La trattativa fa da sfondo, Bellocchio sviscera il conflitto tra potere e amore

Paolo Mereghetti Corriere della Sera 18 maggio 2022
«Esterno notte» di Bellocchio: Moro tra rabbia e affetti negli episodi in tv
Il regista racconta in sei puntate il rapimento Moro, interpretato da Fabrizio Gifuni

 

 

Gli anni non hanno frenato Marco Bellocchio, anzi sembrano avergli dato nuovi stimoli nel cercare strade da sperimentare, nella voglia di sorprendere: adesso lo fa con la sua prima serie tv – Esterno notte– che racconta in sei puntate il rapimento Moro.

Ma non secondo le logiche della ricostruzione cronachistica (che aveva già superato nel film del 2003, «Buongiorno, notte») ma piuttosto sfruttando la maggior libertà offerta dalla durata per mettere a fuoco i personaggi legati a quei tragici fatti, come in una specie di ipertesto dove ogni episodio permette di scendere in profondità su un personaggio e sul suo rapporto con lo statista democristiano.

Le prime tre (da oggi nei cinema in un unico spettacolo che si avvicina alle tre ore: ne vale la pena!) mostrano l’impegno di Moro (Fabrizio Gifuni) per far digerire ai compagni di partito l’apertura al Pci e poi il rapimento da parte delle Brigate rosse proprio la mattina in cui doveva presentarsi in Parlamento per il voto di fiducia.

A seguire gli sforzi di Cossiga (Fausto Russo Alesi), ai tempi ministro degli Interni, per affrontare l’emergenza, e quelli di Paolo VI (Toni Servillo) per favorirne la liberazione. Molte scene rimandano alla realtà di quei giorni – l’inaffidabilità di certi collaboratori del Ministero, gli sforzi della Chiesa per intavolare una trattativa che invece Andreotti (Fabrizio Contri) respinge (anche se il figlio del politico, Stefano, lo smentisce), i soldi raccolti nelle parrocchie per pagare un eventuale riscatto – ma a venir fuori è soprattutto la rete di legami (affetti, frustrazioni, rabbie, recriminazioni) che unisce tutti quei personaggi.

Nelle puntate successive (al cinema a giugno) avrà più spazio la moglie Eleonora (Margherita Buy), oltre ai brigatisti, ma già in questa prima parte si capisce come a Bellocchio interessi scavare in quella parte degli animi che è più forte della politica e delle scelte di campo (ed ecco perché ha così poco spazio il dibattito sulla trattativa, che pure infiammò ai tempi l’Italia), quasi a volersi e volerci interrogare sul conflitto che sembra inevitabile tra il Potere e l’Amore.

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.