L’ imbarazzo del putiniano al governo non consente rimozioni

Francesco Bei La Repubblica 13 febbraio 2023
Berlusconi su Zelensky, l’alleato imbarazzante
Il rapporto del leader di FI con il presidente russo è un problema che il governo non può più rinviare

 

Si fa fatica persino a credere che Silvio Berlusconi, violando oltretutto il silenzio elettorale, abbia dato voce in maniera così sfacciata alla più incredibile propaganda putiniana, rilanciando senza alcun filtro tesi e fake news fabbricate dal Cremlino. C’è da chiedersi a questo punto cosa ne pensi Giorgia Meloni, che ha definito qualche giorno fa il Cavaliere come il miglior ministro degli Esteri che l’Italia abbia mai avuto. Magari intendeva ministro degli Esteri della federazione russa…

L’uscita di ieri è talmente clamorosa, i giudizi sul “signor Zelensky” così sprezzanti e carichi di livore, che il fatto costituisce un problema enorme per il governo italiano, a livello politico e diplomatico. Né è possibile provare a nascondere e minimizzare quello che è successo come accadde tre mesi fa, quando considerazioni analoghe vennero pronunciate a porte chiuse davanti ai parlamentari di Forza Italia (con scroscio di applausi dei presenti).

Allora si sentirono dalla viva voce dell’ex premier ricostruzioni totalmente fantasiose dell’inizio dell’invasione russa, con il povero Putin costretto suo malgrado a violare lo spazio sovrano di Kiev per reagire alle provocazioni dell’Ucraina. Sarebbe dovuto finire tutto in una settimana, con un governo Quisling composto di “persone per bene e di buon senso” installate dai russi al posto del legittimo governo filo-europeo di Zelensky. Ma quei maledetti ucraini hanno deciso, guarda un po’, di ribellarsi alla zampa dell’orso russo e di difendere la loro democrazia. Un bel problema sia per Putin che per i suoi amici italiani.

Quando scoppiò lo scandalo dell’audio di Berlusconi, i responsabili di Forza Italia si affrettarono a spiegare che si trattava di frasi estrapolate dal contesto, che il loro capo si limitava a riportare una versione dei fatti alternativa senza farla propria. Pietose bugie che ora crollano davanti all’ammissione dell’interessato, che – giustamente dal suo punto di vista – si vantava di aver riallacciato i rapporti con il dittatore di Mosca, citando anche le casse di vodka ricevute in regalo per il compleanno.

Il caso Berlusconi, che esplode in maniera clamorosa proprio alla vigilia dell’annunciata nuova offensiva russa (una coincidenza casuale? E’ legittimo chiederselo) apre una gigantesca faglia all’interno del governo e non è derubricabile sotto la categoria delle leggendarie gaffe del Cavaliere. Anche perché contiene una critica esplicita e forte al comportamento della presidente del Consiglio, che continua a intrattenere rapporti intensi e cordiali con il presidente Zelensky, l’ultimo dei quali in occasione del recente Consiglio europeo.

Berlusconi sostiene che Meloni abbia sbagliato persino a parlare con Zelensky, figuriamoci inviargli armi e sostegno finanziario. Una posizione totalmente opposta alla linea ufficiale del governo italiano, che chiama in causa la premier e mette in imbarazzo anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani, contraddicendo la linea atlantista mantenuta in questi mesi da palazzo Chigi e Farnesina.

Per molto, molto meno, in altri tempi sarebbero entrati in crisi i governi. Ma di certo una slabbratura così ampia, che rinnega la politica estera italiana e mette in mora sia l’attuale esecutivo che il precedente – di cui pure Forza Italia faceva parte – pone una questione non più aggirabile.

Non erano dunque dal sen fuggite quelle critiche alla partecipazione in video di Zelensky a Sanremo, arrivate persino da Piersilvio Berlusconi, in barba a qualsiasi considerazione di opportunità e di conflitto di interessi. Abbiamo al governo di una Nazione della Nato, che supporta la resistenza ucraina, il leader di una forza politica che parla e ragiona come un agente del Fsb. La prossima volta, invece che protestare per il vertice parigino con Macron e Scholz, dovremmo farci invitare a Mosca insieme a Lukashenko.

 

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