Un errore attaccare Mattarella. Un autogol per la destra pericolosa

Stefano Cappellini La repubblica 13 agosto 2022
Prodi dopo l’attacco di Berlusconi a Mattarella:
“Rischi per la democrazia, gli italiani sapranno come votare”

Per l’ex premier lo scenario è degno di allarme e quello del leader di Forza Italia è però un autogol: “Si tratta di un grave errore politico, perché non è attaccando il presidente della Repubblica che si attraggono consensi”

 

Per Romano Prodi il rilancio di Silvio Berlusconi sul presidenzialismo, associato allo scenario di dimissioni di Sergio Mattarella, è degno di allarme alto: “Le affermazioni di Berlusconi – dice a Repubblica – confermano quanto alto sia il rischio cui è esposta la democrazia italiana in caso vittoria di questa destra, ma sono certo che gli italiani ne terranno conto al momento del voto”. Prodi è sinceramente sconcertato, ha sempre temuto che il centrodestra a guida sovranista potesse inserire la revisione della Carta costituzionale tra i suoi obiettivi ma non pensava che l’assalto potesse partire così presto e con un obiettivo tanto spudorato, Mattarella, appena rieletto al Colle su preghiera di quasi tutti i partiti, tra cui anche Forza Italia.

Per il due volte ex presidente del Consiglio, che con Berlusconi si è scontrato elettoralmente due volte sconfiggendolo entrambe, nel 1996 e nel 2006, quello del leader di Forza Italia è però un autogol: “Si tratta di un grave errore politico, perché non è attaccando il presidente della Repubblica che si attraggono consensi. Al contrario, Mattarella è molto amato dal Paese”. Prodi si trova in vacanza ma ovviamente non ha smesso di seguire questa inedita campagna elettorale agostana. Pochi giorni fa, quando Calenda ha fatto dietrofront dal patto elettorale con il Pd ha fatto sapere quanto disapprovasse la scelta del leader di Azione: “Motivazioni incomprensibili”. Così come non aveva mancato di censurare la scelta di Giuseppe Conte di far mancare la fiducia al governo Draghi: “Sembra Bertinotti con me”, era stato il commento sul leader M5S.

Al Prof non è sfuggito l’omaggio-citazione del suo vecchio pupillo Enrico Letta che affronterà la campagna girando l’Italia su un bus, elettrico vista l’importanza dei temi ambientali in questo momento storico. Non vuole ancora dichiarare nulla pubblicamente sulle sue intenzioni di voto, manca ancora troppo al voto del 25 settembre. Certo non è azzardato pensare che la sua scelta possa cadere sul partito di cui è fondatore e padre nobile, il Pd, guidato da uno dei pochi esponenti che considera suoi legittimi eredi. “Enrico, siamo alla resa del Conte”, ha scherzato con lui l’ultima volta che si sono incrociati a un convegno, poco meno di un mese fa. “Del mio voto parlerò più avanti”, conferma a Repubblica.

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