Marco Ruffolo La Repubblica 2 gennaio 2023
Metro, case, rifiuti pioggia da 8 miliardi per una rivoluzione
Il 2023 sarà fondamentale per il rilancio della Capitale: i soldi ci sono ma per non sprecare l’occasione servono più progetti e meno burocrazia
Questa volta non ci sono scuse: per rimediare alla lunghissima sequela di ritardi e inefficienze accumulate, Roma ha davanti a sé – parole del suo sindaco – «la più grande stagione di investimenti degli ultimi decenni » . Tra Pnrr, Giubileo 2025, fondi nazionali e altri finanziamenti – europei, pubblici e privati – il nuovo piano di rilancio della capitale ( ribattezzato “ next generation Rome”) può avvalersi, secondo lo stesso Roberto Gualtieri, di un tesoretto di almeno 8 miliardi di euro. Occasione unica per trasformare Roma in una metropoli civile al pari delle altre capitali europee. Il problema è come e in quanto tempo si potranno realizzare i progetti, dovendo partire da una situazione di generale degrado e di pluriennale stallo politico e amministrativo.
A chi contesta che durante il suo primo anno di mandato, i romani non hanno notato evidenti miglioramenti nell’offerta dei servizi, Gualtieri risponde che questa volta, invece delle consuete toppe da cucire qui e lì, si è cominciato ad aggredire alla base le cause strutturali più profonde di ritardi e inefficienze, con la conseguenza che difficilmente si sono prodotti effetti immediatamente visibili.
Del resto, quando in una città di quasi tre milioni di residenti mancano impianti di trattamento dei rifiuti, e quando negli ultimi anni non si sono realizzate né progettate nuove metropolitane e tranvie, e non si è neppure provveduto a fare la manutenzione di quelle vecchie, per forza di cose bisogna ripartire da zero, o quasi. Questa volta, tuttavia, sembra essersi invertita la tendenza storica a sottostimare i bisogni finanziari di una città che, malgrado abbia una superficie sette volte quella di Milano,una popolazione doppia e una lunghezza delle strade cinque volte maggiore, si è dovuta accontentare, ancora nell’esercizio 2021, di entrate più o meno simili a quelle milanesi. Adesso, pur con qualche eccezione, la dotazione finanziaria per i progetti c’è. Resta da capire se ci saranno le capacità progettuali; se ci saranno le competenze tecniche per gestire gli appalti e per controllare l’operato delle imprese appaltatrici; se gli amministratori avranno i necessari margini di autonomia e i poteri sostitutivi per prendere le opportune decisioni.
Nei trasporti come nei rifiuti, nella sicurezza stradale come nell’edilizia pubblica, nell’assistenza sociale come nella cultura, queste sono le vere domande da cui dipenderà il successo o l’insuccesso del nuovo piano di rilancio della capitale.
Trasporti
Cinque anni fa il ministero delle Infrastrutture assegnò 425 milioni alle linee delle metro A e B, per acquistare nuovi treni, per fare la manutenzione, per rinnovare i binari e altro ancora. Da allora, solo un terzo delle manutenzioni obbligatorie è stato effettuato; scale mobili e ascensori sono stati affidati negli anni scorsi a imprese incompetenti, scelte solo perché chiedevano la metà del prezzo necessario, con il risultato che adesso non funzionano; infine l’acquisto dei treni è rimasto bloccato dai ricorsi amministrativi. Ora si riparte, ma a causa dei ritardi, sembra che il primo treno non potrà arrivare prima del giugno 2025, mentre nuovi affidamenti dovrebbero garantire la ripresa della manutenzione e la sistemazione di scale mobili e ascensori. Il Comune intende anche prolungare le lineeesistenti e rifare per il Giubileo gran parte delle stazioni. Per evitare i blocchi, soprattutto sulla B e C, sono tuttavia inevitabili altre deroghe all’obbligo di fermare i convogli per mancata manutenzione. Insomma, per le metropolitane romane sarà una corsa contro il tempo, sperando che nuovi treni e una decente manutenzione riescano ad accorciare i lunghi tempi di attesa, soprattutto sulla B, la C e sulla Roma Lido.
