, sarebbe stato meglio non cominciare dai nomi, bensì dalle idee. Lo dice lo stesso Cuperlo e lo ripetono altri che pure non stanno dando un grande contributo in tal senso.

Tuttavia è pur vero che le idee camminano sulle gambe degli uomini e delle donne: quindi tocca a loro, candidate e candidati, uscire dal generico e dire cosa dovrà essere la sinistra di domani.

Richiamarsi al “nuovismo”, al salto generazionale, o sopravvalutare il tema dell’anti-Meloni, ossia l’urgenza di spingere una donna al vertice, rischia di preparare il terreno a una rapida disillusione. In fondo Giorgia Meloni è tutto tranne che un’espressione di “nuovismo”: se ha vinto il 25 settembre è perché è riuscita a intercettare un disagio reale nel Paese, attraverso il tenace lavoro di anni.

Lo stesso Conte ha smesso da tempo di essere una novità, benché sia un personaggio senza radici politiche, oltre che dotato di una non comune vocazione al trasformismo: ma il suo successo di oggi si deve all’aver centrato un paio di parole d’ordine efficaci, collegate anche qui al malcontento popolare, specie al Sud. Il reddito di cittadinanza è una bandiera che da sola può giustificare l’esistenza di una forza politica, specie se gestita con una certa spregiudicatezza.

Del resto, quale sia l’obiettivo del partito “contiano” lo hanno capito anche i bambini: risucchiare poco alla volta il Pd fino a trasformarlo in un alleato vassallo. Anche la candidatura nel Lazio della giornalista Donatella Bianchi, presidente del Wwf, obbedisce in modo lineare allo scopo. Una donna dall’aspetto sorridente, ben conosciuta grazie alla televisione, ambientalista, esterna ai palazzi della politica.

Un tempo si sarebbe parlato della tipica candidatura di disturbo, non in grado di vincere la gara regionale, ma perfetta per togliere voti al candidato del Pd, così da accentuare la crisi di quel partito e aprire il campo alla destra. Il destino dei socialisti francesi, ossia l’irrilevanza, è anche in questo scenario, a cui non sembra che si voglia o si sappia porre rimedio.

Per tornare a Elly Schlein, è evidente che il suo problema non è Cuperlo, bensì la capacità di mobilitare un’opinione pubblica la più ampia possibile, esterna ai quadri del Pd e quindi al ceto politico. Sotto questo aspetto, c’è da capire se il sostegno di notabili come Dario Franceschini si tradurrà o no in un vantaggio.

Quel che è certo, le speranze di vittoria della giovane parlamentare svizzera-italiana dipendono da un’affluenza sorprendente ai “gazebo” il 19 febbraio. Dovrebbe verificarsi quasi un moto di popolo, sia pure in sedicesimo, in grado di surclassare la mobilitazione dei quadri – non diciamo degli apparati, che in effetti oggi sono poca cosa – a favore di Bonaccini. Finora non si avverte nell’aria questa voglia di correre alle urne per sostenere l’ipotesi “nuovista”.

Senza dubbio è presto, mancano quasi due mesi alle votazioni: tuttavia la carenza di una o più idee forti alle quali collegare una campagna a cui il candidato/a presta il volto e il nome, rappresenta un limite assai più per Schlein che per Bonaccini, De Micheli e Cuperlo. Avendo puntato tutto sulla novità, a differenza degli altri, lei deve spiegare e convincere circa la sua ricetta per evitare al Pd un destino francese.

 

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