Montaruli, seppur fedelissima, l’amica toglie dall’imbarazzo la premier

Sarah Martinenghi, Sara Strippoli La Repubblica 19 febbraio 2023
Borse e libri hot con i fondi regionali si dimette la sottosegretaria Montaruli

 

Assicura, e con lei tutti gli esponenti di Fratelli d’Italia, che la decisione di dimettersi è stata presa in totale autonomia, che non è stata Giorgia Meloni a chiederle di lasciare il posto da sottosegretario all’Università dopo la condanna a un anno e sei mesi per le “spese pazze” con i fondi dei gruppi consiliari in Piemonte.

«Non ho sentito nessuno, ho scelto da sola», dice Augusta Montaruli via WhatsApp, aggiungendo solo questa precisazione alla lunga lettera aperta pubblicata nel primo pomeriggio, al termine di una mattinata terribile in cui, dalla politica al mondo universitario, è stata investita da una pioggia inarrestabile di inviti a compiere un passo indietro.

La deputata di FdI che tanta soddisfazione aveva dato alla premier con la sua vittoria alle Politiche di fine settembre, quando aveva espugnato il collegio popolare di Torino Nord, è provata ma promette battaglia, annunciando di volersi rivolgere alla Corte Europea. La vittoria all’uninominale meritava un riconoscimento e la giovane combattente cresciuta in Azione Giovani, dirigente provinciale di Alleanza Nazionale, è molto vicina alla presidente del Consiglio. Un premio arrivato puntuale con la nomina dei sottosegretari. «Si poteva avere un certo ottimismo, in altre Regioni la Cassazione si era pronunciata diversamente» commenta ora il coordinatore regionale di FdI Fabrizio Comba.

«Sono innocente – dice Montaruli – Ho deciso di dimettermi dall’incarico di governo per difendere le istituzioni, certa della mia innocenza». E spiega: «Se ciò non avvenisse sarei come coloro che vorrebbero demolito il senso dello Stato, rendendolo debole con una ricerca costante di una giustificazione alle proprie azioni, sentendosi moralmente superiori o cercando di piegare le norme ai comportamenti, addirittura ostentando clemenza verso chi agita l’arma del ricatto e per scappare dalla legge si vorrebbe ridisegnare vittima, rimanendo nell’ombra davanti alla “protesta più forte” di chi la vita se l’è tolta davvero poco più di un anno fa. Tutto questo sì è stato decisamente imbarazzante». Il riferimento è al suicidio di Angelo Burzi, esponente di Forza Italia anche lui coinvolto nella Rimborsopoli piemontese. Un gesto pianificato nei dettagli nel giorno di Natale del 2021 e accompagnato da un duro j’accuse per il sistema che lo condannava.

Fatti di 12 anni fa, quando Montaruli aveva 26 anni. Era la giunta, dal 2010 al 2014, guidata dal leghista(ora passato a FI) Roberto Cota. All’inizio la consigliera del Popolo della libertà eletta nel listino di Cota se l’era cavata con una condanna a 4 mesi: era il 2016 e il tribunale aveva ritenuto che i suoi scontrini fossero giustificabili come spese politiche e di rappresentanza. Ma per lei tutto era cambiato nei due processi d’appello, nel 2018 e nel 2021, quando le era stata inflitta una condanna a un anno e 7 mesi. Le venivano contestate spese per 41 mila 552 euro (da lei rimborsate), ma verranno giudicati illeciti scontrini per poco più di 25 mila euro.

Nell’elenco c’erano fiori e orecchini, cinture e cornici. La borsa firmata di Borbonese, il libro hot Sexeploration. Giochi proibiti per coppie (inrealtà non contestato), un rasoio elettrico per la depilazione (che sosteneva essere un caricabatterie da cellulare), i cristalli Swarovski. E poi pranzi al bar e nei fast food, nelle piadinerie, le colazioni in pasticceria e le merende in yogurteria, le cene nei ristoranti più rinomati. L’ultimo verdetto della Cassazione le ha portato lo sconto di un mese (per la prescrizione di un capo d’imputazione), rendendo la condanna definitiva a un anno e 6 mesi.

FdI fa quadrato in solidarietà con la deputata. Di scelta “generosa” parlano i due capigruppo Tommaso Foti e Lucio Malan: «Gli avvoltoi, che pensavano di poter speculare su una vicenda che ha toccato tanti, anche tra coloro che si erigono a censori, e colpito pochi, sono serviti. A Fratelli d’Italia la morale non la fa nessuno, tantomeno la sinistra del professionale malcostume». L’opposizione chiede ora che l’esempio di Montaruli sia seguito da Delmastro e Donzelli. Lo chiede in serata Elly Schlein candidata alla segreteria nazionale del Pd: «Credo fossero doverose le dimissioni di Montaruli, ma stiamo aspettando quelle di Delmastro e Donzelli. Lo diciamo a Meloni che non ha ancora capito che è la premier, non più solo la leader di un partito».

 

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