Un altro grande capitolo dei trasporti riguarda le tranvie. Quattro di loro dovrebbero essere pronte tra 5 anni, altre sette tra 10. Entro gennaio sarà indetta la gara per uno dei lotti della tranvia Termini- Vaticano- Aurelio, quello dalla stazione a Piazza Venezia: 22 vetture per 90 mila passeggeri al giorno con frequenza di tre minuti nelle ore di punta. E’ un progetto che si trascina da decenni, sin dalla fine degli anni 90.
Tra le varie iniziative previste, si pensa anche ad una app con cui ciascuno possa programmare il proprio percorso personalizzato, integrando in un’unica tariffa i diversi mezzi di trasporto utilizzati: ferrovia, metro, bus, car o bike sharing e persino monopattino.
Strade e vigili
Il Comune ha deciso di affidare all’Anas le manutenzioni stradali con una convenzione che include sia la progettazione che la gestione. Soluzione obbligata per sopperire alle proprie carenze amministrative. Ma intanto si registrano ritardi nella messa in sicurezza degli incroci più pericolosi: si spera di effettuare i primi interventi a febbraio. E nella Galleria Giovanni XXIII il super- autovelox, anche se già installato, è rimasto inattivo finora per una diatriba tra uffici comunali. Sull’intero dossier della sicurezza stradale grava poi la drammatica carenza di vigili presenti sulla strada. Il flop dei concorsi della giunta Raggi ha rallentato le assunzioni. E i ritardi continuano: dovevano arrivare 500 vigili entro il 2022 e altri 1000 entro il 2025, ma il bando è stato rimandato.
Rifiuti
Solo con il termovalorizzatore e con i quattro nuovi impianti previsti – due per la frazione secca e due per l’organica – Gualtieri ritiene di poter dare a Roma nel giro di cinque anni l’autonomia necessaria nella gestione dei rifiuti, che oggi vengono spediti a caro prezzo in giro per l’Italia. La gara per il termovalorizzatore dovrebbe essere aggiudicata entro la prossima estate e il cantiere dovrebbe essere aperto entro l’anno. Per gli altri impianti, il problema per adesso è finanziario, perché i relativi progettinon rientreranno nei finanziamentidel Pnrr a causa dei criteri dei bandi troppo penalizzanti.
Una scelta che Gualtieri considera “inaccettabile” e che costituisce anche un’eccezione, considerando che il 90% dei progetti presentati da Roma Capitale ha avuto il via libera per accedere al Pnrr.
Assistenza sociale
Se la legge prevede che ci debba essere un assistente sociale ogni 5 mila residenti, nel Lazio questo rapporto è pari a uno su 11 mila.Dunque bisogna assumere. La giunta Gualtieri sta portando a termine un bando rimasto sospeso negli anni precedenti, per impiegare 209 assistenti sociali, e sta sbloccando l’assistenza a domicilio per 1.600 persone. Quanto all’edilizia pubblica, secondo l’assessore al patrimonio Tobia Zevi, mentre prima si assegnavano sei case popolari al mese, adesso se ne assegnano circa 40. Case ancora troppo poche, in assoluto, se le paragoniamo a quelle messe a disposizione da altre grandi città. Il primo problema da superare è il censimento, mai fatto: a Roma non si sa quanti siano gli appartamenti disponibili. Quanto agli asili nido e alle scuole per l’infanzia, i progetti di edilizia scolastica ( tra riqualificazione e messa in sicurezza) ci sono, ma una parte di essi (per circa 15 milioni) è rimasta fuori dai finanziamenti del Pnrr.
Cultura e turismo
Cinquecento milioni andranno al piano Caput Mundi, per rigenerare il patrimonio storico e culturale: 335 interventi su 283 siti. Tre gli obiettivi: aumentare il numero dei complessi turistici fruibili, creare offerte alternative ai percorsi tradizionali, formare il personale qualificato. La speranza, anzi l’impegno, è di realizzare questo piano entro il Giubileo del 2025. Qualche dubbio in proposito viene dal numero di amministrazioni chiamate a sedersi attorno al tavolo della immancabile Conferenza dei servizi: ben dodici, tra ministeri, sovrintendenze, parchi e diocesi. Inutile dire che se si cercheranno improbabili accordi all’unanimità ( come in moltissimi altri casi), e soprattutto se non si indicheranno poteri sostituivi in caso di stallo decisionale, i tempi non potranno che allungarsi.
Fra Pnrr e Giubileo la concentrazione di risorse è eccezionale, ma i ritardi nell’utilizzo continuano: dai concorsi per assumere agli appalti per la manutenzione dei treni