Paolo Mastrolilli La Repubblica 27 gennaio 2023
Il nuovo capitolo del riarmo: dopo i carri, Kiev chiede gli F16
Polonia e Olanda pronte a inviare i caccia, Washington non chiude la porta pur di scongiurare la controffensiva russa. Ma Trump va all’attacco: “Prima i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso”
Dopo i carri armati, gli aerei da combattimento F16. È la prossima richiesta di riarmo già avanzata dall’Ucraina, insieme a quella per i missili di lunga gittata Atacms, su cui non c’è più il veto assoluto e definitivo che gli Usa imponevano all’inizio del conflitto. E questo per almeno cinque ragioni: primo, mettere Kiev in condizione di difendersi subito dall’imminente offensiva russa; secondo, scoraggiare possibilmente questa operazione, o spingere Mosca a lanciarla senza essere davvero pronta a condurla; terzo, favorire la controffensiva di Zelensky per riconquistare i territori occupati, e andare all’auspicato tavolo della pace in una posizione di forza; quarto, far capire a Putin che se spera di vincere puntando sulla fine degli aiuti occidentali e lo sgretolamento dell’alleanza, sta sbagliando ancora i calcoli; quinto, guardare già al dopoguerra, per costruire una forza di deterrenza abbastanza solida da dissuadere il Cremlino, chiunque lo abiti, da altre future avventure.
L’Ucraina aveva chiesto i caccia fin dal principio dell’invasione, e la Polonia aveva detto di essere pronta a darle i suoi Mig, per impedire a Mosca di avere il dominio dei cieli, decisivi nelle guerre moderne. In realtà i russi non sono mai riusciti a imporre la loro supremazia aerea, ma comunque Washington si era opposta per evitare l’escalation. Altri tempi. Allora la speranza era che il combinato delle sanzioni economiche e la resistenza di Kiev convincessero Putin a cercare una soluzione diplomatica, mentre ora è chiaro che non l’aveva mai neppure considerata. Quindi in maniera progressiva l’Occidente ha incrementato la sua assistenza militare, con due scopi: mettere l’Ucraina in condizione di sopravvivere, e convincere Mosca ad accettare un vero negoziato. Dopo i Javelin sono arrivati gli obici, poi gli Himars, i Patriot, e adesso i carri armati. Il risultato è stato prima l’arresto e poi l’arretramento delle forze russe, mentre le minacce di escalation nucleare sono fortunatamente rimaste vuote, anche se il Cremlino ha sposato la strategia di bombardare le case dei civili e le infrastrutture.
Mercoledì Yuriy Sak, consigliere del ministro della Difesa ucraino Reznikov, ha detto alla Reuters che “il prossimo grande ostacolo da superare saranno gli aerei da combattimento”. Quindi la domanda è stata posta al portavoce del Consiglio per la sicurezza nazionale Kirby, in questi termini: “Se gli ucraini oggi dicessero: “Grazie mille dei carri. Ora, che ne direste di alcuni aerei da combattimento di quarta generazione?” Quali sono le possibilità che ciò accada?”. Kirby non ha posto veti: “Siamo in costante discussione con gli ucraini sulle loro capacità. Le evolviamo mano a mano che le condizioni cambiano. Non posso biasimare gli ucraini per volere sempre più sistemi. Non è la prima volta che parlano di aerei da combattimento. Ma non ho annunci da fare su questo fronte”.
Il processo quindi potrebbe seguire quello dei carri armati, che dovrebbero arrivare al fronte nel giro di un paio di mesi, perché addestramento e consegna dei Leopard saranno più rapidi del previsto. E magari aprire la porta agli Mgm-140 Army Tactical Missile Systems, che metterebbero Kiev in condizione di colpire i russi più in profondità, forse anche in Crimea, distraendoli dall’offensiva in preparazione e costringendoli a distribuire le forze su un fronte più ampio. Sempre a patto di non minacciare direttamente il territorio russo, ma limitandosi alla difesa di quello ucraino occupato, per non creare la scusa della Terza guerra mondiale. Oltre alla Polonia, anche l’Olanda sarebbe pronta a fornire gli aerei, mentre l’addestramento dei piloti sarebbe già in corso.
L’unico a opporsi sembra Trump, che su Truth ha commentato così: “Prima arrivano i tank, poi le testate nucleari. Bisogna mettere fine a questa guerra folle adesso. È così facile”. In questo modo alimenta i sospetti che, se rieletto, cederebbe a Putin. Invece Biden secondo Nbc prepara un viaggio in Europa per l’anniversario dell’invasione, mentre il segretario di Stato Blinken ha detto al Washington Post che c’è già un piano per il dopoguerra, quando Mosca accetterà di non poter obliterare l’Ucraina. Kiev non entrerà nella Nato, ma sarà rafforzata militarmente al punto di creare la deterrenza per scoraggiare altre aggressioni. Invece aderirà alla Ue, per favorire la sua prosperità, in contrasto evidente con l’arretratezza imposta da Putin alla Russia.