Continente europeo, settimana schizofrenica e paranoica

Limes a cura di Federico Petroni 8/02/2019

EUROFRATTURE

La crisi diplomatica tra Italia e Francia. Lo sgambetto di Parigi alla Germania su Nord Stream 2. L’impossibilità per l’Ue di arrivare a una posizione comune sul Venezuela, sul trattato Usa-Russia sui missili a raggio intermedio e sulla dichiarazione conclusiva del vertice con la Lega araba.

Difficilmente la si ricorderà come decisiva nella storia d’Europa, ma questa settimana porta al pettine la natura altamente competitiva, quasi schizofrenica del continente. Uno spazio frammentato da molteplici linee di faglia che si intersecano, impedendo la costruzione di solidi e duraturi assi fra paesi. Uno spazio nel quale gli interessi nazionali e le rispettive paranoie sono così divergenti da rendere impossibile al principale forum d’integrazione (l’Unione Europea) di trascendere le questioni economiche, commerciali e monetarie per abbracciare questioni strategiche.

In assenza di un vero federatore, tanto in positivo (il protettore, gli Stati Uniti) quanto in negativo (il nemico, Russia o Cina), infragiliti dal calo di benessere e lasciati a loro stessi e alle loro piccole taglie e battaglie, i principali paesi del continente si fanno dispetti. Senza però lesinare ferocia. Il principale stallo dell’integrazione europea non è tanto l’Est, ma la divergenza pressoché totale all’interno del triangolo Italia-Francia-Germania. Conclamata nel caso delle prime due. Implicita in quello delle ultime due, che nascondono la rivalità reciproca nella sceneggiata di Aquisgrana per salvare il salvabile, non per rilanciare il progetto (quale?) europeo.

L’unico dossier nel quale l’Ue si dimostra compatta è Brexit. Però anche qui l’orizzonte non è propositivo, ma difensivo – proteggere il mercato unico e l’Irlanda dal possibile ritorno della violenza al confine con il Regno Unito.

CONCORRENZA E CAMPIONI EUROPEI [di Alessandro Aresu]

Nonostante le forti pressioni della Francia e della Germania, il 6 febbraio 2019 la Commissione Europea ha proibito l’acquisizione di Alstom da parte di Siemens Mobility. Il gigante delle infrastrutture ferroviarie, dei sistemi di segnaletica e dei servizi per ora non vedrà la luce. La decisione si colloca in uno scenario che allo stesso tempo è di accelerazione e di incertezza sulle politiche industriali europee.

La strategia di Macron e Merkel è usare l’ascesa tecnologica cinese come spauracchio per comporre i propri interessi nazionali, negoziando lo sviluppo di “campioni europei” a guida tedesca nella meccanica e a guida francese nella difesa. Il documento strategico sull’industria presentato dal ministro Altmaier è un saggio di geopolitica della protezione: barriere verso i cinesi, disgusto per l’economia americana delle piattaforme, fondi pubblici per le acquisizioni, necessità di crescita dimensionale.

Così, ci siamo risvegliati tutti sovranisti. Le diverse varietà del “sovranismo” (in cui ovviamente spicca il modello francese, il sovranismo della “nobiltà di Stato”) hanno colpito le due politiche europee, prima la politica commerciale nel 2016, poi la politica della concorrenza.

Il dizionario franco-tedesco ed eurocratico richiede ora il traduttore automatico. “Economia sociale di mercato” si traduce: “difendere le imprese tedesche”. “Europa che protegge” vuol dire: “cambiare le norme sugli aiuti di Stato per aiutare le grandi imprese francesi”. Dove porterà questa dialettica?

Aggiungi ai preferiti : Permalink.

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato.