La vicenda Conte-Grillo-Draghi lascia la politica in mutande, nella difficoltà di spiegare come è andata una vicenda che in politica accade comunemente, ma che la politica generalmente sa gestire.
Ma davvero scopriamo solo ora che Draghi e Conte farebbero ciascuno a meno dell’altro? Grillo sopporta a fatica Conte? e i 5 stelle appoggiano il governo perché questo è ciò che vuole Grillo?
E che in tutto questo ci sono ragioni politiche profonde di divisione ma che ciò che si riesce ad esplicitare sono solo antipatie caratteriali?
E facciamo fatica a raccontare che ciò dipende dai protagonisti, che sono dei politici arrangiati (in effetti facevano tutti tutt’altro) e dai media che pensano l’informazione come un qualsiasi gossip in cui catturare il peggio di tutti essendo l’unica cosa che fa audience e clic?
La vicenda lascia comunque delle perle politiche da evidenziare. Non esiste più niente che siano valori, legami, ideali nei leader di oggi, e non esistono le comunità di appartenenza.
Nascono dei rapporti preferenziali tra persone antitetiche che scoprono uno stesso scopo. E stavolta sono chiari quelli tra Draghi e Grillo (il M5S appoggia il governo, Conte sfugge al controllo, e altro che non sappiamo); tra Grillo e De Masi (dare un profilo valoriale e una formazione al movimento), ma anche tra De Masi e Conte (i cinque stelle al governo sono destinati a morire).
Ciascuno si confida con il proprio interlocutore, come avviene dovunque nelle relazioni politiche, in cui ciascuno ha bisogno e convenienza a confidarsi. Naturalmente deve fidarsi dell’interlocutore.
E quindi il protagonista in questa vicenda è De Masi, che racconta tutto quello che sa nella triangolazione al Fatto Quotidiano attraverso il giornalista De Carolis. Il Fatto Quotidiano nella triangolazione starebbe con Conte che è da 4 anni il protetto del direttore Travaglio. Ma il Fatto Quotidiano si limita a farsi detonatore della miccia innescata attraverso l’intervista.
E allora De Masi, quando rilascia questa intervista, è consapevole di quale incidente apre?
E quindi la prima ipotesi è che siamo di fronte ad una botta di protagonismo di un ottimo professore che si è trovato in mezzo a delle invidiabili confidenze ed ha pensato di far vedere ciò che sa.
La seconda è che nelle chiacchiere con Grillo percepisce che il capo vuol far saltare il banco e per l’ennesima volta vuole lasciare Conte annegare nei penultimatum, riaprendo la scalata alla direzione dei cinque stelle.
La terza, è che Conte, con il quale condivide (De Masi) la necessità di abbandonare il governo Draghi, capisce che l’ex premier non ne ha la forza, ed esplicita l’empasse al movimento denunciando lo stretto legame tra Grillo e il premier Draghi ma di fatto aprendo la crisi con Grillo e con Draghi.
Se l’esame da politico stavolta lo avesse vinto il sociologo facendo fuori l’avvocato, il comico e il banchiere?