Moretti: film brutti e cast sempre uguali, qui è la crisi

Nanni Moretti Corriere della Sera 4 novembre 2022
Moretti: film brutti e cast sempre uguali, ecco perché il cinema italiano è in crisi
È il clima intorno al cinema, e in particolare intorno al cinema in sala, che non c’è.

Tutti sono abbacchiati, lo spazio per le recensioni è sempre più piccolo fino a scomparire, ci vorrebbe un clima che faccia capire che è una cosa bella e quelli che non vanno al cinema non sanno quello che si perdono. Questo abbacchiamento, avvilimento prende un po’ tutti: esercenti, distributori, spettatori, giornalisti.

Negli anni Ottanta, quando dicevano che il cinema italiano era finito, ho iniziato a fare il produttore. Nel ‘90, quando si diceva che erano le sale a non aver un futuro, ho aperto il mio cinema. Ho sempre reagito rilanciando. Ora però non si può far finta di niente.

La crisi è colpa dei tanti film brutti, anche d’autore, che escono e che si aggiungono a molti titoli italiani commerciali che tali non sono, che cioè otto persone su dieci rifiutano anche perché hanno cast e storie sempre uguali.

La finestra troppo breve tra l’uscita in sala e quella sulle piattaforme? Il problema nasce già dal festival di Venezia, che accetta i film prodotti dalle piattaforme. A Cannes non avviene perché le associazioni di categoria di produttori, esercenti, distributori in Francia sono più forti che da noi. Qui finisce che sono gli stessi produttori a convincere i registi a fare i film per le piattaforme.

(Testo tratto dall’intervento al festival della Cineteca di Bologna «Visioni italiane»)

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