Alessandro Di Matteo La Stampa 13 febbraio 2023
Primarie Pd, il 61% sceglie Bonaccini “Con lui possiamo vincere le elezioni”
Il rilevamento a due settimane dal voto: per sette su 10 il governatore emiliano garantirà l’unità solo il 27% crede che Schlein possa battere la destra, ma nella fiducia supera Salvini e Berlusconi
Mentre continua la guerra di cifre tra Stefano Bonaccini ed Elly Schlein gli italiani sembrano avere ormai deciso che è il presidente dell’Emilia Romagna la figura giusta per riportare il Pd a vincere. È questo il responso del sondaggio Intwig realizzato tra il 7 e il 10 febbraio su un campione di 1.003 intervistati, un pronunciamento netto a favore di Bonaccini che viene considerato il leader più adatto per cercare la rivincita alle prossime elezioni. Solo tra una settimana si avranno i dati ufficiali del voto tra i circoli, perché Lazio e Lombardia chiuderanno i congressi il 19 febbraio, ma è ormai chiaro che la sfida a due alle primarie sarà appunto tra Bonaccini e Schlein, ampiamente in testa rispetto a Gianni Cuperlo e Paola De Micheli secondo le cifre parziali.
E, appunto, secondo il campione intervistato per il sondaggio sarà proprio il presidente dell’Emilia Romagna il nuovo segretario Pd: sceglie Bonaccini il 61% di coloro che dichiarano di votare alle primarie, mentre Schlein si ferma al 39%. L’affluenza stimata è di 1,2 milioni di elettori, previsione che dovrebbe rincuorare il quartier generale Pd. Proprio l’affluenza, infatti, è una delle grandi incognite di queste primarie: gli elettori ai gazebo sono inesorabilmente in calo da anni, dai 3,6 milioni che elessero Walter Veltroni si è via via scesi fino agli 1,6 milioni di Nicola Zingaretti. Restare sopra al milione di partecipanti è l’asticella che si sono dati al Nazareno. Secondo il sondaggio, peraltro, circa due intervistati su tre sanno che il 26 febbraio si terranno le primarie Pd.
Ma Bonaccini è il più apprezzato anche fuori dal perimetro dei militati democratici. Agli intervistati – tutti, anche quelli che non andranno a votare alle primarie Pd – è stato chiesto di indicare la figura più adatta per raggiungere determinati risultati. Per esempio, una domanda chiedeva chi fosse più in grado di «dare nuova linfa al partito»: in questo caso il risultato è sostanzialmente di parità, 51% per Bonaccini, 49% per Schlein. Sugli altri quesiti, però, è il presidente dell’Emilia Romagna a prevalere. Secondo gli intervistati sarebbe lui quello più in grado di «cambiare la classe dirigente del partito» (57,5% contro 42,5%).
Ancora più netto il giudizio quando si chiede, appunto, chi sia il candidato più attrezzato per «vincere le prossime elezioni»: in questo caso il 72,6% del campione sceglie Bonaccini, contro il 27,4% a favore di Schlein. Risultato simile se si domanda chi sia «più in grado di garantire l’unità del partito»: Bonaccini prevale col 71,1% dei consensi, contro il 26,9% della Schlein. Agli intervistati è stato chiesto anche di dare un giudizio sui principali leader politici italiani, di tutti i partiti, e la più apprezzata è risultata Giorgia Meloni, giudicata positivamente dal 44% degli intervistati e seguita da Bonaccini con il 38,7%, Giuseppe Conte (36%) e Schlein ( 34%), mentre Salvini è solo quinto con il 28,2%, appena avanti a Berlusconi che raccoglie il 27,3% di giudizi positivi.
Sui dati reali, però, il braccio di ferro è ancora in pieno svolgimento. Tra sabato e domenica è stato completato il voto nei circoli di tutte le regioni italiane, tranne appunto Lazio e Lombardia che essendo impegnate con le regionali avranno ancora una settimana di tempo. Secondo i dati del comitato Bonaccini aggiornati a domenica sera il presidente dell’Emilia Romagna «ha superato il 55% dei consensi» su 86.145 voti validi e dunque «la rimonta di altri non solo non c’è, ma la forbice si è allargata». Secondo queste cifre, Schlein si fermerebbe al 33,29%.
Lettura contestata dalla mozione Schlein, dove il divario viene calcolato intorno ai 15 punti. Il portavoce Marco Furfaro parla di «risultato oltre le aspettative tra gli iscritti del partito, la partita è aperta». La fase dei circoli, dicono i sostenitori di Schlein, sulla carta dovrebbe essere quella più favorevole al presidente dell’Emilia Romagna e per questo si ostenta ottimismo su una possibile rimonta alle primarie. La stessa candidata sottolinea che al termine del voto nei circoli «il bilancio è estremamente positivo, c’è un risultato al di sopra delle aspettative iniziali».
C’è soddisfazione per la vittoria al circolo della Bolognina, per esempio, così come per il successo a «Napoli, Milano, Catania e Venezia: dove non c’è la mano delle reti organizzate, Schlein vince», dice Francesco Boccia. Bonaccini replica dicendo che Bologna era la «sfida più ardua» e rivendica i «più di venti punti di vantaggio» a livello nazionale. Ma i numeri che contano, appunto, saranno quelli del 26 febbraio.