Il tocco d’oro di Letterman con Zelensky

Antonio Dipollina La Repubblica 29 dicembre 2022
Il tocco d’oro di Letterman con Zelensky 
Multischermo. Il passaggio top è quello che giustamente viene usato per lanciare l’intero speciale. David Letterman chiede: «Se a Putin venisse un brutto raffreddore letale o, accidentalmente, cadesse da una finestra, la guerra finirebbe?».

 

Volodymyr Zelensky risponde «sì» e nello scambio c’è tutto quanto, lo spunto del vecchio entertainer che intrattiene, appunto, anche con la sola domanda e il leader più popolare al mondo che fornisce una risposta con un milione di sottintesi e agganci per proseguire il discorso. Lo scambio, insieme a un’intervista in piena regola, sta nel nuovo episodio diNon c’è bisogno di presentazioni, tutto su Netflix, la serie che vede l’ex mattatore del Late Show rivivere e capitalizzare i fasti di un tempo, a tu per tu con personaggi di quelli che una volta si sarebbero messi in fila per il suo programma: ma il contesto è ovviamente diverso e il colpo stavolta è quello di un Letterman partecipe del dramma ucraino che prende e va a trovare il leader, viene condotto “in uno dei pochi posti sicuri di Kiev” che si rivela essere una stazione della metropolitana (e l’intervista è punteggiata dal passaggio dei treni sul binario opposto). Facile per i tenaci avversari di Zelensky (e molti lo sono gratis, non ci si crede) vedere in tutto questo un nuovo tassello del messaggio mistificatorio contro il leader ucraino — ex attore, o più semplicemente “comico” per i detrattori incalliti — anche qui, alcuni lo fanno senza ricevere compenso. Ma è altrettanto facile per chi ha vissuto l’epoca d’oro del Late Show con il conduttore impareggiabile — e visibile per anni anche da noi, grazie all’opera di pochi che presero a cuore la vicenda — rivivere l’intrattenimento alla Letterman che, quando era alle prese con ospiti top della politica del mondo, trovava un passo inconfondibile, efficace per lo show, sobrio, sempre. Nella (ex) società dello spettacolo, avremmo a breve un Letterman da Putin, ma la storia sembra aver girato ormai da tutt’altra parte.

 

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