Fare satira alla corte di Cairo, 10 anni di Propaganda Live

Chiara Maffioletti Corriere della Sera 12 marzo 2023
La banda di Zoro ha 10 anni «Viaggio tra satira e attualità»
«Propaganda Live» cresce, il programma batte Crozza in sovrapposizione


«Dieci anni, dieci anni della mia vita… Siamo stati bravi, siamo invecchiati, ci siamo divertiti tanto». Diego Bianchi, per tutti Zoro, sente di essere arrivato a un compleanno importante: il suo gruppo di lavoro festeggia la prima cifra tonda. Era il 3 marzo del 2013 quando il pubblico cominciava a capire che l’attualità politica poteva essere raccontata anche in un modo differente, rispetto a quello dei tanti talk show. Succedeva su Rai 3, dove Bianchi conduceva Gazebo. Un format poi evoluto in Propaganda Live, in onda dal 2017 su La7 (in prima serata, il venerdì).

«Ogni puntata si può fare meglio, ogni puntata è la migliore che si possa fare», commenta Bianchi, ma la prova dell’ottima salute della trasmissione è scritta nei numeri: l’ultima puntata è stata vista da 898.000 spettatori, raggiungendo il 6.5% di share e superando anche un colosso come Maurizio Crozza. Durante la sovrapposizione con Fratelli di Crozza, il programma di Bianchi l’altra sera è arrivato a quota 5,54% di share rispetto al 5,36% dello show in onda sul canale Nove. Non solo. La stagione in corso si attesta su una media del 5,8%, con oltre 800mila spettatori medi: al momento la migliore di sempre. «Dieci anni come un lunghissimo viaggio nel tunnel degli orrori di un luna park — commenta un altro pilastro di quel gruppo, il fumettista Makkox —. Abbiamo visto scorrere davanti ai nostri occhi cose spaventose che facevano anche un po’ ridere, e altre spaventose e basta».

Molto altro resta da vedere. «Ancora non si vede la fine del tunnel, ma consola il fatto che con i miei compagni di viaggio, stretti stretti in questa fragile carrozzetta, abbiamo conservato lo stesso spirito e lo stesso sguardo sul mondo di quando un decennio fa abbiamo imboccato l’ingresso mostruoso del budello (e a questo punto ho anche paura di immaginare dove sbucherà)». L’ironia, del resto, è un tratto imprescindibile di questa squadra, di cui fa parte, dall’inizio, anche quello che oggi è il direttore di La7, Andrea Salerno.

Che ricorda: «Cairo voleva portarci su La7 ancora prima che io ne diventassi direttore. Poi la congiunzione dei pianeti ha fatto il resto. Siamo partiti di notte e siamo finiti in prima serata. Non smettiamo di divertirci e di metterci in discussione ad ogni puntata. Allegramente e litigando il giusto. E raccontando questo Paese con questa nostra formula che mescola la satira, il giornalismo, lo spettacolo. Facendo, insomma, sempre un po’ come ci pare». Un lusso non da poco quando si parla di informazione, soprattutto politica. In una carrellata di ricordi lunga dieci anni, non è semplice scegliere alcuni momenti rispetto agli altri. Eppure Salerno, dovendo farla torna alle puntate andate in onda durante la pandemia.

«Mi viene in mente l’invenzione delle sagome usate come pubblico, al tempo del Covid: noi siamo sempre andati in onda». E quando il pubblico non poteva entrare nello studio, al loro posto c’erano, appunto, i cartonati di Michael Jackson, Greta Thunberg, Mattarella, Liliana Segre, Ornella Vanoni e Topo Gigio. Per dirne alcuni. Solo una delle tante invenzioni di questo gruppo di amici, a cui si deve anche la nascita del Fantacitorio, gioco che ricalca il FantaSanremo, ma con una chiave politica a cui, al momento, giocano 13673 squadre. Un altro traguardo tra i tanti di una trasmissione che è riuscita nell’impresa di diventare un rifermento senza perdere nulla della leggerezza dei suoi inizi. Conclude Zoro: «Grazie per sempre a chi c’è stato, a chi non c’è più, a chi c’è e ci sarà».

 

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