La «carta di Ronaldo» che inguaia la Juve

Simona Lorenzetti Corriere della Sera 19 gennaio 2023
La «carta di Ronaldo» che inguaia la Juve
Ecco il documento «che non deve esistere». È firmato esclusivamente dall’ex ds Paratici: per i pm, garantiva a CR7 gli arretrati (non a bilancio)

La «carta di Ronaldo» che inguaia la Juve
«Egregio Signor Cristiano Ronaldo dos Santos Aveiro» si legge nell’intestazione. Poi, a seguire, c’è l’oggetto della comunicazione: «Accordo Premio Integrativo — Scrittura integrativa». Infine, si entra nel merito: «Facciamo seguito alle intese intercorse e uniamo alla presente il documento relativo al premio integrativo riconosciuto a suo favore (Accordo Premio Integrativo) e l’ulteriore scrittura integrativa dell’Accordo Premio Integrativo (“Scrittura integrativa”)». Ecco le prime righe della «famosa carta di Ronaldo», quella che «teoricamente non deve esistere» ed è evocata in un’intercettazione tra il capo dell’ufficio legale Cesare Gabasio e il ds Federico Cherubini. La guardia di finanza l’ha trovata nello studio dell’avvocato Federico Restano (a Torino) il 23 marzo 2022, nel corso della seconda perquisizione disposta dal procuratore aggiunto Marco Gianoglio e dai sostituti Mario Bendoni e Ciro Santoriello.

La «carta di Ronaldo» che inguaia la Juve
Il documento è firmato da Fabio Paratici, l’ex ds della Juve indagato con i vertici societari (tra cui l’ex presidente Agnelli e il suo vice Nedved) nell’ambito dell’inchiesta sui bilanci del club. La «carta» è per i magistrati la «side letter» che deriva dalla seconda manovra stipendi relativa alla stagione 2020/2021: la presunta rinuncia fittizia delle mensilità da parte di alcuni giocatori. Si legge ancora: «Nel confermare gli impegni assunti nei predetti documenti, ci impegniamo altresì a consegnarvi entro il 31.07.2021 l’Accordo Premio Integrativo ritrascritto sui moduli federali “Altre Scritture” a oggi non disponibili, e la Scrittura integrativa debitamente sottoscritta». Il documento, con i relativi allegati, non è mai stato depositato in Lega e fa riferimento a un debito residuo che la società aveva maturato con il portoghese prima del suo trasferimento al Manchester: una parte sarebbe stata pagata, resterebbero ancora 19,6 milioni. In un allegato vengono dettagliate cifre, scadenze e «condizioni» alla base del pagamento, cioè la permanenza alla Juve.

La «carta di Ronaldo» che inguaia la Juve
In un altro allegato, però, si specifica che «nell’ipotesi in cui, a seguito di suo trasferimento definitivo, la condizione stabilita per la maturazione dei premi individuati (…) non possa verificarsi, Lei avrà diritto a percepire un incentivo all’esodo». Il debito, secondo gli inquirenti, non è mai stato iscritto a bilancio. I magistrati hanno provato a chiedere conto dell’accordo a CR7 (attraverso una rogatoria internazionale), ma l’attaccante non si è mai presentato dai pm. I suoi legali, i penalisti Salvatore Pino e John Shehata, hanno poi fatto sapere che il calciatore non ha mai visto quei documenti e che non ne possiede copia. Nelle scorse settimane gli avvocati hanno chiesto al gup Picco di poter accedere agli atti, e in particolare a quelli che ricostruiscono la «famosa carta». Ora si tratta di capire la prossima mossa dei legali, che si sarebbero messi in contatto con i pm.

 

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