Bollette mensili per mascherare aumenti da capogiro

Fabio Savelli Corriere della Sera 4 gennaio 2023
Il presidente dell’Arera: «Quanto costeranno le bollette del gas a gennaio? Il clima sarà decisivo per un possibile calo del prezzo»
Il prezzo del gas sulla borsa di Amsterdam, parametro di riferimento per l’Europa, sta scendendo ai livelli pre-invasione dell’Ucraina, eppure avete appena comunicato nel mese di dicembre un aumento delle tariffe del gas del 23,3% per gli utenti in tutela, ci aiuta a capire?

«Molto semplice, ma capisco che può ingenerare confusione. Il prezzo è sceso solo a partire dal 17-18 dicembre, mentre nella prima metà del mese il valore si è tenuto strutturalmente alto attorno ai 135-140 euro a megawattora — dice il presidente dell’autorità Arera, Stefano Besseghini —. È presumibile che se i prezzi si dovessero mantenere sui livelli attuali (ieri 76,3 euro sul Ttf olandese, ndr.) il mese di gennaio farà registrare una diminuzione delle tariffe. Questo perché abbiamo introdotto a luglio un nuovo metodo che aggiorna mensilmente le tariffe calcolando la media dei 30 giorni precedenti agganciandolo alla componente gas a copertura dei costi di approvvigionamento. Mentre prima questo avveniva su base trimestrale per cui l’impatto sul cliente non era immediato».

Mi scusi ma i costi per le famiglie continuano a salire. In più dobbiamo considerare che gli oneri di sistema sulle bollette del gas, cioè le imposte applicate, sono azzerate per tutti ancora per questo trimestre come prevede la legge di Bilancio, poi cosa succede?

«Nessuno ha la sfera di cristallo, ma possiamo vedere alcune tendenze basandoci sui dati, non tutte negative».

Prego, ne abbiamo bisogno.

«Le temperature miti di queste settimane ci stanno aiutando molto di più di quello che ci costringe questa nuova geopolitica. Nelle prime due settimane di dicembre le temperature erano più rigide e il prezzo del metano era alto perché gli operatori di mercato non potevano escludere che restasse tale. Poi sono salite e ora il grande lavoro fatto sugli stoccaggi di metano ci permette di essere relativamente più sereni. Perché abbiamo i depositi pieni di gas all’84%, l’anno scorso in questo stesso periodo eravamo al 68%. Se le temperature restassero queste potremmo non intaccare troppo i depositi e questa considerazione si trasferirebbe sul mercato-spot, quello giornaliero, ma anche su quello forward, che incorpora le aspettative degli operatori con contratti a scadenza anche a 3-6 mesi».

Ecco questi contratti cosa ci dicono? Perché il mercato, lo sappiamo, quota in anticipo il rischio.

«Al momento neanche gli operatori sanno cosa accadrà perché il mercato forward è piatto, ci sono pochi contratti a medio termine. Nessuno si sente di quotare questo rischio. Non c’è la sensibilità per farlo perché le variabili sono tante ma il prezzo del gas sta andando giù anche perché è crollata del 15% la domanda industriale a causa di prezzi alti della materia prima. Se la domanda civile, cioè i riscaldamenti delle abitazioni, non è elevata come negli altri anni allora le tariffe gas scenderanno, vedrà, anche perché l’industria sta riducendo la necessità di metano».

Le tariffe comunicate dall’Arera riguardano però solo i 7 milioni di utenti in regime di tutela, cioè il 36% della torta. L’altro 64% che è sul mercato libero che prezzi avrà?

«Qui le variabili sono ancora altre. Dipende dal tipo di contratto stipulato con l’operatore, se quel contratto incorpora un prezzo fisso o variabile, o se, come è nella stragrande maggioranza dei casi, quel prezzo è indicizzato ad un listino, come può essere il Psv italiano o il Ttf olandese. Ci sono clienti, tra questi milioni di italiani, che stanno usufruendo di prezzi più bassi del mercato, altri che invece sono rimasti scottati. Ma è chiaro che se il prezzo scende sul mercato sono i primi a giovarsene in bolletta».

 

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